Bompiani e Marsilio sono in vendita
Lo ha di fatto confermato l'amministratore delegato di Mondadori, Ernesto Mauri: Marsilio tornerà quasi certamente alla famiglia De Michelis, per Bompiani ci sono alcune offerte
L’amministratore delegato di Mondadori Ernesto Mauri ha di fatto confermato – ieri nella trasmissione di Rai2 2Next Economia e futuro – che le case editrici Bompiani e Marsilio sono in vendita. Appare infatti sempre più probabile che l’Antitrust deciderà di imporne la cessione a Mondadori come condizione per rendere effettiva l’acquisizione di RCS Libri dell’ottobre scorso, e l’interesse dimostrato da altre case editrici ad acquistarle fanno pensare che le parole di Mauri confermino l’intenzione di vendere le due case editrici. Oltre alle cessioni, scrive Repubblica oggi, l’Antitrust sarebbe intenzionata a imporre a Mondadori-RCS alcune regole per garantire la concorrenza del mercato. La decisione arriverà in settimana, l’Agcom si esprimerà entro 45 giorni e, a quel punto, l’acquisizione di RCS Libri da parte di Mondadori diventerà effettiva.
Nell’intervista Ernesto Mauri ha confermato alcune notizie già circolate, e ne ha data una nuova. Ha confermato che effettivamente «c’è l’ipotesi della dismissione di Marsilio e Bompiani per una quota di mercato che vale il 3%». (Bompiani vale il 2, Marsilio l’1). Ha chiarito che Mondadori aveva già considerato il rischio che l’Autorità Garante potesse dare il via libera all’acquisizione con RCS Libri solo chiedendo dismissioni: «Abbiamo preso il rischio di ridurre il perimetro. Ce ne faremo una ragione». Di fatto, Mondadori accetta la cessione di Marsilio e Bompiani. Proprio per questo ieri i legali della casa editrice di Segrate hanno rinunciato ad essere ascoltati dall’Antitrust, come era loro diritto.
Mauri ha detto che ad acquistare Marsilio sarà probabilmente Cesare De Michelis, tutt’ora presidente, maggiore azionista della casa editrice dal 1965 e socio al 44 per cento da quando nel 2000 Marsilio è stata acquistata da RCS. La seconda notizia data da Mauri è che le trattative per Bompiani sono già in corso: «È un marchio molto bello e tutti mi hanno telefonato perché lo vogliono».
I “tutti” in questione sono in primo luogo la Nave di Teseo, cioè Elisabetta Sgarbi, la vecchia direzione editoriale di Bompiani, e i soci fondatori, usciti a novembre in polemica con l’acquisizione. Lo aveva già annunciato in un’altra intervista a Repubblica, la stessa Sgarbi ieri, giorno dei funerali di Umberto Eco, il più importante autore di Bompiani e della Nave di Teseo, che contribuì a finanziare personalmente:
«Se l’Antitrust dovesse decidere per questa soluzione, e se la Mondadori accettasse l’offerta, certamente sarei felice e anzi avrei raggiunto lo scopo editoriale della mia vita: ricongiungere La Nave di Teseo alla Bompiani e quindi ridare unità al catalogo di Eco e degli altri autori della Nave”».
È questa la soluzione che Ernesto Mauri ha detto di aspettarsi. Il problema è che non è tanto chiaro quanto possa valere Bompiani – che ha un fatturato di circa 15 milioni di euro e una quota di mercato del 2 per cento – senza tutti gli autori che se ne sono andati per seguire la Nave di Teseo. Oltre a Umberto Eco – che ha disposto che alla scadenza andranno alla Nave di Teso anche i diritti dei libri attualmente di Bompiani –, ci sono Sandro Veronesi, Edoardo Nesi, Pietrangelo Buttafuoco, Mauro Covacich, Nuccio Ordine, Lidia Ravera, Furio Colombo, Vittorio Sgarbi, Susanna Tamaro, e tra gli stranieri Michael Cunningham, Hanif Kureishi e Tahar Ben Jelloun.
Nonostante questo, l’interesse per Bompiani è stato confermata a Repubblica anche da Stefano Mauri, cioè dal Gruppo GeMS, il terzo gruppo editoriale italiano con marchi come Longanesi, Guanda, Salani, Chiarelettere (il secondo dopo che la fusione Mondadori RCS andrà in porto): «Essendo stata la Bompiani fondata dalla nostra famiglia, non nascondo che siamo interessati». (Le famiglie Mauri e Bompiani sono imparentate: la nonna era la sorella di Valentino Bompiani, che fondò la casa editrice nel 1929). Oltre all’interesse del Gruppo GeMs, Repubblica dà per sicuro anche quello di Giunti, il quarto Gruppo, che non commenta, e come possibile quello di Feltrinelli.
Senza Bompiani e Marsilio, il gruppo Mondadori-RCS varrà il 32,5 per cento del mercato, ma sarà primo sia nei tascabili (57 per cento) che nella scolastica, attualmente dominata da Zanichelli e Pearson. Se, come ormai pare probabile, la fusione avrà il via libera, è anche perché tutta l’editoria – dopo un anno di attesa dovuta a queste manovre – ha interesse che il mercato riparta e i nuovi assetti si stabilizzino.