Gianni Infantino è il nuovo capo della FIFA
Il segretario generale della UEFA è stato eletto presidente al secondo turno con 115 voti
Aggiornamento ore 18.10: Dopo due votazioni, Gianni Infantino è stato eletto presidente della FIFA dalla maggioranza dei delegati delle 207 federazioni calcistiche presenti al congresso straordinario di Zurigo. Infantino ha ricevuto 115 voti: per essere eletti ne bastavano 104. Il suo rivale principale, lo sceicco Al Khalifa, è stato votato da 88 delegati, mentre il principe Ali bin al-Hussein e Jerome Champagne hanno ricevuto rispettivamente 4 e 0 voti.
Infantino è svizzero, come il suo predecessore Sepp Blatter, ha 45 anni e dal 2009 è segretario generale dell’UEFA: ha molti incarichi, tra cui anche quello di dirigere i sorteggi di Champions League ed Europa League. Infantino parla inglese, francese, tedesco, spagnolo e italiano; è un avvocato specializzato in diritto sportivo. Dal 2000 lavora per la UEFA, dove fu assunto come direttore della divisione Affari Legali e Licenze per club.
***
Aggiornamento ore 16.10: Si è conclusa poco prima delle 16 la prima votazione per eleggere il nuovo presidente della FIFA e nessun candidato ha ottenuto i due terzi dei voti necessari per essere eletto al primo turno: lo sceicco Al Khalifa è stato votato da 85 delegati, Gianni Infantino ha ricevuto 88 voti, Ali bin al-Hussein 27 e Jerome Champagne 7. Il candidato sudafricano Tokyo Sexwale si è ritirato prima dell’inizio delle votazioni. Stando ai voti ricevuti da ciascun candidato, i favoriti nella seconda votazione, in cui basterà ricevere la maggioranza semplice dei voti (104) per essere eletti, sono lo sceicco Al Khalifa e Gianni Infantino. Molto dipenderà anche dai voti ricevuti dai due candidati sfavoriti, Champagne e Ali bin al-Hussein, che se dovessero decidere di ritirarsi potrebbero dividersi fra i due candidati favoriti.
***
Il congresso straordinario della FIFA, durante cui si eleggerà il nuovo presidente dell’organizzazione che governa il calcio mondiale, si tiene oggi a Zurigo: è iniziato questa mattina e finirà in tarda serata, a seconda della durata delle elezioni. Il congresso è stato indetto dopo che lo scorso giugno Sepp Blatter, storico e controverso presidente della FIFA dal 1998, ha annunciato le sue dimissioni in seguito alle inchieste sui presunti giri di tangenti all’interno dell’organizzazione. Le inchieste, poi, hanno portato alla sua sospensione per otto anni (poi ridotta a sei) da ogni incarico sportivo legato al calcio e alla sospensione analoga del presidente dell’UEFA Michel Platini, che pure si era candidato per succedergli come presidente della FIFA: né Blatter né Platini potranno partecipare ad attività legate al calcio a livello locale o internazionale e sono stati automaticamente esclusi dalle elezioni di FIFA e UEFA. Al momento, dunque, i candidati a presidente sono cinque: il segretario dell’UEFA Gianni Infantino, lo sceicco Salman bin Ebrahim Al Khalifa, il principe Ali bin al-Hussein, l’ex diplomatico francese Jérôme Champagne e l’imprenditore sudafricano Tokyo Sexwale: quest’ultimo però si è ritirato all’inizio della prima votazione.
Il congresso
Il congresso straordinario, presediuto dal presidente ad interim della FIFA Issa Hayatou, si tiene all’Hallenstadion di Zurigo, un impianto multifunzionale usato anche per concerti e manifestazioni sportive. L’impianto ospita 684 delegati dei 207 stati membri che parteciperanno alle elezioni e circa 300 ospiti. Il congresso è tradotto in sei diverse lingue: inglese, francese, tedesco, spagnolo, russo e arabo. L’ordine del giorno prevede dodici punti e l’elezione è il penultimo, quindi probabilmente inizierà verso le 13: prima si discuterà dell’introduzione di alcune importanti riforme alla struttura e all’organizzazione della FIFA, che sono state proposte dopo gli scandali che negli ultimi anni hanno coinvolto l’organizzazione, e si discuterà anche del reintegro di Kuwait e Indonesia, due nazioni tuttora sospese dall’organizzazione. Il congresso sarà trasmesso in diretta sul sito della FIFA e salvo imprevisti o casi eccezionali terminerà entro la giornata, anche perché domani all’Hallenstadion è prevista una partita di hockey della squadra di Zurigo e gli operai devono smontare le strutture che verranno usate per il congresso FIFA e sistemare l’arena per tempo.
VIDEO: Zurich’s Hallenstadion is ready to host around 1000 people at the #FIFACongress tomorrowhttps://t.co/ituGQvOEW9 — FIFA.com (@FIFAcom) 25 febbraio 2016
Le modalità di voto
Le elezioni del presidente della FIFA si svolgono con voto segreto e ognuna delle 207 federazioni calcistiche nazionali che fanno parte della FIFA ha diritto a un voto (Indonesia e Kuwait sono sospese e non parteciperanno alle votazioni). Pochi giorni fa uno dei canditati alla presidenza, il principe giordano Ali bin al-Hussein, ha fatto recapitare a Zurigo delle urne in plastica trasparente da utilizzare per evitare brogli: la FIFA però ha deciso di non utilizzarle e al-Hussein ha chiesto ufficialmente di rimandare le elezioni, richiesta respinta dal TAS di Losanna. Le 207 federazioni sono divise in sei diverse confederazioni, che corrispondono a sei diverse aree geografiche continentali: la AFC (Asia e Australia), la CAF (Africa), la UEFA (Europa), la CONCACAF (America centrale, caraibica e del nord), la CONMEBOL (America del sud) e la OFC (Oceania, esclusa l’Australia). Perché un candidato diventi presidente alla prima votazione sono necessari i due terzi dei voti (138), mentre dalla seconda in poi è sufficiente una maggioranza semplice, cioè 104 voti. Dalla seconda votazione inoltre, se ci saranno più di due candidati in corsa e nessuno di loro riuscisse ad ottenere la maggioranza semplice, il candidato con meno voti verrà escluso e non parteciperà alla votazione successiva.
Statement from the FIFA Appeal Committee – https://t.co/LdE0PS3QKc — FIFA Media (@fifamedia) 24 febbraio 2016
Chi sono i candidati
I termini per presentare le candidature sono scaduti il 26 ottobre scorso e i candidati confermati sono cinque: il segretario dell’UEFA Gianni Infantino, lo sceicco Salman bin Ebrahim Al Khalifa, il principe Ali bin al-Hussein, Tokyo Sexwale e Jérôme Champagne. Per ora i candidati favoriti sono Infantino, svizzero di origini italiane, e Salman bin Ebrahim Al Khalifa, vicepresidente della FIFA e presidente dell’AFC, la federazione calcistica asiatica.
– Salman bin Ebrahim al Khalifa
Ha 49 anni ed è un dirigente sportivo del Bahrein, il piccolo stato del Golfo Persico. È cugino del re del Bahrein, è vicepresidente della FIFA e presidente dell’AFC, che è in Asia quello che l’UEFA è in Europa. Si dice che abbia il supporto di molte federazioni e che possa provare a competere con Infantino per la presidenza. Owen Gibson spiega però sul Guardian che nei suoi anni all’AFC lo sceicco non è stato estraneo ad accuse di corruzione e che è stato più volte accusato di aver imprigionato decine di atleti che nel 2011 avevano protestato contro il governo del Bahrein e in favore di una maggiore democrazia. Lo sceicco non è mai stato condannato a seguito di queste accuse e ha sempre negato un suo coinvolgimento. Nelle elezioni FIFA dello scorso maggio aveva appoggiato Blatter; dopo che Blatter aveva annunciato le sue dimissioni aveva appoggiato la candidatura di Platini.
– Gianni Infantino
È svizzero, ha 45 anni e dal 2009 è segretario generale dell’UEFA: ha molti incarichi, tra cui anche quello di dirigere i sorteggi di Champions League ed Europa League. Infantino parla inglese, francese, tedesco, spagnolo e italiano; è un avvocato specializzato in diritto sportivo. Dal 2000 lavora per la UEFA, dove fu assunto come direttore della divisione Affari Legali e Licenze per club. Da quando è diventato segretario generale ha anche l’incarico di gestire i rapporti con entità politiche come la Commissione europea e il Consiglio europeo.
È considerato molto vicino a Platini, di cui ha praticamente ereditato i compiti di presidente in seguito alla sua sospensione. Infantino ha anche preso il posto di Platini come principale favorito per le elezioni di febbraio: è esperto, “giovane”, europeo e del tutto al di fuori dalle indagini che da mesi riguardano la FIFA. Rispetto a Platini è però molto meno “mediatico”: non è stato un calciatore, e fuori dal suo ambiente il suo nome è quasi sconosciuto; e lo sarebbe anche la sua faccia, se non fosse per i sorteggi di Champions League ed Europa League che conduce ogni anno.
– Ali Bin al Hussein
È figlio del re di Giordania Hussein, morto nel 1999. Ha 39 anni ed è il più giovane dei candidati. È l’attuale presidente della federazione calcistica della Giordania e in passato è stato vicepresidente della FIFA. Negli ultimi mesi è stato piuttosto critico con Blatter: fu lui per esempio a chiedere che venisse diffuso l’intero “rapporto Garcia”, un’indagine del Comitato Etico FIFA sull’assegnazione a Russia e Qatar dei Mondiali di calcio 2018 e 2022. A maggio è stato l’unico sfidante di Blatter, ricevendo tra l’altro il supporto di Platini: ha ricevuto 73 voti su 209. Ha il merito di essere stato molto critico nei confronti di Blatter quando ancora Blatter era potente e apparentemente inattaccabile. Non ha però un grande seguito: la stessa federazione asiatica sembra parteggiare per lo sceicco Salman bin Ebrahim al Khalifa.
– Tokyo Sexwale (candidatura ritirata durante il congresso)
Ha 62 anni ed è un importante politico e imprenditore sudafricano: faceva parte del comitato che gestì la candidatura del Sudafrica per i Mondiali del 2010, i primi giocati in Africa. Oggi è piuttosto ricco ed è stato il protagonista e conduttore della versione sudafricana di The Apprentice: in Italia quel ruolo è stato di Flavio Briatore e negli Stati Uniti di Donald Trump. È stato un attivista anti-apartheid, imprigionato per anni a Robben Island, nello stesso carcere di Nelson Mandela. Ha una storia importante e peculiare, ci sono però anche nel suo caso sospetti di corruzione.
– Jérôme Champagne
Ha 57 anni ed è un ex diplomatico francese, “passato” al mondo del calcio in occasione dei Mondiali francesi del 1998. Ha ricoperto alcuni ruoli dirigenziali nella FIFA e in passato aveva detto di volersi candidare contro Blatter, senza però mai farlo. Il Telegraph scrive di lui che non è però mai riuscito a togliersi di dosso il sospetto di essere una “marionetta di Blatter“.
Chi vincerà
Finora Infantino ha ricevuto il sostegno dell’UEFA, della CONMEBOL, la confederazione sudamericana, e della UNCAF, la federazione del Centro America composta da sette nazioni. Quasi tutte le 54 nazioni che fanno parte dell’UEFA hanno comunicato il loro sostegno alla candidatura di Infantino. Anche la CONMEBOL ha espresso all’unanimità il sostegno a Infantino ed è molto probabile che tutte e 10 le federazioni sudamericane votino per lui. Facendo un conto approssimativo e includendo anche le federazioni del Nord America, il cui sostegno per Infantino è probabile, si arriva quasi cento voti, non abbastanza per essere eletto alla prima votazione.
Il voto della maggior parte delle federazioni asiatiche e africane (poco meno di un centinaio) dovrebbe andare invece allo sceicco al Khalifa. È probabile che saranno le federazioni africane a determinare il risultato delle elezioni: la confederazione del continente sostiene al Khalifa ma non è certo per chi voteranno tutte le 54 federazioni africane.