Breve storia di René Laennec, medico e inventore
Nacque il 17 febbraio di 235 anni fa, in Francia, e ideò uno degli strumenti più famosi della medicina
Renè Laennec è stato un importantissimo medico francese vissuto tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, inventore dello stetoscopio e dell’auscultazione. Lo stetoscopio è probabilmente lo strumento medico più famoso di sempre, è quello che i medici generali e quelli dei pronto soccorso portano sempre in tasca o al collo: è formato da due auricolari usati dal medico e da un piccolo padiglione – a forma di campana o disco – che viene appoggiato sul torace o sulla schiena del paziente; il padiglione e gli auricolari sono collegati da due piccoli tubi che, attraverso lo spostamento dell’area che avviene nel padiglione, amplificano i suoni emessi dal corpo e permettono una prima diagnosi di alcune malattie, ad esempio dei bronchi o del cuore. Il processo con cui viene utilizzato lo stetoscopio si chiama auscultazione e viene insegnato nei corsi universitari di medicina. febbraio del 1781 – esattamente 235 anni fa – nacque René Laennec,a Quimper, in Bretagna (regione nel Nord della Francia).
Laennec nacque il 17 febbraio del 1781 – 235 anni fa– a Quimper, nel Nord della Francia, da una famiglia d’avvocati. Il nome completo alla nascita era René-Théophile-Marie-Hyacinthe Laennec. Dopo la morte della madre per tubercolosi, Laennec si trasferì a cinque anni con lo zio, medico e professore universitario; il padre di Laennec lavorava per il ministero della Marina francese e non poteva occuparsi di lui. Laennec intraprese gli studi di medicina e si laureò nel 1804. Si interessò soprattutto di malattie polmonari e iniziò ad usare la percussione medica ideata qualche anno prima dal medico austriaco Joseph Leopold Auenbrugger, quella che viene utilizzata ancora oggi per gli esami clinici e che consiste nel tamburellare alcune parti del corpo dei pazienti con la punta delle dita.
Laennec e l’invenzione dello stetoscopio
Secondo la versione della storia più diffusa, l’idea dello stetoscopio venne a René Laennec quando si ritrovò ad avere come paziente una donna con dei problemi al cuore, ma piuttosto sovrappeso: era complicato l’esame a orecchio nudo sul suo torace. Secondo altre versioni la necessità nacque dalla profonda religiosità di Laennec e dal suo imbarazzo ad appoggiare l’orecchio sul seno della donna. Laennec arrotolò un foglio di carta e ne fece un cilindro, appoggiò un’estremità sul torace della paziente e avvicinò l’orecchio sull’altra, in modo da sentire il battito del cuore amplificato. Fu così che venne inventato sia lo stetoscopio che l’auscultazione.
In seguito Laennec costruì degli stetoscopi meno rudimentali in legno e in pochi mesi riuscì a classificare molti dei suoni emessi dal torace collegandoli a diverse malattie, compiendo degli enormi progressi per la scienza medica dell’epoca. Lo stetoscopio venne usato anche dal nipote di Laennec per diagnosticargli la tubercolosi, di cui morì nel 1826, a 45 anni.
Oltre all’invenzione dello stetoscopio, Laennec fece importanti scoperte sulla peritonite e la cirrosi, e coniò il termine “melanoma”, una forma di cancro che si manifesta generalmente sulla pelle.
I problemi dello stetoscopio oggi
Oggi lo stetoscopio ideato da René Laennec è ancora molto diffuso (ed è un simbolo della professione medica), tuttavia negli ultimi anni si sta discutendo se non lo si debba considerare uno strumento obsoleto. In un articolo del Washington Post – tradotto sul Post – Lenny Bernstein scrive che secondo molti medici e ricercatori, le tecniche per la rilevazione dei suoni emessi dal corpo attraverso strumenti digitali sono molto più precise dell’esame con auscultazione effettuato dal medico.
La diffusione sempre più ampia degli ecocardiogrammi e lo sviluppo di strumenti a ultrasuoni tascabili portano a chiedersi perché i medici continuino a tenersi stretti questi loro strumenti con auricolari e tubi di gomma intorno al collo. Secondo Jagat Narula, un cardiologo della Icahn School of Medicine del Mount Sinai Hospital di New York, “lo stetoscopio è morto e ha fatto il suo tempo”. W. Reid Thompson, un medico pediatra della Johns Hopkins University School of Medicine, la pensa invece diversamente: “Non siamo arrivati a quel punto e probabilmente non ci arriveremo ancora per molto tempo: è uno strumento che ha ancora importanza”.