L’agricoltura biodinamica è una cosa seria?
Si basa su energie astrali, esoterismo, corna di mucca e omeopatia, quindi fate un po' voi: però sembra che piaccia al ministero dell'Agricoltura
di Davide Maria De Luca – @DM_Deluca
Prendete un corno di mucca e versateci dentro una mistura di sabbia di quarzo e letame. In primavera sotterratelo e lasciatelo lì a decomporsi fino all’autunno successivo. Tiratelo fuori e sciogliete in acqua la sostanza che trovate dentro al corno. La quantità d’acqua dev’essere enorme: duecentocinquanta litri per un solo cucchiaino di quarzo. Spargete l’acqua sui vostri campi, ma fatelo in un giorno umido e nuvoloso. Se tutto va bene, otterrete una protezione dai funghi e aumenterete il processo di formazione di humus, lo strato di terra più ricco di nutrienti.
Quello che avete appena letto non è il riassunto di un manuale di agricoltura medioevale, ma uno dei principi cardine della “biodinamica”, una tecnica di coltivazione che incrocia agricoltura biologica ed esoterismo. Da qualche anno l’agricoltura biodinamica è molto popolare anche in Italia: ci sono quasi 400 aziende che hanno ottenuto la certificazione di produttori biodinamici. Giornali e tv hanno dedicato decine di servizi a questa nuova tecnica, che in più di un’occasione ha ottenuto l’apprezzamento persino del ministero dell’Agricoltura.
Energie astrali ed eteriche
La biodinamica si basa sull’approccio “olistico” all’agricoltura: la fattoria è considerata un unico organismo vivente, in cui la salute delle singole parti non può essere separata da quella dell’organismo preso nel suo insieme. Nella pratica, questo principio si applica in due modi. La fattoria biodinamica dev’essere prima di tutto una fattoria “biologica”, dove non vengono utilizzati diserbanti, OGM e dove ci sono forti limitazioni all’uso di macchinari agricoli e fertilizzanti chimici. In altre parole, l’agricoltore biodinamico non deve utilizzare quasi nessuna delle innovazioni introdotte negli ultimi 70 anni con la cosiddetta “rivoluzione verde“.
Quello che distingue la biodinamica dall’agricoltura biologica è la componente esoterica, che si basa sull’utilizzo di nove “preparati” dalle presunte proprietà mistiche. Il “502”, per esempio, consiste in una vescica di cervo riempita con fiori di Achillea Millefoglie. La vescica deve essere sotterrata per mesi e quel che ne resta dev’essere sciolto in acqua e poi distribuito sul campo. Altri preparati si ottengono riempiendo di fiori di vario genere l’intestino di una mucca. Il “506” consiste in pezzi di corteccia all’interno del teschio di un animale domestico.
Il preparato più semplice e diffuso – quasi un simbolo della agricoltura biodinamica – è il “Cornoletame” o “preparato 500”, e consiste in un corno di mucca riempito di letame. Il “Cornoletame” dev’essere seppellito in un campo durante l’inverno, estratto in autunno, “dinamizzato” – cioè sciolto in acqua in quantità “omeopatiche” e poi “agitato” – e infine spruzzato sul campo. L’importanza delle corna di mucca nel preparato è stata spiegata da Rudolf Steiner, l’inventore del metodo:
«La mucca possiede le corna in modo da poter proiettare al suo interno le forze astrali e quelle eteree che così penetrano nel suo sistema digestivo. […] In questo modo le corna si trasformano in un dispositivo che per la sua stessa inerente natura proietta all’interno della vita interiore le proprietà astrali e vitalistiche. Nel corno abbiamo un principio di vitalità radiante – anzi no, persino di astralità radiante»
Questo passaggio è molto importante per comprendere cosa sia davvero l’agricoltura biodinamica. Non si tratta infatti di un’antica tecnica tradizionale, frutto della sapienza contadina, e nemmeno di un metodo scientifico, sviluppato in laboratorio dopo esperimenti rigorosi. La biodinamica è l’invenzione di un singolo ed eccentrico personaggio con pochissime esperienze agricole, che la espose nel corso di sette lezioni tenute in una piccola cittadina della Polonia nel mese di giugno dell’anno 1924.
Chi era Rudolf Steiner?
Rudolf Steiner, nato nel 1861 in quello che all’epoca era ancora Impero Austroungarico e morto nel 1925, frequentò l’Istituto tecnologico di Vienna ma senza mai riuscire a laurearsi. All’inizio della sua carriera divenne noto come critico letterario e poi come autore di libri di filosofia. Da giovane raccontò di essere stato visitato dallo spirito di una zia morta e da allora rimase affascinato dalla spiritualità. All’inizio del Novecento entrò a far parte della Società Teosofica, un culto esoterico di ispirazione indiana: i suoi aderenti credono nella fratellanza universale, nel karma, nella reincarnazione e nei “poteri latenti dell’uomo”.
Nel 1913 Steiner decise di abbandonare la Teosofia e fondò un altro culto, la Società Antroposofica, i cui dettami contemplano i soliti “poteri latenti dell’uomo” (per esempio i “sette sensi interni” oltre ai cinque tradizionali) ma senza la maggior parte degli aspetti “orientaleggianti” della Teosofia. Prima di morire nel 1925, Steiner ebbe anche il tempo di scrivere diverse opere teatrali misteriche e iniziatiche, di fondare una loggia massonica, di progettare due edifici monumentali, di suggerire una nuova organizzazione della società tedesca, di teorizzare un nuovo modello educativo (le “scuole steineriane“, che esistono ancora oggi in tutto il mondo), di fondare una nuova disciplina di medicina naturale (la “medicina antroposofica”, una specie di omeopatia che, ricordiamo, non funziona) e, naturalmente, di elaborare i fondamenti dell’agricoltura biodinamica.
Demeter e nazisti
La biodinamica cominciò a diffondersi soprattutto dopo la morte di Steiner, grazie a due dei suoi discepoli: l’agronomo Erhard Bartsch e il chimico Franz Dreidax. Insieme nel 1928 fondarono Demeter, una cooperativa che raccoglieva i produttori di agricoltura biodinamica in Germania. A differenza di Steiner, che fu personalmente criticato da Adolf Hitler e osteggiato dall’appena nato Partito Nazionalsocialista, Demeter ebbe un rapporto molto migliore con il regime nazista.
Come ha raccontato lo storico Peter Staudenmaier nel suo libro “Between Occultism and Nazism” (potete leggerne un’anteprima su Google), l’antroposofia era vietata ai tempi del nazismo, ma l’agricoltura biodinamica riuscì a ottenere l’appoggio di diversi leader del partito, per i quali rappresentava una specie di ritorno al metodo tradizionale di coltivazione degli antichi germani. Bartsch e Dreidax erano molto apprezzati nel circolo di Rudolf Hess, uno dei più importanti gerarchi nazisti, appassionato di dottrine esoteriche e considerato uno squilibrato dagli stessi vertici del partito. Negli anni Trenta, Demeter finì sotto l’ombrello di un’organizzazione nazista che aveva come scopo riunire tutti gli sforzi mirati alla “rigenerazione dell’uomo”. Bartsch e Dreidax facevano entrambi parte del direttivo e sottoscrissero un manifesto in cui veniva spiegato che l’ideologia alla base dell’organizzazione era “il nazionalsocialismo”.
Staudenmaier racconta altri casi in cui Demeter si schierò apertamente con il regime nazista. Nel maggio del 1938 il giornale della cooperativa, chiamato sempre “Demeter”, pubblicò una fotografia di Hitler per festeggiare il suo cinquantesimo compleanno. Negli anni successivi il giornale celebrò l’annessione dell’Austria, l’occupazione della Cecoslovacchia e l’invasione della Polonia. Quando nel 1941 Hess partì per il suo viaggio nel Regno Unito, i suoi nemici interni al partito si liberarono di tutte le associazioni mistiche che aveva creato. Demeter venne sciolta e la biodinamica venne proibita. Soltanto dopo la fine della guerra, Demeter sarebbe stata ricreata e la biodinamica praticata nuovamente alla luce del sole.
Quindi funziona?
L’agricoltura biodinamica è prima di tutto una forma di agricoltura biologica e quindi produce effetti simili, alcuni positivi, altri negativi: per esempio, produrre in maniera biologica è solitamente più costoso e offre una resa inferiore per ettaro. Nessuno, invece, è mai riuscito a dimostrare che le peculiarità dell’agricoltura biodinamica producano qualche effetto. Non ci sono strumenti che abbiano mai registrato “forze astrali” o “correnti eteriche” nei pressi di campi coltivati in maniera biodinamica. Per quanto riguarda la scienza, corna di vacca e vesciche di cervo restano pezzi di animali morti che possono avere un ridotto effetto positivo soltanto grazie alla loro decomposizione. Molti produttori di vino biodinamico sostengono che il sapore dei loro prodotti è cambiato da quando hanno iniziato ad utilizzare i metodi di Steiner, ma per definizione ogni annata di vino – biodinamico o meno – è differente dall’altra. Che sia più o meno buona è, in genere, una questione di gusti personali.
La biodinamica oggi
Ottant’anni dopo la sua chiusura da parte dei nazisti, Demeter International è diventata un’associazione no-profit multinazionale, diffusa in 78 paesi e, in molti di essi, proprietaria del marchio “biodinamica”. Demeter e le varie “associazioni biodinamiche” a lei affiliate rivendicano di essere gli unici a poter assegnare la certificazione di “prodotto biodinamico”. Diverse battaglie legali sono in corso, anche in Italia, tra Demeter e i produttori che utilizzano il marchio “biodinamico” senza aver ottenuto una certificazione ufficiale. Per ottenere una certificazione da Demeter servono circa 500 euro per il primo anno.
Secondo i dati di Demeter, l’Italia è il secondo paese al mondo per superficie coltivata con metodi biodinamici: 11.524 ettari, dietro alla Germania dove gli ettari coltivati sono più di 72 mila. Le aziende agricole che usano questa tecnica sono 390 e fatturano in tutto circa 450 milioni di euro l’anno. La biodinamica ha goduto negli ultimi anni di un’attenzione crescente nel nostro paese, tra seminari, convegni, lezioni, articoli di giornale e servizi televisivi, tutti spesso piuttosto entusiasti. Il Fondo per l’Ambiente Italiano (il FAI), per esempio, ha organizzato sul tema un convegno lo scorso febbraio.
Anche il governo si è interessato al tema. Lo scorso gennaio, il viceministro dell’agricoltura Andrea Olivero ha partecipato a un convegno organizzato dall’Associazione Biodinamica Italia, una costola di Demeter, e sul tema ha condiviso articoli molto positivi. Lo stesso ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, ha auspicato sul suo blog personale che vengano organizzati dei corsi universitari sull’agricoltura biodinamica. Il Post ha chiesto un commento al ministro Martina sulla sua posizione sulla biodinamica, ma non ha ancora avuto risposta. La senatrice Elena Cattaneo, uno dei più importanti ricercatori italiani, ha commentato così, in un’intervista pubblicata sul Foglio la scorsa settimana, la dichiarazione del ministro: «Martina propone di creare corsi universitari sull’agricoltura biodinamica. Non è possibile che non si sia in grado di distinguere tra competenze, professionalità e ciarlataneria».