Le foto della spazzatura a Beirut
Nella capitale libanese non si sa più come smaltire i rifiuti dopo la chiusura della discarica cittadina: anche l'ultima soluzione – esportarli in Russia – non è andata a buon fine
Da sei mesi a Beirut, la capitale del Libano, c’è un grave problema legato allo smaltimento dei rifiuti. La crisi è iniziata lo scorso luglio, quando il governo ha chiuso la principale discarica cittadina senza trovare una vera alternativa. Dopo settimane di stallo, il Consiglio per la Ricostruzione e lo Sviluppo, un’agenzia governativa, aveva affidato la gestione dell’emergenza a una società britannica, la Chinook Urban Mining, che avrebbe dovuto esportare i rifiuti in Russia dove sarebbero stati smaltiti. Ma venerdì scorso il governo del Libano ha cancellato il piano con la Chinook Urban, dopo che la società non era riuscita a consegnare entro la scadenza prevista i documenti che attestavano che la Russia aveva accettato di importare i rifiuti. Il risultato è che molte strade di Beirut sono piene di rifiuti: i residenti bruciano quello che possono, nonostante il divieto imposto dal governo. La situazione più grave si sta verificando nel quartiere di Jdeideh, dove si è formato una specie di “fiume di rifiuti”.
Reuters scrive che molti danno la colpa della crisi al sistema politico libanese, paralizzato da diverso tempo e non più in grado di funzionare regolarmente. La situazione in Libano è peggiorata ulteriormente con l’inizio della guerra in Siria – stato che confina con il territorio libanese – che ha provocato l’acuirsi delle tensioni settarie nel paese, e di riflesso in Parlamento (in Libano ci sono musulmani sciiti, sunniti, drusi e cristiani). Tra le altre cose, il Libano è senza un presidente da oltre un anno e mezzo.