L’omicidio di Gloria Rosboch
Cosa sappiamo del caso dell'insegnante uccisa vicino a Torino per il quale ha confessato un suo ex studente, Gabriele Defilippi
Gloria Rosboch era un’insegnante di francese di 49 anni uccisa a Castellamonte, un comune di circa diecimila abitanti che si trova circa 40 chilometri a nord di Torino, vicino a Ivrea. Rosboch è stata uccisa il 13 gennaio ma il suo cadavere è stato trovato solo pochi giorni fa. Al momento tre persone sono state arrestate perché sospettate di avere a che fare con l’omicidio: Gabriele Defilippi, un ex studente di Rosboch di 22 anni; Caterina Abbattista, sua madre, 49 anni; Roberto Obert, un amico di Defilippi di 55 anni.
Gloria Rosboch era un’insegnante di francese alla scuola media Giacomo Cresto di Castellamonte. Il 13 gennaio 2016 intorno alle 14.45 è uscita di casa dicendo ai suoi genitori, con i quali viveva, che stava andando a una riunione scolastica e che sarebbe tornata entro mezz’ora. Alla sua scuola però non c’era nessuna riunione e Rosboch non è tornata a casa. I giornali hanno cominciato a occuparsi della vicenda qualche giorno dopo, trattando la vicenda come un caso di sparizione e parlando del fatto che Rosboch nell’ottobre del 2014 avesse prelevato 187mila euro dal conto bancario dei genitori per consegnarli a Gabriele Defilippi, un suo ex studente di 22 anni. Rosboch aveva poi denunciato Defilippi per truffa. I carabinieri, dopo aver indagato su un possibile coinvolgimento di Defilippi nella scomparsa di Rosboch, avevano però escluso l’ipotesi perché sembrava che i tabulati telefonici confermassero il suo alibi: aveva detto di essere rimasto tutto il giorno nella sua casa a Gassino, un altro comune del torinese a una quarantina di chilometri da Castellamonte. Rosboch possedeva un vecchio cellulare Nokia senza GPS, che era stato spento poco dopo la sua scomparsa e che non aveva permesso ai carabinieri di localizzare i suoi spostamenti.
Il 29 gennaio la procura di Ivrea ha aperto un’inchiesta con l’accusa di omicidio contro ignoti, e nei giorni successivi ha concentrato le indagini su Gabriele Defilippi, cercando di ricostruire come fosse andata la questione dei 187mila euro (sulla truffa ha indagato anche la procura di Torino). Defilippi non studiava né lavorava, e i giornalisti che hanno raccolto informazioni su di lui e il suo stesso avvocato, Pierfranco Bertolino, hanno spiegato che aveva diversi profili su Facebook e su altri social network, sui quali condivideva fotografie con travestimenti e parrucche: Bertolino ha detto che quella di Defilippi è «una personalità disturbata». Secondo la denuncia di Rosboch, nell’ottobre 2014 Defilippi, che la conosceva perché era stato suo allievo, le aveva proposto di investire in una società nella quale Defilippi aveva detto di lavorare: la società avrebbe dovuto fare un investimento redditizio in Francia, e con i soldi guadagnati Defilippi aveva detto a Rosboch che i due sarebbero andati a vivere insieme in Costa Azzurra. Non è chiaro se Defilippi e Rosboch avessero una qualche forma di relazione affettiva.
Il 24 ottobre Rosboch ritirò 187mila euro dal conto dei genitori in una banca di Torino e li consegnò a Defilippi in una valigetta. In realtà la società e l’investimento non esistevano e Defilippi era sparito con i soldi. Rosboch però riuscì a rintracciare Defilippi su Facebook, utilizzando uno pseudonimo: secondo Repubblica, a dicembre 2015 Rosboch incontrò la madre di Defilippi, che le disse che il figlio era stato picchiato e derubato dei 187mila euro e provò a convincerla a ritirare la denuncia. Il procedimento per truffa era ancora in corso.
Il 18 febbraio, poi, la procura di Torino ha ascoltato la testimonianza di un’altra donna, Marzia Lachello, una maestra di 33 anni, che ha raccontato che nel 2013 ebbe una relazione con Defilippi, il cui fratello minore era suo allievo. Lachello non ha mai sporto denuncia contro Defilippi, ma i giornali hanno parlato di un altro presunto tentativo di truffa ai suoi danni. Il 19 febbraio le squadre che stavano cercando da un mese il corpo di Rosboch lo hanno trovato a Rivara, un piccolo comune a 15 chilometri da Castellamonte, in una vasca di scolo di una discarica. Subito dopo il ritrovamento Defilippi è stato arrestato. A dire ai carabinieri dove si trovava il corpo di Rosboch è stato – dopo un interrogatorio – Roberto Obert, un amico di Defilippi di 55 anni, ex parrucchiere, che lo ha accusato di essere l’assassino di Rosboch. I carabinieri hanno arrestato anche Obert con le stesse accuse di Defilippi: omicidio volontario e occultamento di cadavere. La sera del 19 febbraio è stata arrestata anche la madre di Defilippi, Caterina Abbattista, con l’accusa di concorso in omicidio: il medico legale che ha esaminato il corpo di Rosboch ha trovato segni di strangolamento sul suo collo.
Defilippi è stato interrogato nella notte tra il 19 e il 20 febbraio nella caserma di Ivrea, e secondo quanto hanno scritto i giornali ha confessato di avere ucciso Rosboch insieme a Obert. Abbattista invece avrebbe negato qualsiasi coinvolgimento, e sia Obert sia Defilippi hanno sostenuto che la donna non sia stata una complice dell’omicidio. Abbattista dice che il 13 gennaio era rimasta nell’ospedale in cui lavorava per tutto il giorno, ma Repubblica scrive che la localizzazione del suo cellulare dice che quel giorno si è spostata ed è stata in un luogo non lontano da quello dell’omicidio: è per questo, continua Repubblica, che la donna è ancora in stato di fermo.
Nei giorni successivi all’arresto, Defilippi e Obert si sono accusati a vicenda di essere stati gli esecutori materiali dell’omicidio: tutti e due hanno detto di avere solo guidato l’auto sulla quale il 13 febbraio hanno fatto salire Rosboch, ma che a strangolare la donna sia stato l’altro. Obert ha anche detto di aver cercato di fermare Defilippi mentre uccideva l’insegnante. Non è ancora chiaro neanche quali siano stati i ruoli di Defilippi e Obert nella truffa compiuta ai danni di Rosboch: anche in questo caso i due si sono accusati a vicenda di essere gli ideatori del raggiro. Quando è stata trovata, Rosboch non indossava i pantaloni ma solo un paio di collant: Defilippi ha detto in un altro interrogatorio che era ancora viva quando lui e Obert l’hanno buttata nel pozzo – anche se l’autopsia ha stabilito che la donna è morta per strangolamento – e che prima le avevano tolto di dosso alcuni vestiti, che poi hanno buttato via in giro per Torino. Nello stesso interrogatorio, Defilippi ha detto di avere avuto, quando era ancora minorenne, dei rapporti sessuali con Obert, che ha definito molestie. L’avvocato di Defilippi ha detto oggi che chiederà un test per stabilire l’eventuale infermità mentale di Defilippi. Per ora i carabinieri non hanno ancora capito dove siano stati depositati o nascosti i 187mila euro di Rosboch, ma hanno sequestrato la cassetta di sicurezza di Obert in una banca del comune di Forno, vicino a Castellamonte.