“Trainspotting” ha vent’anni
Le scene e i motivi per i quali il più famoso film sulla tossicodipendenza continua ad essere così popolare, nonostante gli anni
Il 23 febbraio 1996 uscì nei cinema britannici Trainspotting, il secondo film del regista inglese Danny Boyle. Il film, che racconta le storie di un gruppo di tossicodipendenti di Edimburgo, in Scozia, fu un enorme successo e generò da subito critiche per la sua rappresentazione esplicita della dipendenza dalla droga e per i contenuti molto volgari: ma il successo e l’impatto di Trainspotting continuò nel tempo, rendendolo uno dei film più famosi degli ultimi vent’anni. È diventato col tempo un film di culto, trasversale, citato innumerevoli volte e pieno di scene e battute diventate iconiche, ma in qualche modo ha mantenuto un certo status di film underground, per via dei suoi contenuti.
Trainspotting si basa sull’omonimo romanzo del 1993 dello scrittore scozzese Irvine Welsh, e recentemente Boyle ha annunciato che nel 2016 (più probabilmente nel 2017, per alcuni ritardi nelle riprese), in occasione dei vent’anni del film, ne uscirà un sequel tratto dal sequel del libro originale di Welsh, che si intitola Porno.
I protagonisti di Trainspotting – che è un termine gergale scozzese con molti significati, dal “guardare i treni” all’iniettarsi eroina all’essere ossessionati da qualcosa – sono Mark “Rent Boy” Renton (interpretato da Ewan McGregor) e i suoi amici: Daniel “Spud” Murphy (Ewen Bremner), quello poco intelligente e buono, Simon “Sick Boy” Williamson (Jonny Lee Miller), un cinico truffatore, Francis “Franco” Begbie (Robert Carlyle), uno psicopatico violento, e Thomas “Tommy” MacKenzie (Kevin McKidd), che è un tipo molto sportivo. Rent Boy, Sick Boy e Spud sono tutti e tre dipendenti da eroina (Tommy e Begbie ne stanno alla larga), ma provano tutti e tre a smettere.
Il film racconta inizialmente il loro tentativo di disintossicarsi e l’inizio della relazione tra Renton e Diane, che conosce in una discoteca e con cui fa sesso, prima di scoprire che ha solo 15 anni. Presto i tre tornano a fare uso di eroina, così come Tommy, che è appena stato lasciato dalla ragazza. Un giorno, mentre sono insieme e strafatti, scoprono che il figlio neonato di una loro amica – e di Sick Boy – è morto senza che loro se ne accorgessero, e ne rimangono sconvolti. Il resto del film racconta del tentativo di Renton di cambiare vita, disintossicandosi, e dei guai con la legge degli altri protagonisti, che alla fine del film si riuniscono per vendere insieme una partita di eroina, per dividersi il guadagno.
Prima di Trainspotting, Boyle aveva diretto un solo film, Piccoli omicidi tra amici, che aveva avuto un gran successo e aveva lanciato sia la sua carriera sia quella di McGregor, il protagonista. McGregor perse 12 chili per recitare la parte (eliminando dalla sua dieta la birra, ha spiegato), lesse libri sulla dipendenza da crack ed eroina e incontrò ex tossicodipendenti. Robert Carlyle, che interpreta Begbie, uno dei personaggi più riusciti ed apprezzati del film, spiegò nel 2009 di credere che il suo personaggio – il classico “maschio alfa” violento – fosse in realtà un omosessuale represso, e di aver recitato cercando di dargli questa caratterizzazione. Welsh ha detto di essere abbastanza d’accordo con Carlyle e di aver voluto suggerire questa idea anche nel libro. Kelly Mcdonald, che interpreta la quindicenne Diane, allora era sconosciuta, e aveva in realtà vent’anni: dopo il film ha avuto una buona carriera, arrivando a interpretare Margaret Schroeder, una delle protagoniste della serie di HBO Boardwalk Empire.
Trainspotting fu girato con un budget di circa tre milioni e mezzo di dollari, e ne guadagnò in tutto circa 70 milioni. Fu un grande successo di critica, oltre che commerciale, e fu apprezzatissimo per il suo humour nero, per la sceneggiatura brillante e per la crudezza della descrizione della dipendenza da eroina e degli emarginati sociali in Scozia. Qualcuno accusò però il film di celebrare la tossicodipendenza: tra gli altri ci fu anche l’allora candidato Repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti Bob Dole, che criticò il film (insieme a Pulp Fiction). Trainspotting ricevette una nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale.
Per il sequel – che secondo Welsh non si chiamerà Porno come il libro, per evitare equivoci al cinema – è stata confermata la presenza degli attori principali del cast originale (McGregor, Lee Miller, Bremner e Robert Carlyle), la regia di Boyle e anche lo stesso sceneggiatore del primo film, John Hodge. Boyle, che ha vinto poi una montagna di premi Oscar con The Millionaire e recentemente ha diretto Steve Jobs, ha detto di essere preoccupato e di sentire parecchia pressione, perché «la gente ci ucciderà se facciamo un brutto lavoro».