Il raduno anti-migranti alla stazione di Stoccolma, in Svezia
Circa 100 persone col volto coperto hanno distribuito volantini promettendo di punire i giovani migranti: in tre sono stati arrestati
Sabato un centinaio di persone col volto coperto si sono ritrovate alla stazione di Stoccolma, la capitale della Svezia, per distribuire dei volantini anti-migranti. I volantini dicevano “Ne abbiamo abbastanza!” e promettevano di punire i giovani migranti che “vagano” per le strade di Stoccolma. Secondo il quotidiano svedese Aftonbladet, il gruppo ha anche picchiato e minacciato alcuni migranti. Una persona è stata arrestata per resistenza a un pubblico ufficiale, altre due per aver indossato delle maschere in pubblico, una pratica vietata in Svezia.
La polizia svedese ha detto che l’azione di sabato è stata la manifestazione più violenta avvenuta finora in Svezia dopo l’uccisione di una volontaria di 22 anni in un centro di accoglienza per rifugiati minorenni, lo scorso 26 gennaio. Il principale sospettato dell’assassinio è un richiedente asilo di 15 anni. L’episodio ha riaperto il dibattito sull’accoglienza dei migranti in Svezia e sulle strutture che ospitano i rifugiati, spesso affollate e dove il personale è molto scarso rispetto al numero delle persone accolte.
Il raduno degli uomini a volto coperto è solo l’ultimo episodio in cui in Svezia sono stati minacciati o attaccati migranti o centri di accoglienza. Secondo i dati ufficiali del governo, nel 2015 questo genere di attacchi è raddoppiato rispetto all’anno precedente. La polizia svedese ha detto che diversi partecipanti alla manifestazione sono legati ai gruppi di ultras di alcune squadre di calcio locali. Sabato mattina, il partito di destra radicale dei Democratici Svedesi ha manifestato a Stoccolma chiedendo le dimissioni del governo a causa del modo in cui ha gestito l’emergenza migranti.
Nel 2015 la Svezia – che è considerata una meta privilegiata da migranti e richiedenti asilo – ha assistito ad un afflusso record di migranti. Le politiche di accoglienza svedesi sono tradizionalmente molto generose e la Svezia ospita da anni importanti comunità di migranti che spesso aiutano altri loro connazionali a raggiungere il paese. In tutto, nell’ultimo anno sono arrivati in Svezia 160 mila migranti, alcune decine di migliaia in più di quelli che sono arrivati in Italia (senza contare che la Svezia è, come la Germania, un paese spesso scelto come destinazione finale: il numero degli arrivi si equivale abbastanza al numero dei richiedenti asilo, cosa che in Italia – che è un paese di transito – non succede). In Svezia abitano però meno di 10 milioni di persone: facendo una proporzione è come se in Italia fossero arrivati in un solo anno circa un milione di migranti.
Nelle ultime settimane il governo svedese ha introdotto diverse misure per ridurre il flusso di migranti. Prima sono stati introdotti controlli più severi alle frontiere, che hanno immediatamente portato a una riduzione degli arrivi e a un corrispondente inasprimento dei controlli in Danimarca, il paese che di solito i migranti attraversano prima di arrivare in Svezia. Questa settimana il governo ha anche annunciato che 60 mila richiedenti asilo saranno rimpatriati, dopo che le loro domande di asilo saranno respinte. Il numero, ha spiegato il governo, potrebbe salire fino a 80 mila.