L’adolescente russo-tedesca che si è inventata un rapimento e uno stupro
Aveva raccontato di essere stata sequestrata da tre migranti ma dopo giorni di polemiche e proteste è venuto fuori che non era vero
Lisa F. è un’adolescente russo-tedesca di tredici anni: era scomparsa lunedì 11 gennaio e riapparsa il giorno dopo, dopo circa 30 ore di assenza. Alla polizia aveva raccontato di essere stata rapita da tre migranti lungo la strada verso la scuola, nei pressi della stazione di Mahlsdorf: un quartiere a est di Berlino dove vive un’alta percentuale di cittadini di origine russa. Aveva anche raccontato che i tre uomini l’avevano portata in un appartamento dove era stata picchiata e violentata per ore. Dopo alcuni giorni però la ragazza ha ammesso di essersi inventata la storia sfruttando quanto accaduto a Colonia e in altre città del paese lo scorso 31 dicembre. La storia di Lisa F. aveva portato negli scorsi giorni a diverse reazioni e manifestazioni di estrema destra in Germania, e a qualche tensione nei rapporti tra il governo tedesco e quello russo.
Diversi canali televisivi vicini al governo russo – Zvezda, Ren-TV e Perviy Kanal – si erano occupati del caso della loro “connazionale”. NTV aveva trasmesso un video in cui un uomo raccontava un attacco contro una minore. Nel video, tra le altre cose, si diceva: «I residenti assicurano che i problemi con i migranti dal Medio Oriente sono cominciati ben prima degli eventi di Colonia. […] In Germania e in Svezia le donne sono regolarmente stuprate dai profughi, ci sono molti casi di violenza sessuale, ma le autorità locali e la polizia nascondono quanto accade e non indagano». Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, aveva accusato la Germania di aver «tenuto segreta la scomparsa della ragazza per troppo tempo» e di averlo fatto per motivi politici.
Martedì 19 gennaio nel quartiere Marzahn, non lontano da quello di Mahlsdorf dove era avvenuto il presunto rapimento, era stata organizzata anche una manifestazione a cui avevano partecipato 250 persone appartenenti alla comunità russa. I partiti di estrema destra avevano sfruttato il caso, proprio come era accaduto per i fatti di Colonia, per ribadire la loro contrarietà alla politica di accoglienza della cancelliera Angela Merkel. Martin Luithle, un avvocato di Costanza, aveva anche fatto causa al giornalista russo di Perviy Kanal Ivan Blagoy, accusandolo di diffondere false informazioni e di incitare la comunità russa di Germania (composta da circa 3 milioni di persone) all’odio contro i rifugiati. In un comunicato pubblicato su Facebook il 18 gennaio, la polizia di Berlino aveva cercato di fare chiarezza e senza fornire altri dettagli aveva scritto che mentre la scomparsa di Lisa F. era stata confermata, il resto delle sue affermazioni (sul rapimento e lo stupro) non avevano trovato alcun riscontro.
Venerdì 29 gennaio un portavoce della procura di Berlino ha chiarito definitivamente quanto successo: dai tabulati telefonici della ragazza risultava che Lisa F., durante le ore della sua scomparsa si trovasse a casa di un suo amico tedesco di 19 anni. Il portavoce ha poi detto che la ragazza si è inventata la storia del rapimento e dello stupro a causa di una serie di «problemi scolastici». La procura ha anche raccolto le prove che l’adolescente aveva avuto dei rapporti sessuali consensuali prima della sua scomparsa con due uomini di vent’anni, «un cittadino turco e un tedesco di origine turca»: è stata comunque aperta un’indagine per abuso sessuale a causa della minore età della ragazza. La madre di Lisa F. ha detto al settimanale tedesco Der Spiegel che la figlia in passato era stata ricoverata in un ospedale psichiatrico per essere curata.