Chi c’era agli Oscar del 1996
Fu l'anno di “Braveheart”, di Nicolas Cage e Kevin Spacey, ma soprattutto di Massimo Troisi e del “Postino”: le foto più belle di quella sera
La cerimonia di consegna degli Oscar del 1996, quella di vent’anni fa, si svolse il 25 marzo al Dorothy Chandler Pavilion (fu solo nel 2002 che si spostò all’attuale Dolby Theatre). Quell’anno condusse la cerimonia l’attrice Whoopi Goldberg, che allora era molto popolare. L’anno prima il presentatore era stato David Letterman, la cui performance aveva però deluso molto e attirato parecchie critiche: Goldberg aveva già presentato con successo la cerimonia due anni prima, e nel 1996 confermò le sue capacità televisive in particolare con un apprezzato monologo iniziale.
Le nomination per quell’anno furono abbastanza inattese, in particolare le cinque che ricevette Il postino, il famoso film di Michael Radford con Massimo Troisi e Philippe Noiret. Il postino fu candidato all’Oscar per il miglior film, per la miglior regia, per la migliore sceneggiatura non originale e per la migliore colonna sonora drammatica, e Troisi a quello per il miglior attore protagonista. Troisi morì subito dopo la fine delle riprese del film, circostanza che contribuì a rendere il film e l’attore molto popolare negli Stati Uniti: fu il quarto attore della storia a cui capitò di ricevere una nomination postuma all’Oscar per il miglior attore.
Un’altra sorpresa delle nomination fu il grande successo di Babe – Maialino coraggioso, un film australiano con protagonisti degli animali animati in digitale: ricevette in tutto sette candidature, tra cui quella per il miglior film, migliore regia, migliore attore non protagonista (per James Cromwell) e migliore sceneggiatura non originale. Apollo 13, filmone di fantascienza di Ron Howard, ottenne in tutto 9 nomination ma vinse solo due Oscar (per i migliori effetti sonori e per il miglior montaggio): e Tom Hanks, che arrivava dal grande successo di Forrest Gump, non venne neanche candidato a quello per il migliore attore. Anche Casinò di Martin Scorsese ricevette solo una nomination, quella di Sharon Stone per la migliore attrice non protagonista. Tutti e cinque i registi candidati alla miglior regia erano alla prima nomination personale.
Fu un anno senza un solo film a dominare diverse categorie, e in cui 15 vincitori dei premi non erano mai stati neanche nominati in precedenza. Vinse il premio per il miglior film e per la miglior regia Braveheart, che era anche il film che aveva ricevuto più nomination, dieci. Il film vinse anche l’Oscar per la migliore fotografia, per il miglior trucco e per il miglior montaggio sonoro. Il premio per il miglior attore lo vinse Nicolas Cage per Via da Las Vegas: fu una vittoria un po’ insperata e che negli anni successivi è stata spesso criticata e considerata immeritata, ma la concorrenza quell’anno non era spietata, tranne forse per l’interpretazione di Sean Penn in Dead Man Walking, film per il quale Susan Sarandon vinse l’Oscar per la migliore attrice.
Kevin Spacey, che allora si stava affermando come uno degli attori più promettenti di Hollywood, vinse l’Oscar per il migliore attore non protagonista per la sua interpretazione di Keyser Söze nei Soliti Sospetti, che diventerà famosissima. Mira Sorvino, attrice americana che allora era compagna di Quentin Tarantino, vinse l’Oscar per la migliore attrice non protagonista per La dea dell’amore di Woody Allen: dopo un paio d’anni di celebrità, Sorvino perse rapidamente popolarità. Il premio per la migliore sceneggiatura originale andò ai Soliti Sospetti, quello per la sceneggiatura non originale invece a Ragione e sentimento, un film di Ang Lee tratto dal romanzo di Jane Austen.
Tra i momenti più notevoli della serata ci fu quello in cui Christopher Reeve, attore americano famoso per avere interpretato Superman in diversi film, fece un discorso sull’importanza dell’impegno sociale del cinema pochi mesi dopo l’incidente a cavallo che lo lasciò paralizzato: Reeve ricevette un lunghissimo e commosso applauso quando comparve sul palco in sedia a rotelle.
Ad essere ricordato è anche il discorso con il quale Kevin Spacey accettò il suo premio, per l’omaggio alla madre, in lacrime tra il pubblico.
Quell’anno venne consegnato al grande attore americano Kirk Douglas il premio Oscar per la carriera (Douglas non l’aveva mai vinto): Douglas aveva recentemente avuto un infarto, e con fatica fece un discorso molto emozionato, presentato da Steven Spielberg.