È morto Renato Bialetti
Suo padre inventò la moka negli anni Trenta e lui, dagli anni Cinquanta, la rese famosa in tutto il mondo: era fatto come l'omino coi baffi di Carosello
Renato Bialetti è morto stanotte a 93 anni ad Ascona, in Svizzera. Era figlio di Alfonso Bialetti, che nel 1933 inventò la famosa moka. Tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta l’intera produzione delle caffettiere Bialetti era limitata a circa mille pezzi all’anno. Negli anni Cinquanta Renato Bialetti, che era sopravvissuto ai campi di concentramento tedeschi, prese in mano l’azienda e decise di investire molto sulla pubblicità – prima a livello locale e poi internazionale – rendendo la moka famosa in tutto il mondo. In Italia la moka Bialetti divenne famosa soprattutto grazie a Carosello e in particolare grazie allo spot dell’omino con i baffi: lo disegnò il fumettista Paul Campani, ispirandosi proprio a Renato Bialetti.
Oltre a rivoluzionare il marketing dell’azienda, Renato Bialetti ne ripensò anche l’intero assetto industriale per adeguarlo alle nuove necessità produttive. La Bialetti arrivò a produrre 18 mila pezzi al giorno, che portavano la produzione annua a circa 4 milioni (si stima che dagli anni Cinquanta fino a oggi siano state vendute più di 300 milioni di caffettiere). Nel 1986 Bialetti vendette l’azienda di famiglia, che ora – dopo alcune fusioni e passaggi di proprietà – si chiama Bialetti Industrie ed è una società quotata in borsa dal 2007. Parlando della morte di Bialetti, La Stampa ha riportato un aneddoto, da lui raccontato nel 2013, in occasione degli 80 anni della moka. Riguarda un incontro tra Bialetti e l’imprenditore e armatore greco Aristotele Onassis:
Mi trovavo in albergo con clienti francesi e allora la caffettiera per loro era quasi una novità. Erano perplessi e dubbiosi e temevo di non riuscire a concludere la vendita. In quel momento passò fianco a noi Aristotele Onassis: andava in bagno; presi il coraggio a due mani e lo seguii. Dissi: “Sono un giovane imprenditore italiano, mi dia una mano, lei che ha cominciato dal nulla come me. Quando rientra nella hall dica che usa una mia caffettiera; mi serve per fare colpo su questi riottosi clienti. Tornai, convinto e rassegnato che Onassis avrebbe tirato dritto. Invece avvenne il miracolo. Onassis, fingendo di vedermi all’ultimo istante, tornò indietro, mi diede una pacca sulle spalle e disse: Renato, come va? Ma sai che non ho mai bevuto un caffè buono come quella della tua caffettiera? Sì, andò proprio così.