Comincia il processo contro un altro ex nazista
Hubert Zafke fu un infermiere di Auschwitz ed è accusato di «complicità» nello sterminio di almeno 3.681 persone arrivate nel campo su 14 treni: su uno di questi c’era anche Anna Frank
Lunedì 29 febbraio comincia a Neubrandenburg, nell’est della Germania, il processo contro Hubert Zafke, ex infermiere nazista di Auschwitz. Zafke ha 95 anni ed è accusato di «complicità» nello sterminio di almeno 3.681 uomini, donne e bambini, inviati nei forni crematori subito dopo il loro arrivo nel campo. Il periodo preso in considerazione dall’accusa va dal 15 agosto al 14 settembre 1944 e riguarda in particolare quattordici convogli di deportati provenienti da Lione, Rodi, Trieste, Mauthausen, Vienna e Westerbork. In quest’ultimo si trovavano anche Anna Frank, i suoi genitori Otto e Edith e la sorella maggiore Margot. Anna Frank e la sorella furono poi trasferite al campo di sterminio di Bergen-Belsen, dove morirono nell’aprile del 1945, probabilmente di tifo.
Zafke era entrato a far parte delle Waffen SS, forza armata della Germania nazista nata nel marzo 1933 come braccio militare delle SS, quando aveva 19 anni. Dal 1951 vive vicino a Neubrandenburg, ha quattro figli e ha lavorato fino alla pensione occupandosi di lotta parassiti nelle coltivazioni locali. Zafke rischia dai tre ai quindici anni di carcere per «complicità in omicidi aggravati». Il personale sanitario ebbe un ruolo fondamentale nel sistema della “soluzione finale”: era a capo delle selezioni che stabilivano chi era abile al lavoro e poteva sopravvivere e chi invece doveva essere inviato nelle camere a gas e morire. Zafke, secondo l’accusa, era consapevole di trovarsi all’interno di un campo di sterminio e partecipò attivamente alla sua organizzazione e al suo funzionamento. Zafke – che era già stato accusato e condannato in Polonia nel 1946 a quattro anni di carcere – non ha negato di essere stato un membro delle SS ad Auschwitz, ma sostiene di non aver assistito alle uccisioni.
L’udienza di oggi si concentrerà soprattutto sullo stato di salute di Zafke. Nel giugno del 2015 il tribunale aveva deciso di non far cominciare il processo dopo che un esperto aveva concluso che Zafke non era in grado di partecipare. Questa sentenza era stata annullata in appello, quando un nuovo esperto aveva stabilito che l’imputato aveva «capacità fisiche e cognitive deboli» ma anche che non era «totalmente inabile». Oggi la corte presieduta dal giudice Klaus Kabisch dovrà ancora una volta decidere se Zafke è in grado di sostenere le udienze. Le parti civili hanno accusato il tribunale di parzialità ed è stata considerata controversa anche un’altra decisione, poi annullata grazie al giudizio di un tribunale superiore: quella di non permettere ai sopravvissuti di Auschwitz di testimoniare, contrariamente a quanto è accaduto e sta accadendo nei processi contro altri ex nazisti.
Per molto tempo le indagini e il perseguimento dei crimini nazisti si sono concentrati sui funzionari di alto livello e sui generali. La situazione è però cambiata nel 2011 con la condanna a cinque anni di reclusione di John Demjanjuk per “concorso in omicidio” di quasi 30 mila persone. Prima di quella sentenza nel sistema giuridico tedesco per arrivare all’effettiva condanna degli ex nazisti doveva essere provata la responsabilità individuale dell’imputato: dopo il 2011 è diventata sufficiente la “partecipazione” in varie forme allo sterminio sistematico. Nel 2015, per esempio, Oskar Gröning, un ex nazista di 94 anni soprannominato “il contabile di Auschwitz”, era stato giudicato colpevole e condannato a quattro anni di carcere dal tribunale di Lüneburg davanti al quale era sotto processo per essersi reso «complice di almeno 300 mila crimini» commessi ad Auschwitz nel 1944. Anche in quest’ultimo caso, la procura non ha accusato Reinhold Hanning di qualche specifico atto criminale, ma di aver avuto una parte nella cosiddetta “soluzione finale”.
Lo scorso 11 febbraio è iniziato in Germania un altro processo contro un ex nazista ed è ancora in corso: Reinhold Hanning era una guardia delle SS, ora ha 94 anni ed è accusato di aver partecipato alle fucilazioni di massa e alla selezione dei detenuti per le uccisioni nel campo di concentramento di Auschwitz. Si parla del suo coinvolgimento in almeno 170 mila omicidi. Nei prossimi mesi, sempre in Germania, cominceranno i processi contro altre guardie naziste nei campi di concentramento. L’urgenza con cui stanno cominciando questi processi è dovuta sia all’età degli imputati (non sono in molti ad essere ancora vivi) sia a quella dei sopravvissuti all’Olocausto.