“That’s me in the corner”
Venticinque anni fa oggi uscì la canzone che cambiò la carriera dei REM
Oh life, it’s bigger
It’s bigger than you
And you are not me
Fino al 19 febbraio del 1991, venticinque anni fa oggi, i REM erano una band che aveva raccolto e aumentato una cospicua ammirazione e popolarità tra i fans del rock contemporaneo e chi stava attento al suo rinnovarsi e ai generi che venivano chiamati “indie”, o “alternative”, o “americana”.
Esistevano già da dieci anni – erano di Athens, Georgia: in quattro – avevano fatto il primo disco da otto, e altri cinque dopo: e diverse canzoni già memorabili, “So. Central rain”, “The one I love”, “It’s the end of the world as we know it”.
Ma erano una band di genere, per quanto una band straordinaria e peculiare, a cominciare dalla riconoscibilità della voce del cantante, Michael Stipe, e con un culto cresciuto molto: aveste chiesto a dei normali fruitori di musica mainstream o radiofonica, pochi avrebbero risposto che li conoscevano, meno ancora fuori dagli Stati Uniti.
Poi, il 19 febbraio 1991, venticinque anni fa oggi, uscì “Losing my religion”.
Col suo particolarissimo giro di mandolino, col suo video straniante, con la figura particolare di Michael Stipe, e col suo andamento ipnotico e ballabile insieme, “Losing my religion” fu adottata immediatamente dalle tv di videoclip – allora popolarissime, a partire da MTV – e dalle radio di tutto il mondo. Alla fine fu il singolo dei REM più venduto di sempre, e vinse due premi Grammy, con sette nomination; il video vinse sette premi agli MTV Awards (la religione non c’entra, l’espressione vuol dire una cosa come “perdere il controllo”, e la canzone parla di un amore non corrisposto).
That’s me in the corner
That’s me in the spotlight
Losing my religion
Trying to keep up with you
And I don’t know if I can do it
Oh no, I’ve said too much
I haven’t said enough
“Losing my religion” fu il primo singolo del nuovo disco, che sarebbe uscito tre settimane dopo, Out of time. Mike Mills, bassista e molto altro della band, disse poi: “Senza “Losing My Religion”, Out of Time avrebbe venduto due o tre milioni di copie, invece delle circa dieci che fece. Di fatto quel disco fu un successo in ogni paese civile del mondo” (i dati dell’industria discografica ipotizzano alla fine circa 18 milioni di copie vendute nel mondo: fu primo negli Stati Uniti, nel Regno Unito, e in Italia).
Poi, vent’anni dopo, i REM si sono sciolti, dopo essere stati per oltre un decennio – insieme agli U2 – la rock band di maggior successo del mondo. A cominciare da quel giorno là.