Le nuove prove sull’abbattimento del volo MH17
A due anni dallo schianto dell'aereo in Ucraina e dopo diverse indagini non c'è ancora un responsabile: un nuovo rapporto indipendente però accusa la Russia
di Thomas Gibbons-Neff – Washington Post
Il 17 luglio 2014 il volo MH17 di Malaysia Airlines – un Boeing 777 con quasi 300 persone a bordo, che stava effettuando un volo di linea da Amsterdam a Kuala Lumpur – fu colpito mentre sorvolava l’Ucraina orientale da un missile terra aria che uccise tutte le persone a bordo. I duri scontri tra le forze del governo ucraino e i separatisti sostenuti dalla Russia intorno al luogo dove precipitò l’aereo, l’assenza di immagini satellitari e l’iniziale mancanza di prove concrete hanno contribuito a creare un vortice di teorie improbabili per la cui smentita sono stati necessari diversi mesi. A quasi due anni di distanza, e con un’inchiesta penale ancora in corso, nessuno è stato incriminato o processato per l’abbattimento.
Martedì 23 febbraio, tuttavia, un gruppo che si occupa di giornalismo investigativo partecipativo ha pubblicato un rapporto che in sostanza attribuisce la responsabilità dell’attacco a un’unità militare russa e alla sua catena di comando, che fa capo direttamente al presidente russo Vladimir Putin. Il rapporto, pubblicato sul sito di giornalismo investigativo Bellingcat, ricostruisce gli spostamenti della 53esima brigata della contraerea russa e dei suoi tre battaglioni nel corso dell’estate del 2014. Basandosi su alcuni post sui social network, immagini pubbliche e altre fonti, il team di Bellingcat è riuscito a ricostruire i movimenti di un sistema missilistico terra aria Buk – lo stesso tipo che ha abbattuto il volo MH17 – intorno al confine tra Russia e Ucraina. Alcuni precedenti rapporti di Bellingcat avevano già identificato il sistema Buk, ma l’ultimo rapporto è riuscito a individuare molti dei soldati che sarebbero coinvolti nell’abbattimento del volo, e i funzionari che secondo Bellingcat autorizzarono gli spostamenti del Buk e sarebbero quindi responsabili dell’abbattimento dell’MH17, anche se poi furono i separatisti ad azionare il Buk. «Nonostante sia probabile che gli alti funzionari del ministero della Difesa russo non abbiano deciso esplicitamente di mandare un lanciamissili Buk in Ucraina, la decisione di inviare attrezzatura militare (con o senza equipaggio) della contraerea russa in Ucraina fu presumibilmente presa ai più alti livelli, e pertanto il ministero della Difesa russo è responsabile dell’abbattimento del volo MH17», conclude il rapporto.
Nell’ottobre del 2015 anche il Consiglio di sicurezza dell’Olanda era giunto alla conclusione che il volo MH17 fosse stato abbattuto da un missile russo lanciato da un’area dell’Ucraina all’epoca sotto il controllo dei separatisti sostenuti dai russi in lotta contro il governo ucraino. Stando al rapporto del Consiglio, il sistema missilistico terra aria Buk – una moderna arma di difesa aerea impiegata principalmente dalla Russia, ma che è stata messa in campo anche dall’Ucraina – lanciò una testata 9n314m. Il rapporto olandese non accusava la Russia e nemmeno i separatisti, ma sottolineava soltanto che il missile era partito da un territorio controllato dai ribelli sostenuti dal governo di Mosca, una conclusione che fu ripresa anche dalla Casa Bianca. L’indagine olandese però criticava il governo ucraino per non aver chiuso lo spazio aereo sopra i territori orientali interessati dalla guerra, un’area attraversata dal piano di volo dell’MH17. Le autorità russe definirono il rapporto di parte e motivato politicamente. Le sue conclusioni sono state contestate da un’indagine russa pubblicata lo stesso giorno e condotta dall’azienda produttrice del missile, Almaz-Antey, secondo cui la testata che colpì il volo MH17 era una vecchia versione usata dai militari ucraini, partita da un territorio occupato dagli ucraini.
Dopo le molte dichiarazioni e gli attacchi diplomatici di ottobre, un’inchiesta penale olandese sull’abbattimento del volo MH17 ha incontrato problemi simili a quelli del Consiglio di Sicurezza olandese. Secondo una recente inchiesta giornalistica olandese, il procuratore capo responsabile dell’inchiesta penale, Fred Westerbeke, non è riuscito a ottenere alcune immagini di radar russi risalenti al giorno dell’abbattimento. Westerbeke ha aggiunto che i suoi collaboratori stanno tenendo d’occhio «molte persone» che potrebbero essere responsabili dell’attacco, e ha sottolineato che l’inchiesta potrebbe durare ancora a lungo. A febbraio il ministro degli Affari Esteri olandese Bert Koenders ha incontrato il suo omologo Sergei Lavrov a margine dell’annuale Conferenza di Sicurezza di Monaco, e ha esortato la Russia a collaborare con l’inchiesta olandese. «Il nostro compito è mantenere alta l’attenzione globale su questo processo, ed esortare tutti i paesi a collaborare pienamente all’inchiesta penale in corso», ha detto Koenders in una dichiarazione, «lo dobbiamo ai morti e alle loro famiglie».
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