Come si truccano le partite di tennis
Un giornalista del New York Times è stato contattato da un informatore anonimo che gli ha spiegato un po' di cose
Ben Rothenberg è un giornalista sportivo freelance che scrive anche per il New York Times e si occupa principalmente di tennis. In un articolo pubblicato lo scorso gennaio, Rothenberg ha scritto di come sia stato contattato da una persona che gli ha spiegato come funzionano alcuni meccanismi creati per truccare le partite di tennis. Ad inizio 2016 un’inchiesta di Buzzfeed e BBC aveva cercato di dimostrare l’esistenza di un vasto sistema di partite truccate in più o meno tutti i livelli del tennis professionistico. Dopo la pubblicazione dell’inchiesta, molti tennisti famosi – tra cui il numero uno al mondo Novak Djokovic – hanno detto di essere stati contattati da persone che volevano discutere della possibilità di truccare il risultato di alcuni incontri.
Rothenberg si trovava a Washington quando fu contattato per la prima volta da un falso profilo di Facebook che aveva come nome “Ben Rotenberg”. Nel primo messaggio c’era scritto: “Ciao signor Ben, sei interessato a informazioni sulle partite truccate? Ti scriverò in russo”. Rothenberg decise di rispondere al falso profilo Facebook, che iniziò quindi a mandargli messaggi in russo riguardanti le combine di alcune partite di tennis. Per prima cosa, la persona spiegò a Rothenberg che aveva scelto di scrivere a lui dopo aver letto un suo articolo, pubblicato da Slate, che parlava delle combine nel tennis.
Dopo solo un giorno di conversazioni su Facebook, l’informatore decise di utilizzare esclusivamente Viber, un’applicazione di messaggistica considerata più sicura. La prima vera informazione che ricevette Rothenberg fu su un match dell’ATP Challenger Tour, che l’informatore descrisse come truccato. A Rothenberg venne detto di seguire il livescore del primo round del match e l’informatore gli segnalò il nome del tennista che avrebbe sbagliato il secondo servizio del secondo set, cosa che successe effettivamente. Dopodiché l’informatore disse che il set si sarebbero concluso con il risultato di 6-0. Rothenberg iniziò a seguire la partita in diretta sul sito dell’ATP e si accorse che i servizi dei giocatori non erano “normali” e gli errori erano troppo evidenti. Il secondo set finì 6-0, come previsto dall’informatore. Rothenberg notò che il tennista indicatogli dall’informatore non era bravo a fingere di sbagliare: qualcuno se ne accorse e lo fece notare ironicamente anche su Twitter.
L’articolo non riporta nessun nome e nemmeno le date delle partite e dei contatti con l’informatore, che fin da subito disse a Rothenberg di “non parlare di questo con nessuno”. Dopo la prima informazione rivelatasi affidabile, l’informatore e Rothenberg iniziarono a scambiarsi numerosi messaggi che riguardavano principalmente il modo in cui avvenivano le combine: attraverso software di messaggistica instantanea considerati difficilmente rintracciabili. Il sistema di cui parlava l’informatore era internazionale e formato da giocatori e scommettitori: lo stesso informatore rivelò di essere un ex tennista professionista. I rapporti tra i giocatori “complici” avverrebbero con molta facilità nella stessa sede del torneo. I numeri di telefono vengono cambiati molto frequentemente.
L’informatore fece anche tre nomi di ex giocatori —un russo, un europeo e un asiatico — che gestirebbero il sistema di combine delle partite. Rothenberg ne conosceva soltanto uno ma tutti e tre hanno tuttora un profilo sul sito dell’ATP. Molti degli incontri truccati indicati dall’informatore sarebbero del circuito Future, una serie di tornei a cui partecipano soprattutto tennisti giovani e ancora sconosciuti e dove il premio complessivo, che si aggira attorno ai diecimila dollari, viene diviso fra tutti i partecipanti. L’informatore ha fornito anche una serie di informazioni che riguardano il prezzo per una partita truccata: un set dei Future costerebbe tra i mille e i duemila dollari mentre un match circa tremila. Negli ATP Challenger, un livello più alto dei Future, i prezzi sono fra i diecimila e i quindicimila. Nei circuiti ATP e WTA, i più importanti in cui giocano i tennisti più forti al mondo, il prezzo di un set può costare circa venticinquemila dollari mentre una partita quasi centomila.
Molte volte Rothenberg è stato svegliato nel mezzo della notte dall’informatore, che gli indicava tutti i match truccati in corso: Rothenberg non conosceva quasi nessun tennista coinvolto ma ha giudicato la maggior parte delle informazioni come affidabili. Molte sono state verificate e facilmente confermate dai risultati degli incontri e dalle prestazioni mai regolari di alcuni giocatori. A metà dicembre dello scorso anno l’informatore propose a Rothenberg di iniziare a scommettere sulle partite da lui indicate, promettendogli più informazioni. Rothenberg rifiutò e da allora l’informatore non si è più fatto vivo e non ha più effettuato l’accesso né al profilo Facebook né a Viber.