Com’è andato l’ultimo dibattito tra Clinton e Sanders
Non ce ne sono altri in programma, almeno per adesso: si è parlato soprattutto di immigrazione, in vista delle primarie in Florida
di Anne Gearan e John Wagner – Washington Post
Bernie Sanders e Hillary Clinton si sono accusati a vicenda di aver deluso gli immigrati o di averli assecondati, in un vivace dibattito televisivo caratterizzato da duri attacchi tra loro e da loro verso Donald Trump, favorito per la vittoria delle primarie Repubblicane. Sanders ha accusato di Clinton di aver voltato le spalle con cinismo ai bambini in fuga dalla violenza in Honduras, due anni fa, mentre lui li avrebbe accolti negli Stati Uniti. «Clinton disse ‘rimandateli indietro’», ha detto Sanders in una delle sue prime risposte. «Non posso non rispondere a queste false dichiarazioni», ha detto subito Clinton, aggiungendo che Sanders in passato ha sostenuto le ronde di volontari che sorvegliano il confine degli Stati Uniti per fermare l’immigrazione illegale. Sanders ha negato.
Questo scambio di accuse ha dato il tono a un dibattito che è durato due ore – l’ultimo programmato fin qui tra Clinton e Sanders – e che ha trattato temi interni e internazionali, oltre ad aver esplorato storie ed emozioni legate alle famiglie separate dalle deportazioni forzate (i figli degli immigrati irregolari nati negli Stati Uniti sono americani: quindi il governo americano può tenersi i figli e respingere i genitori). Davanti al pubblico del Miami Dade College, entrambi i candidati hanno promesso di proseguire sulla strada indicata dal presidente Obama nel proteggere gli immigrati irregolari presenti negli Stati Uniti e dar loro una strada per ottenere la cittadinanza americana.
Questo dibattito, organizzato dal Washington Post e dalla tv in lingua spagnola Univision, è stato condotto parzialmente in spagnolo: ed è stato diverso dagli altri per l’emotività generata dalle persone nel pubblico, che hanno raccontato le loro storie di difficoltà e problemi con le politiche migratorie statunitensi chiedendo ai candidati di trovare delle soluzioni. Il dibattito è arrivato dopo la sorprendente vittoria di Sanders su Clinton in Michigan, ottenuta anche descrivendo Clinton come una fanatica del libero mercato che non ha poi così a cuore i posti di lavoro degli americani. In un contesto del genere, Sanders è riuscito anche a migliorare i suoi risultati tra gli elettori afro-americani, fin qui i più pro-Clinton in assoluto.
Le prossime importanti primarie si terranno martedì, quando Democratici e Repubblicani voteranno in Florida, Illinois, Missouri, North Carolina e Ohio. Il pezzo forte è la Florida, lo stato che ha ospitato il dibattito. I sondaggi più recenti dicono che Clinton ha un consistente vantaggio su Sanders, superiore ai 25 punti percentuali e basato sul grande sostegno che le attribuiscono gli elettori di origini latinoamericane. Il dibattito di mercoledì è stata anche l’ultima occasione di confronto per i candidati prima delle primarie di martedì.
Clinton ha cercato di superare rapidamente il tema della sua imbarazzante e inaspettata sconfitta in Michigan, che ha rallentato quella che stava cominciando a sembrare una corsa inesorabile verso la nomination. «Questa è una maratona, ed è una maratona che si può concludere solo facendo una campagna elettorale inclusiva», ha detto alludendo al fatto che Sanders è sostenuto soprattutto dai bianchi. «Per questo mi sono candidata». «In Michigan è stata una competizione serrata, come altre che abbiamo avuto», ha detto Clinton. «Alcune le ho vinte, alcune le ho perse».
Clinton ha poi risposto bruscamente alla domanda sulla possibilità di un suo ritiro qualora l’FBI dovesse metterla sotto indagine per aver utilizzato un indirizzo email privato durante i suoi anni da segretario di stato, allo scopo di verificare se il suo comportamento ha messo a rischio informazioni e documenti riservati. «Non succederà», ha detto irritata. «Non voglio nemmeno rispondere a questa domanda».
Quando ne hanno avuto la possibilità, nessuno dei due candidati ha definito “razzista” Donald Trump. Clinton ha detto di essere turbata da molte delle cose che dice Trump, compresa la sua promessa di vietare ai musulmani – anche quelli americani – l’ingresso negli Stati Uniti. Ha definito queste posizioni “anti-americane”. «Penso che le cose che propone non siano affatto compatibili con i valori americani». Poi ha preso in giro il piano di Trump di costruire un muro al confine col Messico – «un muro molto alto», ha detto Clinton con enfasi.
Anche Sanders non ha usato la parola “razzista”, ma ha definito «volgare» la promessa di Trump di deportare tutti i quasi 12 milioni di immigrati presenti irregolarmente negli Stati Uniti. «Penso che gli americani non eleggeranno mai un presidente che insulta i messicani, che insulta i musulmani, che insulta le donne, che insulta i neri», ha detto Sanders.
L’immigrazione è un tema molto importante e sentito in Florida. Durante il dibattito una donna tra il pubblico ha fatto un appello personale e ha chiesto in spagnolo a entrambi i candidati di fare qualcosa per riunire le famiglie come la sua, separate a causa delle politiche migratorie statunitensi. «Signora, farò tutto quello che posso per riunire la sua famiglia», le ha detto Sanders. «I suoi figli meritano di vivere con la loro madre». Clinton ha fatto i complimenti alla donna per il suo «incredibile atto di coraggio» compiuto nel raccontare la sua storia e ha detto: «È tempo di riunire queste famiglie».
Clinton ha poi aggressivamente accusato Sanders di essere stato assente durante il voto su un tentativo di riforma dell’immigrazione nel 2007; era un disegno di legge promosso dal grande senatore democratico Edward Kennedy. «Immaginate dove saremmo oggi se nove anni fa avessimo ottenuto la riforma dell’immigrazione di cui abbiamo bisogno», ha detto Clinton. Sanders ha detto di essersi opposto a quella legge perché conteneva norme sui lavoratori immigrati che li avrebbero mantenuti in condizioni «vicine alla schiavitù», e ha detto di aver votato a favore di un altro tentativo di riforma nel 2013 che correggeva quegli aspetti. «Quei lavoratori sono stati imbrogliati, abusati, umiliati», ha detto Sanders. Clinton ha espresso dubbi sul fatto che una legge che fosse stata davvero così scandalosa avrebbe avuto il sostegno suo, di Barack Obama e di Ted Kennedy, come era accaduto. «Era solo una delle tante scuse usate in giro per non sostenere quella legge», ha detto Clinton delle spiegazioni di Sanders.
Sanders poi ha naturalmente enfatizzato le sue idee più famose e popolari, cioè quelle sulla riforma di Wall Street e le diseguaglianze economiche, e ha criticato Clinton per i discorsi a porte chiuse che ha pronunciato a pagamento in alcune banche e società finanziarie dopo aver lasciato il Dipartimento di Stato. Sanders in particolare ha chiesto di nuovo a Clinton di diffondere le trascrizioni di quei discorsi, compreso uno pronunciato nella sede di Goldman Sachs per un compenso di 225.000 dollari. «Se ti hanno pagata così tanto vuol dire che quel discorso era meravigliosamente straordinario», ha detto sarcasticamente Sanders invitando Clinton a condividerne il testo. Clinton ha risposto dicendo che «le cose che ho detto e fatto per anni parlano per me», sostenendo di essere sempre stata dura con il settore finanziario.
La vittoria di Sanders in Michigan ha reso più imprevedibile e vivace una competizione che sembrava non aver più niente da dire. Clinton sembrava sul punto di ottenere un vantaggio incolmabile, e i suoi consulenti dicono che le cose non sono cambiate. Ma vincendo in Michigan, il più grande e variegato stato in cui abbia vinto fin qui, Sanders può legittimare la sua permanenza nella corsa e le attenzioni dei media e degli elettori. Nei sondaggi pre-elettorali in Michigan, Clinton era considerata in vantaggio di più di 20 punti percentuali; quando si sono contati i voti, Sanders ha vinto di 1,5 punti percentuali.
Sanders ha promesso di portare avanti la sua campagna elettorale fino alla convention estiva di luglio. Il suo grande appeal sugli elettori più di sinistra e la sua capacità di attrarre il sostegno dei giovani sta privando Clinton di entusiasmo e risorse economiche, oltre a esporre vulnerabilità che potrebbero indebolirla prima ancora di sfidare direttamente il candidato Repubblicano. L’efficacia della raccolta fondi di Sanders gli permette di restare in corsa davvero per tutto il tempo che vuole. Dopo la vittoria in Michigan, la campagna di Sanders ha chiesto ai suoi sostenitori di raccogliere 5 milioni di dollari in un giorno, descrivendolo come «un risultato che scioccherebbe l’establishment». Robby Mook, responsabile della campagna elettorale di Hillary Clinton, ha fatto notare ai giornalisti che la sconfitta in Michigan non ha ridotto il vantaggio sui delegati che Clinton ha su Sanders. «Ci stiamo avvicinando al momento in cui il nostro vantaggio di delegati sarà incolmabile», ha detto.
©2016 Washington Post