Meglio non mangiare la neve
Quando cade in città la neve assorbe gli agenti tossici contenuti nei gas di scarico, mostra un nuovo studio
di Sarah Kaplan – Washington Post
Avete presente l’espressione “candido come la neve”? Beh, è una cavolata.
Secondo uno studio pubblicato nell’ultimo numero della rivista scientifica Environmental Science: Processes & Impacts, la neve che cade nelle aree urbane assorbe gli agenti inquinanti e tossici presenti nell’aria, tra cui alcune sostanze chimiche cancerogene come il benzene.
«Come madre e chimico fisico che si occupa di atmosfera, di sicuro non consiglierei ai miei figli di mangiare la neve nelle aree urbane, in generale», ha detto all’edizione americana dell’Huffington Post Parisa Ariya, autrice dello studio e professoressa di chimica e scienze atmosferiche alla McGill University del Canada. La ricerca di Ariya e dei suoi colleghi non era però dedicata principalmente allo studio della neve come prelibatezza gastronomica: i ricercatori hanno esaminato le interazioni della neve e del freddo con le particelle dei gas di scarico, scoprendo come la neve faccia da spugna e rimuova efficacemente dall’aria agenti chimici come il benzene, il toluene e lo xilene.
Ovviamente tutte queste sostanze finiscono poi all’interno della neve, rendendola uno spuntino decisamente poco invitante. Il benzene – contenuto nella benzina, nel greggio e nel fumo di sigaretta – interferisce con le funzioni cellulari e può causare anemia, leucemia e altri disturbi, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’Environmental Protection Agency degli Stati Uniti (l’ente governativo che si occupa della tutela ambientale) sostiene poi che il toluene – un additivo contenuto nella benzina – possa danneggiare il sistema nervoso centrale, mentre lo xilene è associato a disturbi neurologici, difficoltà respiratorie e insufficienza renale, tra gli altri.
«Queste scoperte dimostrano che le interazioni tra i gas di scarico generati dalla combustione della benzina, la neve e gli effetti delle basse temperature possono avere conseguenze sulla salute umana ed effetti ambientali associati all’esposizione all’inquinamento atmosferico generato dai gas di scarico», dice lo studio, che invita inoltre i ricercatori ambientali a tenere in considerazione come la presenza di neve e freddo possa alterare le misurazione delle quantità di agenti inquinanti nell’aria.
Se davvero dovete mangiare neve – anche se fatichiamo a immaginare una situazione in cui possa rendersi necessario – John Pomeroy, uno studioso di risorse idriche e cambiamento climatico all’Università di Saskatchewan, in Canada, consiglia di attendere qualche ora dall’inizio della nevicata: l’“effetto spazzola” che la neve esercita sull’atmosfera fa sì che l’aria e gli stessi fiocchi di neve si ripuliscano man mano che la nevicata prosegue, ha raccontato lo scorso inverno Pomeroy al blog The Salt sul sito di NPR (National Public Radio, un network di radio pubbliche statunitensi). La maggior parte dei ricercatori interpellati da The Salt hanno detto che i livelli di tossine nella neve sono talmente bassi che potrebbero prendere in considerazione l’ipotesi di mangiarla. Proprio come per un piatto di alta cucina, questi esperti di neve sanno come degustarla: «Tra i chimici è risaputo che la neve fresca dell’Artico si sposa benissimo con il whisky single malt invecchiato 15 anni».
© The Washington Post 2016