Il plagio delle parole crociate
Sono stati scoperti decine di cruciverba apparentemente copiati da quelli del New York Times: per la prima volta un enigmista è accusato di plagio
FiveThirthyEight, il sito americano di notizie specializzato in analisi di dati e previsioni statistiche, ha scoperto che negli ultimi 17 anni uno dei più importanti enigmisti statunitensi, Timothy Parker, ha redatto più di 60 cruciverba parzialmente copiati da quelli del New York Times, spesso usando degli pseudonimi nell’intestazione. Nel 2000 Parker – che edita parole crociate per la Universal Uclick, agenzia di stampa che distribuisce giochi, vignette e strisce di fumetti, tra cui anche Doonesbury – ha ricevuto il titolo di “Enigmista con il maggior numero di collaborazioni al mondo” dal Guinness dei primati. I cruciverba che Parker cura sono pubblicati su diverse testate, tra cui USA Today, uno dei maggiori quotidiani statunitensi per copie vendute. La maggior parte dei cruciverba pubblicati sui quotidiani americani sono inviati ai giornali da enigmisti freelance o appassionati, e poi vengono rivisti dagli editor della redazione.
La ricerca condotta da FiveThirthyEight si è basata su un database di 51.798 cruciverba creato da Saul Pwanson, un ingegnere informatico di Seattle appassionato di enigmistica. Sono emerse somiglianze sospette anche tra alcuni cruciverba pubblicati da USA Today e altri usciti sul Los Angeles Times e sul Chicago Tribune.
Come FiveThirthyEight ha scoperto le somiglianze sospette
Il primo a segnalare le somiglianze tra i cruciverba redatti da Parker e altri pubblicati in precedenza è stato Ben Tausig, curatore dell’American Values Club crossword, un sito che vende schemi di parole crociate, singolarmente o in abbonamento. Il 25 febbraio Tausig ha scritto un tweet per dire che un suo cruciverba (in inglese “crossword“, abbreviato in “xword“) uscito nel 2004 su un numero di USA Today era stato ripubblicato con alcune modifiche dalla stessa testata nel 2008 con un tale Nruce Manders indicato come autore, e poi riproposto nella versione originale (questa volta citando Tausig) nel 2015.
Had a xword in USA Today 2004. They tweaked it in 2008 w/pseudonym. Then ran it AGAIN in 2015. Seedy business indeed pic.twitter.com/MwIe70YIs6
— burrata (@datageneral) February 25, 2016
Il confronto è stato possibile grazie al database di parole crociate costruito da Saul Pwanson, che ha anche creato un programma che trova le somiglianze tra gli schemi e realizzato una lista dei più simili (con somiglianza di almeno il 25 per cento) tra quelli che è riuscito a raccogliere: circa 30mila sono stati trovati da Pwanson online, i rimanenti sono la collezione di un altro appassionato di parole crociate, Barry Haldiman, che ha iniziato a conservarle in formato digitale nel 1999. L’archivio contiene 24.479 cruciverba pubblicati sul New York Times dal 1942 a oggi; per le altre dieci testate presenti nell’archivio c’è un numero minore di schemi, e in generale non risalgono a prima del 1992.
Oliver Roeder di FiveThirthyEight ha verificato la segnalazione di Tausig e poi ha cercato altre somiglianze tra gli schemi del database. Ha scoperto che almeno 16 cruciverba pubblicati da USA Today dal 2003 (cioè da quando Timothy Parker è diventato il curatore delle parole crociate per il quotidiano) e almeno 49 schemi della Universal Uclick dal 1998 contengono soluzioni esattamente replicate da parole crociate del New York Times. Inoltre Roeder ha scoperto che 1.090 schemi della Universal e 447 di USA Today somigliavano ad altri cruciverba presenti nel database per il 75 per cento; a volte la somiglianza era con altri schemi delle stesse pubblicazioni.
Per capire come sono state misurate le somiglianze tra i cruciverba raccolti da Pwanson, e perché quelle trovate negli schemi curati da Timothy Parker difficilmente possono essere casuali, è necessario specificare che ci sono alcune differenze tra le parole crociate italiane e quelle americane. La griglia di quadretti bianchi e neri dove inserire le risposte e le definizioni – divise tra orizzontali e verticali – ci sono in entrambi i casi, ma la maggior parte dei cruciverba creati negli Stati Uniti ha un tema, che solitamente manca in quelle italiane. Ogni schema contiene alcune risposte (di solito quelle più lunghe) legate tra loro per qualche ragione, il più delle volte qualcosa di arguto o divertente. Non tutte le parole crociate in lingua inglese sono fatte così: nel Regno Unito, per esempio, si preferiscono schemi con definizioni difficili ma senza un tema di fondo, e per questo spesso gli inglesi accusano gli americani di preferire giochi più semplici.
FiveThirthyEight fa un paio di esempi per spiegare perché si può accusare Parker di plagio, e il primo ha proprio a che fare con un tema. In uno schema pubblicato l’8 gennaio del 2001 sul New York Times le tre definizioni orizzontali più lunghe contenevano la parola “exasperate“, che significa “esasperare”. Il 4 giugno 2004 USA Today ha pubblicato un cruciverba con lo stesso tema e con le stesse soluzioni: le tre parole più lunghe si trovavano nelle stesse posizioni all’interno della griglia e le tutte soluzioni contenevano la parola “exasperate“.
Non è impossibile che due schemi abbiano lo stesso tema per caso. FiveThirthyEight cita un articolo di Slate in cui l’enigmista Matt Gaffney racconta di aver replicato per sbaglio un tema già usato in un altro cruciverba. In entrambi i casi gli schemi erano stati pensati per onorare lo scrittore Edgar Allan Poe e per questo tutte le soluzioni tematiche contenevano la parola “raven“, cioè corvo, dal titolo della più famosa poesia di Poe. Delle sei soluzioni tematiche di Gaffney, cinque erano state usate anche nello schema precedente (“Brave new world“, “intravenous drip“, “contravene“, “cobra venom“).
Il curatore dello schema pubblicato su USA Today era Timothy Parker. L’altro esempio mostrato da FiveThirthyEight invece riguarda due cruciverba pubblicati entrambi su USA Today, uno nel 2004 e l’altro nel 2011: i due schemi sono identici salvo per sedici caselle, corrispondenti a undici soluzioni.
Per FiveThirthyEight il primo esempio è “shady“, cioè “sospetto”, perché sembra davvero difficile avere la stessa idea di un’altra persona per quanto riguarda tre diverse espressioni, legate da un tema comune, e lunghe 13 o 14 lettere. Il secondo invece è “shoddy“, cioè “scadente”, perché sembra che chi ha realizzato il secondo schema non si sia sforzato più di tanto per modificare il primo.
Chiaramente è facile trovare ripetizioni nei cruciverba: soprattutto quando si tratta di parole brevi, quelle riempitive degli schemi; capita anche in italiano, anzi sembra che le vecchie targhe automobilistiche servano a questo. Ma alcune somiglianze sono più difficili da giustificare. Oliver Roeder ha parlato con un paio di avvocati specializzati in diritto d’autore. Secondo questi esperti, le somiglianze della categoria “shady” potrebbero essere considerate una violazione di copyright se un giudice ritenesse il numero di indizi e soluzioni simili “considerevole”.
Le reazioni all’articolo di FiveThirthyEight
La Universal Uclick si è rifiutata di rispondere alle domande di FiveThirthyEight in merito alla vicenda, mentre Parker ha negato ogni accusa: ha sostenuto che le somiglianze fossero casuali e ha detto di non guardare i cruciverba del New York Times da anni perché non gli piacciono. Ha detto inoltre che sono schemi troppo difficili per chi gioca con i suoi, e ha affermato di non sapere come fare per avere accesso alle vecchie parole crociate del quotidiano, che in realtà sono molto facili da trovare. Parker ha anche detto che capita spesso che i temi delle parole crociate si ripetano.
Nel suo articolo Oliver Roeder ha sottolineato che la cosa più sospetta è il fatto che mentre i cruciverba di Parker simili ad altri pubblicati in precedenza sul New York Times sono 65, solo uno schema del Times assomiglia in modo comparabile a un altro originalmente proposto da USA Today.
Will Shortz, che cura i cruciverba del New York Times dal 1993, ha detto che spesso capita che le idee dietro alle parole crociate siano ripetute per caso, ma che le somiglianze trovate da FiveThirthyEight sono sicuramente “un plagio”, soprattutto perché sono numerose. Danielle Rhoades Ha, portavoce del New York Times, ha detto che il quotidiano farà accertamenti sulla questione.
Is that crossword p _ _ g _ a _ _ z _ d? https://t.co/Gryrwzm8FX
— The New York Times (@nytimes) March 6, 2016
Gli appassionati di cruciverba considerano di alta qualità quelli del New York Times. Il quotidiano ha un blog specifico sull’argomento, Wordplay, mette a disposizione gli schemi pubblicati negli ultimi 23 anni a un costo annuale di 39,95 dollari (circa 36 euro) e ha un’app per smartphone dedicata unicamente alle parole crociate: ogni giorno propone lo stesso schema presente sull’edizione cartacea agli abbonati. Will Shortz è considerato un’autorità nel mondo dell’enigmistica e anche per questo è diventato il protagonista di un documentario, chiamato a sua volta Wordplay (qui il trailer), uscito nel 2006.
In questo video Shortz spiega brevemente come nascono i cruciverba del New York Times.