Una scena di “Il caso Spotlight”
È un gran film sui giornalisti che scoprirono gli abusi sessuali dei preti di Boston: se ne parla molto bene e ha ricevuto 6 nomination agli Oscar
Il caso Spotlight è un film del 2015 che racconta la storia vera di un gruppo di giornalisti del Boston Globe che nel 2001 scoprì un grande caso di molestie sessuali compiute dai preti cattolici di Boston. Il film è stato diretto da Tom McCarhty e nel cast ci sono, tra gli altri, Mark Ruffalo, Rachel McAdams, Michael Keaton, Liev Schreiber e Stanley Tucci. Il caso Spotlight ha ricevuto molte critiche positive e 6 nomination per gli Oscar, tra cui quelle per Miglior film, Miglior attore non protagonista (Mark Ruffalo), Miglior attrice non protagonista (Rachel McAdams), Miglior regia, Miglior montaggio e Miglior sceneggiatura originale.
La trama di Spotlight
Il caso Spotlight racconta la storia di Spotlight (“riflettore”, in italiano), che è un team di lavoro interno al giornale statunitense Boston Globe e il più longevo team di giornalismo investigativo degli Stati Uniti. Il film inizia nel 2001, con l’arrivo nella redazione del Boston Globe di Marty Baron, nuovo direttore del giornale (e attuale direttore del Washington Post). Baron vuole rilanciare la squadra di giornalisti d’inchiesta di Spotlight e la prima storia con cui prova a farlo riguarda un sacerdote accusato di abusi su minori. Da quel sacerdote l’inchiesta si allarga fino a toccare molti altri e sempre più importanti esponenti della Chiesa cattolica di Boston, di cui molti furono accusati di abusi su minori, altri di aver coperto quegli abusi, temendone le ripercussioni mediatiche. La storia raccontata dal film è vera e per le loro inchieste su quello che è ora conosciuto come il “Massachusetts Catholic sex abuse scandal” i giornalisti di Spotlight vinsero nel 2003 il premio Pulitzer per il miglior servizio pubblico.
Una scena del film
In questa scena il giornalista di Spotlight Walter ‘Robby’ Robinson, interpretato da Michael Keaton, riceve alcune pressioni da un influente uomo d’affari della città (Peter Conley, interpretato da Paul Guilfoyle) per lasciar perdere l’indagine sull’arcidiocesi di Boston.
Una particolarità del film
Il caso Spotlight, a differenza di molti altri film candidati agli Oscar, è stato prodotto da una società relativamente giovane – la Open Road Film – formata a sua volta da due società che fino a poco tempo fa si occupavano solo della gestione di sale cinematografiche negli Stati Uniti. Open Road Film, aveva raccontato Bloomberg qualche mese fa, sta cambiando il modo in cui si fanno i film negli Stati Uniti, riuscendo a occupare gli spazi lasciati vuoti dalle major che producono solo film con budget enormi e attori famosissimi.
Negli ultimi mesi di ogni anno le più importanti case cinematografiche statunitensi spendono milioni di dollari per far sì che i film che hanno prodotto durante l’anno possano avere qualche possibilità agli Oscar (i prossimi saranno il 28 febbraio). Il film che al momento ha più possibilità di vincere il Premio Oscar per il miglior film è Il caso Spotlight, sostenuto dalle due più grandi società che gestiscono sale cinematografiche degli Stati Uniti, che insieme hanno fondato la società Open Road Films, che ha prodotto il film.
Il caso Spotlight – nel cui cast ci sono Michael Keaton e Mark Ruffalo – parla di un’inchiesta del Boston Globe che, nei primi anni del 2001, scoprì molti casi di pedofilia – e molti tentativi di copertura di quei casi – all’interno della diocesi cattolica di Boston. Il 10 dicembre Il caso Spotlight ha anche ricevuto quattro nomination per i Golden Globe del 2016, tra cui quelle per la miglior regia e per il miglior film di genere drama. Le quattro nomination – e il fatto che il film sia tra i favoriti per l’Oscar – hanno contribuito all’ottima fama e reputazione artistica di Open Road Films, una casa di produzione fondata poco meno di cinque anni fa da Regal Entertainment Group e AMC Entertainment Holdings, le due principali catene statunitensi di sale cinematografiche.