Dove sono finiti i bignami
Nonostante Google, i bigini marroncini su cui ripassare vendono ancora, e hanno una storia piuttosto curiosa
Nonostante Google e i telefonini, i bignami esistono ancora e non se la passano male. Chiunque abbia frequentato una scuola italiana dal 1931 al 2000 – e qualcuno anche di quelli che sono arrivati dopo – sa di che cosa si tratta. Alla voce bignàmi (vedi anche bignàmino) il Dizionario Zingarelli dice: «Testo di piccolo formato, a circolazione scolastica, che riassume in forma piana le nozioni basilari di una determinata disciplina». Maurizio Leidi, direttore commerciale della Bignami Edizioni S.r.l, spiega: «In catalogo abbiamo più di 200 titoli che vengono continuamente aggiornati in modo da adeguarli ai nuovi programmi scolastici e ai cambiamenti del gusto. Facciamo due o tre novità ogni anno. L’ultimo è L’esame di psicologia per il Liceo psicopedagogico. Un titolo che comincia ad andare vende circa duemila copie all’anno. Facciamo delle indagini di mercato: per metà a comprarci sono i genitori o i nonni per i figli, ma per l’altra metà sono ancora i ragazzi che ci cercano. Prima della maturità un bignami si compra sempre».
La sede di Bignami Edizioni S.r.L. è a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, in una via dove tutti gli edifici, compreso quello della casa editrice, sono di color marroncino, cioè della stessa identica tonalità delle copertine dei libri che stampa. Il presidente della casa editrice è l’ingegner Ignazio Bignami, nipote del fondatore professor Ernesto Bignami, che la dirige dal 1986. Nel periodo tra il 2003 e il 2014, l’ingegnere si è trasferito in Francia e il comando è stato assunto dalla sorella, professoressa Annamaria. Parlare con qualcuno alla Bignami non è semplice. Sono sempre tutti molto indaffarati e in giro per l’Italia. Gli assunti sono soltanto quattro, «però abbiamo una marea di collaboratori esterni, come tutte le case editrici», assicura Leidi. Il catalogo copre tutte le materie, dalla geografia all’estimo, dai Verbi greci agli Elementi di diritto fino al Compendio di elettrotecnica. Poi ci sono i riassunti: I promessi sposi – «ma da qualche anno vendono meno» – Canne al vento, Le confessioni di un italiano, Madame Bovary, I Malavoglia, la Gerusalemme liberata e l’Orlando furioso, Eneide, Iliade e Odissea, I Miserabili e il Fu Mattia Pascal, il Principe di Machiavelli e il Ritratto di Dorian Gray, La Certosa di Parma e La coscienza di Zeno. In più ci sono le collane di Narrativa di Pagine scelte e quelle dedicate ai Personaggi.
I bignami sono sempre stati visti come una scorciatoia da tenere sotto il banco e nascondere ai professori. Si chiamavano «bigini», che deriva da «bigiare» – il milanese per marinare la scuola – non da «bigio», cioè grigiastro, che secondo alcuni sarebbe stato il colore delle copertine. Invece la storia della casa editrice è inscritta in quella della scuola italiana e metterlo in dubbio è il peggiore insulto che si possa rivolgere a un Bignami. Dice Annamaria: «Mio zio Ernesto inventò i riassunti per amore verso i suoi studenti. Per aiutarli se facevano fatica. E quest’intenzione si è trasmessa fino a oggi. Per questo la gente continua ad avere molto affetto per noi».
Ernesto Adamo Bignami nacque a Milano il 24 febbraio 1903. Il padre, milanese, era un medico condotto, la madre era siciliana. Il giovane Ernesto prese due lauree, una alla Statale, la seconda alla Cattolica, la prima in Lettere nel 1925 (tesi: La catarsi tragica in Aristotele), la seconda in Filosofia nel 1927 (tesi: Il concetto antiestetico e antispirituale dell’arte presso gli antichi e la posizione mediatrice della Poetica di Aristotele). Nel 1932 un suo saggio su Aristotele vinse un premio di un concorso del ministero della Pubblica istruzione e dell’Accademia dei Lincei. L’interesse per Aristotele denota un certo amore per la classificazione e la chiarezza, che riversò nell’attività di insegnate, prima al liceo dei padri barnabiti di Milano, poi in un liceo classico di Voghera, infine al prestigioso liceo Parini, sempre di Milano.
Alla fine degli anni Venti, il professore Ernesto incominciò a preparare e a distribuire ai suoi studenti dispense e sunti per ripassare le materie umanistiche, cioè italiano, greco, latino, storia e filosofia. Qui le testimonianze divergono: c’è chi sostiene che un giorno uno studente gli abbia chiesto perché non li pubblicasse, dandogli l’idea; e c’è chi invece racconta che furono i suoi studenti tutti insieme a stamparne uno per regalarglielo in segno di riconoscenza. Come che sia, la scintilla scoccò. Nel 1931 uscì il primo bignami, L’esame di italiano, e le vendite furono immediate. Negli anni successivi escono l’esame di latino, storia, filosofia: tutti scritti, e orgogliosamente firmati, da Ernesto Bignami. A occuparsi della distribuzione e vendita era il fratello Lorenzo, il padre di Ignazio e Annamaria. «Mi ricordo che mia madre diceva che c’erano libri dappertutto, anche sotto i letti, e così finalmente mio zio e mio papà si decisero ad aprire una sede in via Balzaretti, zona Lambrate, proprio di fianco a casa». Non fu sufficiente: i bignami si vendevano così bene che la famiglia decise di acquistare una tipografia.
Gli anni del dopoguerra sono quelli in cui il marchio si consolida. I testi riguardano ancora soltanto le materie umanistiche e sono ancora tutti scritti dal professor Ernesto, mentre della distribuzione e della vendita si occupa il fratello minore ingegnere, Lorenzo (nato nel 1921), che nel 1958 – quando Ernesto muore a soli 55 anni – prende in carico la casa editrice per dirigerla fino al 1986, anno della morte. Dagli anni Sessanta ol catalogo si amplia alle materie scientifiche, anche se ancora oggi – come dice Leidi, il direttore commerciale – i bestseller sono ancora umanistici: «Grammatica, filosofia, un tempo anche i Promessi sposi» (il riassunto è ancora quello a cura di E.Bignami). La distribuzione è affidata a una rete di distributori locali, «tranne che in Lombardia dove distribuiamo noi». I costi sono contenuti: si va dai 4,30 euro di Chimica organica ai 16 di Atlante di anatomia, ma la media si aggira intorno agli 8 euro. I titoli fuori catalogo sono scontatissimi: il riassunto del Discorso sul metodo di René Descartes (Cartesio) pubblicato 1958 costa appena 2 euro. Sul sito c’è anche la sezione AAA Offerte Eccezionali Maturità con vari pacchetti per liceo classico, matematico e psicopedagogico a prezzi scontati. I picchi di vendita si hanno ancora nei mesi che precedono la maturità. Ma l’andamento di un libro è simile a quello dell’editoria scolastica: non si tratta tanto di lanciare una novità, quanto di creare un long seller. Quando un libro incomincia a superare le duemila copie all’anno, significa che avrà un ciclo positivo, cioè che garantirà alla casa editrice un guadagno fisso annuo. Ma chi scrive i testi? «Sono tutti professori», spiega Leidi. Vengono pagati a percentuale, di solito appena meno dell’8 per cento, cioè appena meno che nell’editoria normale: «Siamo una casa editrice seria».
Negli ultimi anni hanno iniziato a registrare un certo interesse per l’e-commerce, anche se rimane abbastanza misterioso il motivo per cui uno acquista un Bignami, invece che scaricare gratis da Internet dove si trovano praticamente tutti gli esercizi di matematica e le versioni già fatte. E in verità il mistero è perché Internet non abbia ucciso questo tipo di editoria parascolastica. Spiega ancora Leidi: «Internet ci fa una bella concorrenza, inutile negarlo, ma quando ti ritrovi davanti a scuola prima di un esame, il telefonino a che cosa ti serve? È più difficile ripassare su uno schermo che su un libro. Non dovrei essere io a dirlo, ma con un telefonino mica puoi strappare una pagina e infilartela in tasca, no?». Tra i motivi per cui i bigami continuano a essere venduti, però, probabilmente c’è il potere di rassicurazione, la qualità piana dei testi e il formato 10×15, più o meno come la tasca dei jeans, La casa editrice Bignami ha un’idea molto precisa e forte della cultura che era presente alle origini e dura ancora oggi: la cultura è una grande una montagna che si può conquistare passo passo, con rispetto e umiltà, pur di mandare a memoria le nozioni di base perché saranno quelli gli appigli di ogni scalata futura. Succede con i «673 verbi irregolari o difficili – 24.000 forme verbali irregolari o difficili – indice di suffissi e desinenze verbali» elencati nel fondamentale I Verbi Greci che ogni studente del classico ha posseduto e consumato, e che ricorda con affetto gratitudine perché ha ancora stampato in testa il paradigma di βλώσκω (βλώσκω, μαλοῦμαι, ἔμολον, μέμβλωκα), anche se si è dimenticato che cosa vuol dire.