Una scena di “The End of the Tour”, il film su David Foster Wallace
È uscito giovedì in Italia e se ne è parlato bene (anche se non è piaciuto molto a chi conosceva da vicino DFW)
Giovedì 11 febbraio è uscito in Italia The End of the Tour, il film sulla vita dello scrittore statunitense David Foster Wallace, morto suicida nel 2008. Nel film David Foster Wallace è interpretato da Jason Segel (molto famoso per aver recitato nella serie tv How I met your mother), mentre Jesse Eisenberg è lo scrittore statunitense David Lipsky, che passò con David Foster Wallace cinque giorni durante il tour di presentazioni di Infinite Jest e ha pubblicato la trascrizione della loro lunga intervista nel 2010 (Come diventare se stessi, pubblicata da Minimum Fax).
La trama, in breve
Il film inizia con Lipsky che apprende la notizia della morte di David Foster Wallace nel settembre del 2008 e comincia a riascoltare le interviste registrate con DFW 12 anni prima durante il tour di presentazione di Infinite Jest, considerato da molti il libro più bello di DFW e uno dei più importanti della letteratura contemporanea. Il film poi ripercorre la storia di Lipsky, inizialmente dubbioso sul reale valore di Infinite Jest, che convince il suo direttore alla rivista Rolling Stone a mandarlo alcuni giorni in viaggio per intervistare DFW. Il film poi prosegue raccontando l’incontro tra i due e le conversazioni che hanno avuto nell’arco di cinque giorni e che poi Lipsky ha raccolto nel suo libro. Alcuni spunti strettamente biografici sono invece tratti dalla biografia ufficiale di DFW, scritta da D.T. Max, giornalista del New Yorker, e pubblicata in italiano da Einaudi con il titolo Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi. Questa scena è un dialogo tra DFW e Lipsky parlano della solitudine e delle sue cause.
Cosa si dice del film
Dopo l’uscita negli Stati Uniti nel luglio 2015 il film ha ricevuto critiche abbastanza buone sia da parte dei critici cinematografici che su diversi siti di aggregazione di recensioni degli utenti. Su Rotten Tomatoes ha raggiunto un punteggio positivo al 91 per cento, su IMDB ha un punteggio medio di 7,4 su 10. Molte persone che conoscevano DFW, amici e parenti, hanno criticato il film spiegando che l’immagine di DFW che dà è lontana da quella reale dello scrittore, e che alcuni aspetti del suo carattere sono stereotipati e poco aderenti al vero. Il giornalista A. O. Scott che ha recensito il film per il New York Times, tuttavia, ha spiegato che pur rispettando le critiche di persone che conoscevano personalmente DFW, non crede che fossero del tutto valide e fondate: secondo Scott il film resta valido perché DFW non è il vero soggetto, ma in un certo senso uno strumento per parlare della fama e del rapporto delle persone con la loro immagine pubblica e privata.