Com’è andato l’incontro tra Renzi e Merkel

Dopo le tensioni delle ultime settimane i capi di governo di Italia e Germania si sono incontrati a Berlino: ed entrambi hanno ottenuto qualcosa

Matteo Renzi e Angela Merkel a Berlino (JOHN MACDOUGALL/AFP/Getty Images)
Matteo Renzi e Angela Merkel a Berlino (JOHN MACDOUGALL/AFP/Getty Images)

Oggi le prime pagine dei giornali italiani sono dedicate all’incontro che si è tenuto ieri a Berlino tra il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi e la cancelliera tedesca Angela Merkel. L’incontro era piuttosto atteso visto che di recente il governo italiano aveva criticato su alcune questioni la Germania e anche la Commissione Europea, accusata di essere succube del governo tedesco. Sulla stampa italiana comunque non c’è molto accordo su come sia andato l’incontro: Repubblica e Corriere parlano di “prove di pace” o “lento disgelo“, secondo La Stampa l’incontro è fallito, mentre per l’Unità è stato un incredibile successo (l’Unità ipotizza anche che Renzi e Merkel possano essersi accordati per sfiduciare la Commissione guidata da Jean-Claude Juncker). Nel complesso l’incontro sembra essere stato abbastanza positivo. I toni sono rimasti cauti e ognuno ha ottenuto qualcosa dall’altro, Merkel forse qualche cosa di più concreto.

I precedenti
Da diversi mesi Renzi ha iniziato a usare una retorica più dura nei confronti dell’Europa e della Germania, accusando spesso i “burocrati di Bruxelles” e i vantaggi ingiusti che la Germania sarebbe riuscita ad ottenere grazie alla sua influenza in Europa. Le critiche hanno raggiunto il loro livello più alto lo scorso 18 dicembre, quando nel corso di un vertice europeo Renzi è arrivato a bloccare uno dei provvedimenti più importanti per Merkel: il finanziamento da tre miliardi per la Turchia, con il quale la Commissione Europea spera di rallentare il flusso di centinaia di migliaia di migranti che da lì arrivano in Grecia e quindi nel resto d’Europa.

A gennaio, con una mossa piuttosto irrituale, il presidente della Commissione Juncker si è lamentato pubblicamente delle continue critiche di Renzi, iniziando così una nuova serie di accuse, scontri e dichiarazioni che, secondo diversi giornali, ha portato le relazioni tra Italia e Commissione Europea al punto più basso dai tempi dell’ultimo governo Berlusconi. Esperti e giornalisti hanno fornito diverse interpretazioni nell’escalation della retorica anti-europea di Renzi. Secondo alcuni si è trattato di una tattica negoziale. L’Italia al momento ha diverse questioni in esame da parte della Commissione: alzare la voce, secondo questa lettura, sarebbe l’equivalente di chiedere cento, nella speranza di ottenere dieci (la famosa “bad bank” era una delle questioni su cui Italia e Commissione stavano negoziando). Secondo altri, le ragioni di Renzi sono legate alla politica interna: riconquistare consensi sottraendo terreno ai suoi principali oppositori, Movimento 5 Stelle e Lega Nord, che sulle critiche ad Europa e Germania hanno fondato la loro retorica.

L’incontro
Secondo i principali giornali internazionali, come il Financial Times, l’incontro di ieri è andato bene e i toni sono rimasti tranquilli. Nel corso della conferenza stampa Renzi e Merkel sono sembrati d’accordo su molti punti e Renzi ha moderato considerevolmente la retorica che aveva usato nelle scorse settimane (ha fatto soltanto un riferimento piuttosto blando alla Commissione Europea, senza evocare nemmeno una volta i “tecnocrati di Bruxelles”). Più nel concreto, Renzi è riuscito a ottenere l’ennesimo apprezzamento da parte di Merkel per il programma di riforme italiano (già lo scorso anno Merkel aveva detto di essere “impressionata” dalle riforme approvate dal governo italiano).

Si tratta di un “endorsement” abbastanza importante: la Commissione Europea ha stabilito un anno fa che gli stati membri dell’Unione possano sforare le regole di bilancio europee in cambio di riforme capaci di sostenere la crescita economica. Nell’ultima legge di stabilità il governo italiano ha sfruttato appieno questa “flessibilità”, sostenendo che la riforma della pubblica amministrazione, quella del Senato e il Jobs Act vanno proprio nella direzione voluta dalla Commissione. Dichiarando il suo apprezzamento per queste riforme, Merkel ha in qualche misura influenzato la Commissione, che a primavera dovrà decidere sulla flessibilità richiesta dall’Italia.

Da parte sua, Renzi ha detto che l’Italia deve fare il possibile per ridurre il suo enorme debito pubblico: è stata una dichiarazione che è stata letta come un segnale di distensione verso la Commissione Europea, che proprio negli scorsi giorni sottolineava come a causa del debito pubblico l’Italia sia ancora un paese a rischio nel medio termine. Comunque sembra che sia stata Merkel ad aver ottenuto i risultati più concreti. Renzi ha annunciato il suo appoggio al piano di finanziamento per la Turchia, sul quale l’Italia faceva ostruzionismo da diverse settimane. Renzi, inoltre, non ha più fatto accenni al progetto “Nord Stream”, il raddoppio di un gasdotto che dalla Russia arriva in Germania, un progetto importante per Merkel che Renzi in passato aveva criticato diverse volte.