In Venezuela il prezzo della benzina aumenterà del 6.000 per cento
Lo ha annunciato il presidente Nicolas Maduro, insieme a una svalutazione del bolivar, per affrontare la crisi economica
Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, ha annunciato una svalutazione del bolivar, la moneta nazionale, e un sensibile aumento del costo dei carburanti, allo scopo di affrontare meglio la crescente crisi economica nel paese. Secondo analisti indipendenti e oppositori, però, le nuove misure riusciranno a fare poco per sistemare conti e bilanci pubblici.
Il Venezuela è un grande esportatore di petrolio, ma i prezzi sempre più bassi del greggio sul mercato internazionale stanno influendo negativamente sull’economia, che non ha molti altri settori sviluppati a parte quello delle estrazioni ed è tradizionalmente orientata verso una forte spesa pubblica – usata allo scopo di ridurre la povertà ma anche ottenere consensi politici – ritenuta già in passato difficile da sostenere nel lungo periodo. Maduro ha spiegato, con un lungo messaggio di oltre quattro ore alla nazione, che si tratta di “misure necessarie: un modo di agire indispensabile per riequilibrare le cose, me ne assumo la responsabilità”.
La decisione che avrà il maggiore impatto sulla popolazione è quella legata al costo del carburante. La benzina aumenterà del 6mila per cento: passerà dagli attuali 0,009 euro al litro a circa 0,54 euro, mentre il carburante con meno ottani costerà intorno agli 0,09 euro. I prezzi molto bassi erano resi possibili da sussidi statali di vario tipo, che continueranno a esserci ma in misura molto minore. Secondo le prime stime, la revisione dei prezzi del carburante dovrebbe permettere allo stato di risparmiare circa 720 milioni di euro l’anno. La politica dei sussidi molto alti aveva ripercussioni anche sull’andamento di Petroleos de Venezuela, l’azienda petrolifera statale, che solo nel 2013 aveva dovuto affrontare costi intorno ai 13,6 miliardi di euro per sostenerla. Nel suo discorso Maduro ha ricordato che “il Venezuela ha la benzina meno cara al mondo: il suo prezzo è praticamente pari a zero” e che era inevitabile intervenire per il bene del paese.
Secondo gli analisti internazionali, attualmente il deficit dello stato equivale al 25 per cento del prodotto interno lordo. Per compensare i ricavi inferiori dovuti al prezzo molto basso del petrolio, nel 2015 il governo del Venezuela ha stampato più moneta portando a tassi molto alti di inflazione che hanno raggiunto il 141 per cento. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, senza interventi incisivi l’inflazione in Venezuela potrebbe raggiungere il 720 per cento entro la fine dell’anno. La situazione era ritenuta da molti osservatori fuori controllo e molto rischiosa per la stabilità economica del paese. Anche per questo motivo Maduro ha annunciato una svalutazione della moneta nei confronti del dollaro: saranno necessari 10 bolivar per ogni dollaro e non più 6,3.
La devaluación de 6,3 a 10 no tiene impacto relevante. Hay que esperar a que tasa fijarán el "flotante" y si moverán ahí sectores claves.
— Luis Vicente Leon (@luisvicenteleon) February 17, 2016
L’aumento dei prezzi per il carburante e la svalutazione potrebbero non essere sufficienti per risolvere i seri problemi economici del Venezuela. Secondo l’economista Luis Vicente Leon, tra i principali studiosi delle politiche economiche venezuelane, la svalutazione rispetto al dollaro non avrà un impatto molto rilevante, mentre l’aumento del prezzo del carburante potrà funzionare solo se sarà aggiornato regolarmente, sulla base dell’andamento dell’inflazione. Continuerà a esistere un secondo tasso di cambio che di fatto mantiene il meccanismo, complesso e che non ha portato a grandi benefici, voluto dall’ex presidente venezuelano Hugo Chávez. Secondo molti analisti, per superare la crisi, il Venezuela dovrebbe abbandonare il sistema valutario di Chávez e normalizzare il prima possibile le sue politiche economiche.