È iniziato in Germania il processo a un ex nazista
Reinhold Hanning, che ha 94 anni, faceva la guardia ed è accusato di complicità negli omicidi di almeno 170 mila persone ad Auschwitz
Giovedì 11 febbraio, settant’anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, è iniziato in Germania uno degli ultimi processi contro un ex nazista: Reinhold Hanning era una guardia delle SS, ora ha 94 anni ed è accusato di aver partecipato alle fucilazioni di massa e alla selezione dei detenuti per le uccisioni nel campo di concentramento di Auschwitz, dove sono morte più di un milione di persone. Si parla del suo coinvolgimento in almeno 170 mila omicidi. Hanning ha negato ogni accusa, ma ha riconosciuto di aver lavorato nel campo come guardia.
Il processo si svolge a Detmold, città della Renania Settentrionale-Vestfalia. Secondo lo Spiegel, alcuni sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti hanno assistito alla prima udienza e altri di loro, nelle prossime settimane, testimonieranno in tribunale. Associated Press, dando la notizia del processo, ha citato Leon Schwarzbaum, sopravvissuto di 94 anni, che ha descritto quanto accaduto ad Auschwitz dicendo: «I camini vomitavano fuoco… l’odore di carne umana bruciata era così forte che si poteva sopportare a malapena». Reinhold Hanning, il cui stato di salute non gli permetterà di partecipare a udienze superiori alle due ore, rischia dai 3 ai 15 anni di prigione: una pena simbolica, però, vista la sua età.
Reinhold Hanning aveva cominciato a lavorare come guardia nel più grande campo di concentramento del Terzo Reich quando aveva vent’anni. Due anni prima aveva aderito al Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi (NSDAP) e era entrato a far parte delle Waffen SS, forza armata della Germania nazista nata nel marzo 1933 come braccio militare delle SS: aveva combattuto nei Balcani e sul fronte russo. All’inizio del 1942 venne trasferito ad Auschwitz come membro del gruppo delle SS-Totenkopf-Standarten, reparto delle SS costituito nel novembre del 1939 con i soldati provenienti dalle varie campagne militari e che forniva il personale per la sorveglianza dei campi di concentramento e di sterminio. La commissione che in Germania indaga sui crimini dei nazisti ha detto che Hanning è rimasto nel campo fino al giugno del 1944.
Per decenni le indagini e il perseguimento dei crimini nazisti si sono concentrati sui funzionari di alto livello e sui generali: a causa della mancanza di prove, ma anche a causa del gran numero di responsabili di basso livello coinvolti, i pubblici ministeri raramente hanno indagato i crimini commessi dalle guardie dei campi. La situazione è però cambiata nel 2011 con la condanna a cinque anni di reclusione di John Demjanjuk per “concorso in omicidio” di quasi 30 mila persone.
Prima del 2011 nel sistema giuridico tedesco per arrivare all’effettiva condanna degli ex nazisti doveva essere provata la responsabilità individuale dell’imputato: dopo il 2011 è diventata sufficiente la “partecipazione” in varie forme allo sterminio sistematico. Nel 2015, per esempio, Oskar Gröning, un ex nazista di 94 anni soprannominato “il contabile di Auschwitz”, è stato giudicato colpevole e condannato a quattro anni di carcere dal tribunale di Lüneburg davanti al quale era sotto processo per essersi reso «complice di almeno 300 mila crimini» commessi ad Auschwitz nel 1944. Anche in quest’ultimo caso, la procura non ha accusato Reinhold Hanning di qualche specifico atto criminale, ma di aver avuto una parte nella cosiddetta “soluzione finale”.
Nei prossimi mesi, sempre in Germania, comincerà il processo di altri due uomini e di una donna accusati di essere stati delle guardie naziste nei campi di concentramento. Hilde Michnia, 93 anni, si sospetta che abbia fatto parte delle SS come guardia nei campi di Bergen-Belsen e Gross-Rosen: avrebbe avuto un ruolo in una “marcia della morte” in cui morirono oltre 1.400 donne. Altri due uomini che facevano parte delle SS a Auschwitz dovranno affrontare un processo per le stesse accuse che sono state rivolte a Hanning.