Giorgia Meloni sulla sua candidatura a sindaco di Roma
«Non posso non interrogarmi su una campagna elettorale fatta al settimo mese di gravidanza»
Durante il Family Day di domenica 30 gennaio Giorgia Meloni, segretaria di Fratelli d’Italia e ex ministra della Gioventù del governo Berlusconi, ha annunciato di essere incinta. Dopo la dichiarazione ha ricevuto attacchi violenti e sessisti, sui social network ma anche in televisione da parte di personaggi e ex politici considerati di sinistra o vicini alla sinistra, donne comprese. In una video intervista al Corriere della Sera, Meloni ha raccontato come si sente dopo questi attacchi e ha fatto delle considerazioni su come la gravidanza avrà delle conseguenze sulla sua candidatura a sindaco di Roma per le amministrative del 2016.
Non rifarei l’annuncio della mia gravidanza al Family Day perché quando l’ho fatto, l’ho fatto diciamo così in un impeto di entusiasmo pensando che fosse un po’ la cosa più naturale del mondo. Io non credevo che potesse generare la rabbia, l’odio, la cattiveria che questa cosa ha generato. Per la prima volta in vita mia mi ha reso vulnerabile, mi sono sentita in colpa per aver detto questa cosa che poi ho detto anche per altre ragioni prima dei tre mesi (…)
Sulla sua candidatura a sindaco di Roma:
Il fatto di essere incinta nel momento in cui avevo in qualche maniera preso seriamente in considerazione l’ipotesi di candidarmi sindaco a Roma rimescola un po’ le carte. Da una parte sono molto affascinata dall’entusiasmo che ho visto intorno a questa ipotesi, tanta gente che non conosco mi ferma, me l’ha chiesto, Roma è la mia città, è una città che amo, per la quale mi piacerebbe poter fare del mio meglio e farò del mio meglio perché possa tornare al suo antico splendore. Però non posso non interrogarmi sul fatto che una campagna elettorale fatta al settimo mese di gravidanza, con tutto quello che può comportare a livello di stress… e poi non sono più così giovane da essere immune a eventuali complicazioni: è una cosa sulla quale ho tanto riflettuto e che mi fa considerare l’ipotesi di una mia candidatura come una ratio estrema. Vorrei sinceramente non essere costretta a farlo, vorrei che la coalizione mi aiutasse a trovare un candidato in grado di competere e di vincere, e io sono disposta a metterci la faccia in prima persona (…) Non l’ho esclusa completamente, ma la considero l’ultima ipotesi in campo.