Il piccolo accordo sulla Siria
Russia e Stati Uniti hanno deciso di interrompere i combattimenti entro una settimana, ma l'accordo per ora non riguarda né Assad né l'ISIS e al Qaida
I governi di molti paesi del mondo, tra cui Russia e Stati Uniti, si sono accordati giovedì per “cessare le ostilità” in Siria nel giro di una settimana e per inviare aiuti umanitari alle città siriane che si trovano sotto assedio dell’esercito siriano o dei ribelli. L’accordo, che è stato raggiunto a Monaco di Baviera dall’International Syria Support Group (l’ISSG, formato da 17 paesi e 3 organizzazioni), è stato definito molto ambizioso e anche piuttosto fragile: per esempio non include lo Stato Islamico (o ISIS) e il Fronte al Nusra (il gruppo che rappresenta al Qaida in Siria), due tra i gruppi più potenti che stanno combattendo nella guerra siriana.
L’annuncio del raggiungimento dell’accordo è stato fatto dal segretario di stato americano, John Kerry, e dal ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Il New York Times ha scritto che i due erano seduti uno accanto all’altro e hanno fatto di tutto per sembrare collaborativi, dopo settimane di reciproche accuse tra i loro governi. Nella guerra siriana gli Stati Uniti combattono a fianco di alcuni gruppi di ribelli – come i curdi siriani – contro lo Stato Islamico, mentre la Russia combatte a fianco del regime di Bashar al Assad soprattutto contro i ribelli. Durante la conferenza stampa a Monaco di Baviera, Kerry ha usato indistintamente le espressioni “cessazione delle ostilità” e “cessate il fuoco”, pur sapendo che la seconda indica qualcosa di più permanente, una serie di passaggi previsti dal diritto internazionale. Al Jazeera ha scritto però che dentro il testo dell’accordo non compare l’espressione “cessate il fuoco”. Ad ogni modo né Kerry né Lavrov sono stati in grado di dire se il regime di Assad seguirà l’accordo, o quanto lo faranno le molte fazioni di ribelli che combattono in Siria; inoltre non è stato specificato cosa riguarderà esattamente il cessate il fuoco: al Jazeera per esempio ha scritto di avere saputo da una sua fonte diplomatica occidentale che “non abbiamo ottenuto la fine immediata dei bombardamenti russi, ma abbiamo ottenuto l’impegno in un processo che se funziona potrebbe cambiare la situazione”.
Fino ad oggi Russia e Stati Uniti, due tra gli stati coinvolti in qualche misura nella guerra in Siria, non erano stati in grado di accordarsi per un cessate il fuoco. L’ostacolo più grande rimane il futuro di Bashar al Assad: gli Stati Uniti chiedono che siano i siriani a decidere il loro futuro – di fatto appoggiano una transizione politica che preveda l’allontanamento di Assad – mentre la Russia si oppone a un cambio di regime. L’accordo raggiunto a Monaco di Baviera potrebbe incontrare parecchie resistenze dai ribelli per quello che è successo nelle ultime settimane ad Aleppo, una città della Siria settentrionale dove stanno combattendo il regime di Assad e i ribelli. Qui il regime di Assad ha ottenuto degli importanti successi militari, aiutato anche dai bombardamenti russi e dall’appoggio dell’Iran: stabilire oggi un cessate il fuoco significa “congelare” la situazione attuale in Siria, riconoscendo gli ultimi avanzamenti territoriali dell’esercito siriano.