Per quanti anni governerà ancora Morales?
Ancora per tanti, se fosse per lui: oggi in Bolivia si vota per modificare la Costituzione e permettere all'attuale presidente di candidarsi per un terzo mandato
Oggi in Bolivia si vota al referendum per confermare la modifica alla Costituzione che permetterà al presidente Evo Morales di candidarsi per un terzo mandato nel 2019. Morales, un ex coltivatore di coca e il primo boliviano di origine indio a essere stato eletto presidente, è al potere da dieci anni, da quando vinse le elezioni presidenziali del 2005. Morales ha goduto per anni di consensi altissimi e ancora oggi è un leader molto popolare, ma la sua lunga permanenza al potere ha iniziato a procurargli critiche, e recentemente sono emersi scandali di corruzione che riguardano persone a lui vicine. Secondo alcuni sondaggi, che vanno presi con molta cautela, i “sì” al referendum sarebbero intorno al 44 per cento, i “no” al 41 per cento. Se questi numeri fossero confermati, si tratterebbe di un risultato estremamente preoccupante per un leader che gode di un tasso di approvazione del 69 per cento.
Morales è un leader di sinistra radicale, ha posizione socialiste e nei suoi discorsi attacca spesso gli Stati Uniti, la globalizzazione e le grandi società multinazionali. Fino ad oggi, Morales era considerato uno dei pochi leader della sinistra sudamericana a rimanere immune a un generale calo di consensi. Dall’Argentina al Venezuela, i leader di sinistra populisti arrivati al potere tra la fine degli anni Novanta e la metà degli anni Duemila sono in difficoltà: le loro politiche economiche non hanno funzionato e il loro gradimento è crollato.
Nel 2014 Morales ha vinto per la terza volta le elezioni presidenziali con più del 60 per cento dei voti e gli elettori sembrano apprezzarlo ancora molto – Morales ha vinto le sue prime elezioni nel 2005, poi ha cambiato la Costituzione nel gennaio 2009, ha vinto di nuovo le elezioni nell’autunno dello stesso anno e si è candidato di nuovo nel 2014, sostenendo che visto che era cambiata la Costituzione la candidatura doveva essere contata come “seconda” e non “terza”. Parte del suo successo è dovuto alla situazione economica della Bolivia: in dieci anni il PIL del paese è triplicato e la povertà si è ridotta di un terzo.
Per quanto sia un radicale, Morales non ha introdotto le politiche poco ortodosse che hanno portato alla rovina l’economia dell’Argentina e sopratutto quella del Venezuela, un paese alleato della Bolivia. Parte di questi buoni risultati è dovuto all’aumento significativo dei prezzi delle materie prime esportate dalla Bolivia (petrolio prima della fine del 2014 e semi di soia, sopratuto). Il 2015 è stato un anno in cui i prezzi delle materie prime sono scesi molto, ma l’economia boliviana sembra aver reagito bene ed è comunque riuscita a crescere del 4,5 per cento, più della media continentale. Ma è anche stato il primo anno in cui il governo ha dovuto fare deficit per mantenere il livello di spesa. Il Brasile, che acquista circa un terzo delle esportazioni della Bolivia, sta entrando in una difficile recessione e questo potrebbe avere serie conseguenze a breve termine anche per l’economia boliviana.