La Germania deve decidere se sciogliere un partito neonazista
È iniziata un'udienza alla Corte Costituzionale, bisogna decidere il male minore: è peggio bandire un partito o avere un partito neonazista?
La Corte Costituzionale Federale tedesca, il più alto tribunale in Germania, dovrà decidere presto se dichiarare illegale il partito nazionalista di estrema destra Nationaldemokratische Partei Deutschlands (NPD), in italiano Partito Nazionaldemocratico di Germania. A chiedere la messa al bando dell’NPD è stato il Bundesrat, il Senato tedesco che riunisce rappresentanti dei Länder (le 16 regioni tedesche): è l’unico organo che può chiedere di bandire un partito politico e solo la Corte Costituzionale Federale può imporne lo scioglimento, se due terzi dei giudici sono d’accordo.
Secondo il Bundesrat, l’NPD rappresenta una minaccia per la democrazia tedesca ed è un partito anticostituzionale. Il governo di Angela Merkel non è direttamente coinvolto nel processo, ma sostiene la causa del Bundesrat. Il ministro della giustizia Heiko Maas ha scritto un tweet per ricordare che “purtroppo, anche se l’NPD dovesse essere messo al bando, l’estremismo di destra in Germania non finirebbe”.
Egal wie #NPD Verfahren ausgeht: Kampf gegen Rechts kann uns kein Gericht abnehmen. Rassismus und Extremismus müssen raus aus den Köpfen.
— Heiko Maas 🇪🇺 (@HeikoMaas) March 1, 2016
L’udienza alla Corte Costituzionale Federale, che ha sede nella città di Karlsruhe, nel sud-ovest della Germania, è iniziata il 1 marzo e dovrebbe finire il 3 marzo. Non è la prima volta che il Bundesrat prova a bandire l’NDP: nel 2001 aveva fatto avviare un procedimento contro il partito di comune accordo con il governo e il Bundestag, la camera bassa del parlamento tedesco. Ma la Corte Costituzionale Federale rigettò la richiesta, dopo che emerse che alcuni membri dei servizi segreti si erano infiltrati nell’NPD fino ai livelli di comando: arrivando così in alto nella gerarchia del partito, lo Stato poteva averlo influenzato a tal punto da modificare l’eventuale sentenza della Corte e per questo i giudici si erano rifiutati di procedere contro l’NPD. Quando nel 2013 il Bundesrat aveva chiesto alla Corte di riesaminare la questione, aveva detto che non ci sono più agenti infiltrati nel partito. L’avvocato difensore dell’NPD sostiene ancora il contrario.
Le leggi tedesche sullo scioglimento dei partiti e contro l’apologia del nazismo
In Germania la procedura per far bandire un partito politico è complessa, perché dopo il nazismo e la Seconda guerra mondiale si è deciso di rendere più difficile l’estromissione dei partiti dalla vita pubblica: negli anni della dittatura di Adolf Hitler l’unico partito legale era quello nazista. Ma in Germania l’apologia del nazismo è vietata e le organizzazioni neonaziste non possono esibire svastiche o altri simboli che richiamino il nazismo, se non vogliono essere sciolte. In questo la Germania è diversa dall’Italia, dove non è vietato dichiarare di essere fascista, elogiare Mussolini o esibire dei simboli della dittatura fascista: la famosa legge Scelba, infatti, vieta soltanto di costituire organizzazioni con il fine di riaprire il disciolto partito fascista. Per quanto riguarda il saluto romano, è reato in quanto considerato istigazione all’odio razziale e alla violenza con riferimento a un’altra legge, la legge Mancino.
La storia dell’NPD
L’NPD ha circa 5.200 iscritti e non è mai entrato in Parlamento perché alle elezioni non ha mai superato la soglia di sbarramento del 5 per cento. È stato fondato nel 1964 ed è considerato il successore del Partito Socialista del Reich (in tedesco Sozialistische Reichspartei), un partito politico di orientamento apertamente neonazista nato nel 1949 e dichiarato illegale nel 1952 dalla Corte Costituzionale Federale nell’allora Germania Ovest. Quattro anni dopo la Corte aveva messo al bando anche il Partito Comunista di Germania, che nella Repubblica Democratica Tedesca (DDR, la Germania Est) si era fuso con il Partito di Unità Socialista di Germania. Dopo il 1956 nessun altro partito tedesco è stato dichiarato illegale.
Alle elezioni legislative del 2013 l’NPD ha ottenuto l’1,3 per cento dei consensi, ma ha dei rappresentanti nel parlamento regionale del Land Meclemburgo-Pomerania Anteriore e in diversi consigli comunali della stessa regione, che si trova nel nord-est del paese, in quella che un tempo era la Germania Est. Ha inoltre un seggio nel Parlamento Europeo: il suo rappresentante è l’ex leader del partito Udo Voigt, che nel 2004 è stato condannato per aver elogiato il nazismo dicendo che Adolf Hitler era stato “un grande statista”.
L’NPD è noto anche per le sue posizioni xenofobe e contrarie all’accoglienza dei migranti. Un ex membro del partito, Ralf Wohlleben, è attualmente sotto processo per aver sostenuto il gruppo di militanti neonazisti Nationalsozialistischer Untergrund (NSU) che tra il 2000 e il 2006 ha ucciso dieci persone, perlopiù di origine turca. Negli ultimi mesi in Germania ci sono state molte manifestazioni di protesta contro gli stranieri e contro l’Islam e nel 2015 la polizia ha registrato 924 attacchi contro i centri di accoglienza per i richiedenti asilo; nel 2014 erano stati solo 199. Secondo i critici dell’NPD, il partito incita all’odio e invita agli atti di violenza contro i migranti e chi li aiuta.
Il 13 marzo si terranno le elezioni regionali in tre Länder – Renania-Palatinato, Sassonia-Anhalt e Baden-Württemberg – e i cartelli elettorali dell’NPD mostrano l’immagine di un aereo accompagnata dalla scritta “Konsequent abschieben”, che significa “Deportare senza compromessi”. Il manifesto è stato oggetto di ironia sui social network perché più in basso si legge “Unser Volk zuerst”, che significa “Il nostro popolo prima”: sul cartello per intero si leggerebbe di deportare per primi i tedeschi.
Se la Corte Costituzionale Federale deciderà di bandire l’NPD, il partito verrà sciolto e tutte le sue risorse finanziarie verranno confiscate.