Vent’anni senza Magnus
Il 5 febbraio del 1996 morì uno dei più grandi fumettisti italiani di sempre, famoso per "Alan Ford" e molte altre cose
Il 5 febbraio 1996, vent’anni fa, morì Roberto Raviola – uno dei più importanti fumettisti italiani – più conosciuto con lo pseudonimo Magnus. Raviola nacque a Bologna nel 1939, fece il liceo artistico e poi l’accademia di belle arti, prima di cominciare a lavorare come grafico e come insegnante di disegno. Lo stile di Magnus era caratterizzato da una pesante inchiostrazione a pennello ma da un segno che riusciva a rimanere comunque molto pulito.
Appassionato di fumetti fin da piccolo, durante gli anni dell’Accademia cominciò a disegnare vignette umoristiche. Raggiunse un grande successo quando iniziò a collaborare con lo sceneggiatore di fumetti Luciano Secchi (che si firmava con lo pseudonimo Max Bunker). Magnus e Max Bunker crearono due dei fumetti italiani “neri” più famosi, Kriminal e Satanik: il fumetto italiano “nero”, che raccontava cioè le storie di violenti criminali, fu molto popolare in Italia negli anni Sessanta; Kriminal e Satanik furono particolarmente innovativi anche per l’introduzione dell’erotismo nei disegni. Entrambi ebbero un immediato successo di pubblico, ma incontrarono un po’ di problemi con la censura: Magnus raccontò che il caporedattore del Vittorioso, un settimanale di fumetti, chiedeva ai disegnatori di non disegnare donne troppo formose.
Correggeva le tavole dei disegnatori dove ci fosse una fanciulla, una signora prosperosa, pur se coperta: mi ricordo la nota, che diceva «appiattire».
Dopo il fumetto “nero” la coppia Max Bunker e Magnus creò la serie a fumetti di Alan Ford, che raccontava le avventure divertenti e grottesche di un gruppo di detective (il “Gruppo TNT”) sotto il comando del “Numero Uno”, un personaggio ricchissimo ma avido e scorbutico. Alan Ford ci mise un po’ di più per essere apprezzato dal pubblico, ma raggiunse poi un gruppo di lettori più ampio rispetto ai fumetti “neri” (era molto popolare anche tra le donne, per esempio, che leggevano poco Kriminal e Satanik).
Nel 1973 Magnus decise di interrompere la collaborazione con Max Bunker e iniziò a scrivere le sceneggiature dei fumetti lui stesso: pubblicò alcune storie erotiche e successivamente creò il suo personaggio più famoso, Lo Sconosciuto. Il fumetto – che venne pubblicato dal 1975 al 1996 – raccontava le avventure di un ex mercenario, tormentato da un passato di guerra, che cerca di vivere una vita normale ma viene regolarmente coinvolto in storie di violenza.
Negli stessi anni di Lo Sconosciuto, Magnus pubblicò anche la serie I Briganti, ispirata ad un romanzo cinese del Tredicesimo secolo: il fumetto racconta le avventure di alcuni soldati nei corpi dei quali si sono reincarnati dei demoni, che si oppongono al potere centrale dell’impero cinese. I Briganti è uno dei fumetti più elaborati di Magnus, che per realizzarlo si è documentato molto, e esplora anche la narrazione fantascientifica.
Alla fine della sua carriera Magnus fu autore anche di un “Texone”. Ogni anno la Sergio Bonelli Editore (la casa editrice di Tex) pubblica infatti un volume speciale di Tex, con un formato più grande; i disegni del “Texone” vengono affidati a importanti disegnatori del fumetto italiano e internazionale, come Guido Buzzelli o Jordi Bernet. Per disegnare il “Texone” Magnus impiegò moltissimo tempo, sette anni, a causa di problemi di salute e di un lavoro meticolosissimo. Il “Texone”, dal titolo La valle del Terrore, è considerato la sua opera più ricercata. Magnus morì qualche giorno dopo averlo terminato.
Per celebrare Magnus la sera del 5 febbraio Sky Arte manderà in onda alle 21.10 un documentario sulla sua vita, dal titolo Il segno del Viandante. La casa editrice Rizzoli Lizard pubblica quest’anno una riedizione di La Compagnia della Forca, un fumetto comico disegnato da Magnus negli anni Settanta, con alcune bozze inedite.