Due brutte giornate per il quotidiano turco “Zaman”, raccontate con le foto
Sintesi di quello che sta succedendo dentro e attorno al principale quotidiano di opposizione al presidente Erdoğan
Oggi il quotidiano turco Zaman è uscito con il titolo di apertura “Costituzione sospesa”, scritto su sfondo nero. Zaman è il quotidiano a maggiore diffusione in Turchia (circa 650mila copie al giorno) e uno dei pochi considerati ancora critici verso il presidente Recep Tayyip Erdoğan. Il titolo si riferisce a una decisione molto contestata di un tribunale di Istanbul, che ieri ha nominato un amministratore fiduciario per la gestione del giornale. La mossa è stata vista come l’ennesimo tentativo di Erdoğan e del suo partito di limitare la libertà di stampa in Turchia, soprattutto di quei giornali considerati vicini al religioso Fethullah Gülen, che da circa due anni viene ritenuto l’oppositore più potente di Erdoğan. Ieri dentro e di fronte alla sede di Zaman è successo un po’ di tutto: i giornalisti sono riusciti a mandare in stampa l’edizione di sabato – quello della “Costituzione sospesa” – mentre fuori centinaia di persone si sono ritrovate per protestare contro la decisione del tribunale e si sono scontrate con la polizia.
Un sostenitore di Zaman legge l’ultima edizione del quotidiano davanti alla sua sede a Istanbul, il 5 marzo 2016 (OZAN KOSE/AFP/Getty Images)
Il tribunale che il 4 marzo ha nominato l’amministratore fiduciario si è espresso dopo una richiesta dell’ufficio del Procuratore generale di Istanbul, anche se le motivazioni della decisione non sono ancora troppo chiare. Il tribunale ha nominato tre diversi fiduciari per il Feza Media Group, la società che possiede Zaman e la sua versione in inglese Today’s Zaman: uno è un redattore con esperienza, mentre gli altri due sono avvocati. Tra questi c’è Metin İlhan, un dichiarato sostenitore di Erdoğan: l’immagine di sfondo del suo account Twitter mostra il presidente e il primo ministro Ahmet Davutoğlu. La sera del 4 marzo, dopo la decisione del tribunale, agenti di polizia in tenuta antisommossa hanno respinto i manifestanti che si erano ritrovati fuori dalla sede di Zaman. Gli agenti hanno usato gas lacrimogeno e cannoni ad acqua per disperdere la folla che gridava “la stampa libera non può essere messa a tacere”.
La polizia turca ha usato gas lacrimogeno contro i manifestanti di fronte alla sede del quotidiano Zaman a Istanbul il 4 marzo 2016 (OZAN KOSE/AFP/Getty Images)
La polizia turca ha usato cannoni ad acqua contro i manifestanti di fronte alla sede del quotidiano Zaman a Istanbul il 5 marzo 2016 (OZAN KOSE/AFP/Getty Images)
Poi gli agenti hanno fatto irruzione nella sede di Zaman: hanno buttato giù un cancello e hanno scortato gli amministratori nominati dal tribunale e cacciato i dipendenti del quotidiano. Stando ad alcune testimonianze riportate dalla stampa turca, pare che ci siano stati anche degli scontri tra il personale di Zaman e i poliziotti: un giornalista sarebbe stato spinto giù dalle scale da un agente di polizia. Successivamente l’edificio che ospita la sede di Zaman è stato evacuato.
La polizia turca in tenuta antisommossa dentro la sede di Zaman il 5 marzo 2016 (AKIF TALHA SERTTURK/AFP/Getty Images)
Agenti della polizia scortano Abdülhamit Bilici, direttore di Zaman, fuori dalla sede del quotidiano il 5 marzo 2016 (SELAHATTIN SEVI/AFP/Getty Images)
Questa mattina la polizia ha messo delle barriere all’ingresso della sede di Zaman per impedire ai manifestanti di entrare di nuovo nell’edificio, ma ci sono stati degli scontri tra le forze dell’ordine e i sostenitori di Zaman. Per disperdere la folla gli agenti hanno usato di nuovo il gas lacrimogeno e hanno sparato proiettili di plastica. Al direttore Abdülhamit Bilici è arrivata una lettera di licenziamento.
Due giornalisti aiutano una donna ferita durante gli scontri tra la polizia e i manifestanti davanti alla sede di Zaman a Istanbul, il 5 marzo 2016 (OZAN KOSE/AFP/Getty Images)
Già nel dicembre del 2014 la divisione anti-terrorismo della polizia turca aveva fatto irruzione nella sede di Zaman e aveva arrestato dodici membri della redazione, tra cui l’allora direttore Ekrem Dumanlı, che poi erano stati rilasciati per mancanza di prove di un loro coinvolgimento in attività terroristiche. Il 9 ottobre 2015 invece era stato arrestato Bülent Keneş, direttore di Today’s Zaman, con l’accusa di aver insultato Erdoğan in alcuni dei suoi tweet. Dopo cinque giorni era stato rilasciato, ma ora si trova sotto processo. Negli ultimi mesi molti altri mezzi d’informazione critici verso Erdoğan sono stati accusati di propaganda terroristica: i quotidiani Cumhuriyet, Hurriyet, Radikal, Taraf, Sozcu, BuguneZaman, e le televisioni private Cnn Turk e Kanal D.
Johannes Hahn, il Commissario europeo per la politica di vicinato e i negoziati per l’allargamento, ha detto che l’Unione Europea è molto preoccupata per gli ultimi avvenimenti che hanno riguardato Zaman e che la Turchia, in quanto paese candidato a entrare nell’Unione, deve rispettare la libertà di stampa.
#EU–#Turkey: "Extremely worried about latest developments on #Zaman newspaper which jeopardises progress made by #Turkey in other areas1/2
— Johannes Hahn (@JHahnEU) March 4, 2016
We will continue to monitor this case closely. #Turkey, as a candidate country, needs to respect #freedom of the media 2/2
— Johannes Hahn (@JHahnEU) March 4, 2016