Cosa ha detto Sandro Bondi sulle unioni civili
«Se anche i sacerdoti potessero sposarsi, comprenderebbero meglio che cosa è una famiglia, nel bene e nel male»
È cominciata al Senato la discussione dei disegni di legge sulle unioni civili, il testo base è il disegno di legge numero 2081, il cosiddetto dll Cirinnà bis. Nella seduta del 28 gennaio c’è stata la discussione su sospensive e pregiudiziali, aspetti tecnici che non riguardano il merito dei singoli articoli ma la legittimità formale e l’eventuale illegittimità costituzionale. Tra i vari interventi di ieri in aula c’è stato anche quello del senatore Sandro Bondi, che è stato a lungo membro di Forza Italia e consigliere personale di Silvio Berlusconi e che dallo scorso 22 dicembre ha aderito ad Alleanza Liberalpopolare-Autonomie (AL-A), il gruppo parlamentare di Denis Verdini. Da tempo questo gruppo è allineato con il governo Renzi su diverse questioni, tra cui il ddl Cirinnà.
Già quando era in Forza Italia Sandro Bondi aveva parlato a favore delle unioni civili. Al Senato Bondi ha detto: «L’approvazione di questa legge renderà finalmente l’Italia un paese più moderno e più civile». E ancora: «Prendo la parola come cristiano, un cristiano pieno di dubbi e perlopiù con tante domande senza risposta, ma non è forse il dubbio che vive nella parte più intima della nostra coscienza il segno di una ricerca e di una fede che non è una dottrina rassicurante ma un rovello costante nel tentativo di dare un senso alla nostra vita? Proprio come cristiano lamento una chiesa che nonostante le aperture di papa Francesco rimane attardata su posizioni che non si conciliano con una coscienza moderna e sempre come cristiano non temo di ammettere che l’arretratezza dell’Italia sul piano dei diritti e della modernità si spiega anche con con il conservatorismo e con il clericalismo politico di una parte della cultura cattolica».