Un altro giro di primarie americane
Stanotte i Democratici votano in Nevada, i Repubblicani in South Carolina: le cose da tenere d'occhio, a dieci giorni dal Super Tuesday
Sabato 20 febbraio negli Stati Uniti si terranno le primarie presidenziali dei Democratici nello stato del Nevada e quelle Repubblicane nello stato del South Carolina (in Italia sarà la notte fra sabato 20 e domenica 21). Il 23 febbraio i Repubblicani voteranno invece in Nevada, e il 27 i Democratici in South Carolina. In South Carolina entrambi i partiti terranno primarie aperte, cioè si potrà votare senza bisogno di essere iscritti a un partito. In Nevada si voterà invece tramite i caucus, cioè una specie di “assemblea” durante la quale i rappresentanti di ciascun candidato proveranno a convincere il maggior numero possibile di elettori, e alla fine si farà una conta.
Quella di Nevada e South Carolina è la terza tornata elettorale delle primarie americane – le prime due si sono svolte in Iowa e New Hampshire – ma soprattutto l’ultima prima del cosiddetto Super Tuesday, il giorno in cui Democratici e Repubblicani terranno le primarie in contemporanea in una dozzina di stati. La tornata del Nevada di solito è considerata piuttosto interlocutoria: i candidati che hanno ottenuto scarsi risultati in Iowa o New Hampshire a questo punto si sono già ritirati, oppure aspettano di vedere come gli andrà il Super Tuesday. A questo giro però ci sono almeno due cose da tenere d’occhio: se Hillary Clinton riuscirà a vincere in Nevada, uno stato che demograficamente le è favorevole e in cui i sondaggi la danno in vantaggio, e come si piazzerà in South Carolina Jeb Bush, che da settimane è in grossa difficoltà e che in caso di risultato deludente potrebbe decidere di ritirarsi.
I Democratici e il Nevada
Sin dall’inizio della campagna elettorale il candidato favorito in Nevada è stato Hillary Clinton, vista la percentuale di elettori provenienti da minoranze più alta rispetto ad Iowa e New Hampshire (Clinton va molto bene fra ispanici e latinoamericani, Bernie Sanders fra giovani e bianchi di reddito medio-alto). I sondaggi degli ultimi giorni dicono però che i due candidati rimasti in corsa sono praticamente pari. Il fatto che le primarie si tengano tramite caucus, inoltre, rende l’esito ancora più imprevedibile. Nel caso Clinton perdesse, si ricomincerebbe a parlare moltissimo delle sue possibilità di perdere la nomination, cosa che fino a qualche settimana fa sembrava impensabile: ma va tenuto conto che Clinton ha un vantaggio molto largo in molti dei prossimi stati in cui si vota, compresi quelli del Super Tuesday.
Uno spot diffuso dalla campagna di Hillary Clinton, con protagonista una bambina ispanica i cui genitori sono immigrati irregolari che rischiano di essere espulsi. Clinton cerca di mostrare il suo lato umano, tenendo sulle ginocchia e consolando la bambina
I Repubblicani e il South Carolina
In South Carolina da settimane Trump è in testa ai sondaggi – secondo il modello dello statistico e giornalista Nate Silver ha il 77 per cento di possibilità di vincere – mentre dietro a lui c’è un gran trambusto. Il giovane senatore della Florida Marco Rubio – che era andato molto bene in Iowa e molto male in New Hampshire, dopo aver fatto una figuraccia in un dibattito in mezzo alle due primarie – sembra aver recuperato terreno e ha ottenuto l’endorsement di due politici molto influenti della zona, il governatore locale Nikki Haley e il deputato conservatore radicale Trey Gowdy.
Andrà probabilmente molto bene anche Ted Cruz, il senatore texano molto conservatore che ha vinto in Iowa battendo Trump, che negli stati meridionali è dato molto in alto. I sondaggi danno Rubio e Cruz praticamente pari ma soprattutto Jeb Bush al quarto posto: se dovesse davvero finire così, Bush potrebbe anche ritirarsi, dato che secondo Politico alcuni dei suoi finanziatori più influenti stanno cominciando a perdere la pazienza dopo i risultati deludenti in Iowa e New Hampshire. L’altro candidato moderato, John Kasich, andrà quasi sicuramente male: ma il suo obiettivo è quello di tenersi in corsa almeno fino al 15 marzo, data in cui si voterà nello stato dove attualmente è governatore, l’Ohio.
La media dei sondaggi elettorali più affidabili in South Carolina, messa insieme da Real Clear Politics