Un computer di Google ha battuto il campione europeo di un complicatissimo gioco da tavolo
L'intelligenza artificiale sviluppata da Google ora mira a fare altrettanto contro quello del mondo, a marzo
Un sistema di intelligenza artificiale realizzato da un gruppo di sviluppatori di Google ha battuto a “go” – un famoso gioco strategico ideato in Cina più di 2500 anni fa – il campione europeo in carica. La ricerca e la creazione del sistema sono state realizzate da Google DeepMind, azienda statunitense controllata da Alphabet, la nuova conglomerata che controlla le attività del motore di ricerca e le numerose altre aziende costituite negli ultimi anni per sfruttare le sue risorse finanziarie e produrre innovazioni di vario tipo. I risultati dell’iniziativa sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature e sono considerati un progresso molto importante nell’ambito dell’intelligenza artificiale.
I computer sono utilizzati da tempo per competere contro gli esseri umani in alcuni dei giochi strategici più famosi e complessi, come per esempio gli scacchi. La sfida tra Deep Blue, il computer IBM, e lo scacchista russo di fama mondiale Garri Kasparov nella seconda metà degli anni Novanta è rimasta leggendaria e ha contribuito a rendere popolari i principali concetti legati all’intelligenza artificiale. Finora nessuno era però riuscito a realizzare un sistema affidabile a sufficienza per disputare e vincere una partita a go, gioco che ha complessità e combinazioni di gioco molto superiori a quelle degli scacchi e di altri giochi di strategia.
A go si gioca in due, davanti a una griglia 19 x 19 che viene chiamata goban. Per vincere è necessario conquistare una porzione di goban superiore a quella dell’avversario, collocando le proprie pedine sulla griglia. Ogni giocatore può catturare una o più pietre dell’avversario se riesce a circondarle completamente con le proprie pedine. Ogni giocatore deve quindi muoversi cercando di bilanciare le necessità di espandere il controllo sulla griglia con quella di difendersi dall’avversario. Il gioco finisce quando entrambi i giocatori passano a vicenda una mano, cosa che indica il fatto che nessuno dei due ha ulteriori possibilità di espandere il proprio territorio o di ridurre gli spazi occupati dall’avversario. Su un singolo goban ci sono 4,63 x 10170 diverse posizioni possibili, dato che fa ben capire quale sia l’enorme livello di complessità del gioco.
Semplificando, per disputare e provare a vincere una partita a scacchi di solito le intelligenze artificiali vengono programmate per calcolare e tenere traccia delle conseguenze di un grande insieme di mosse possibili sulla scacchiera. Sulla base di questi calcoli, scelgono poi l’opzione che può portare a una vittoria con più alta probabilità. Con il go è tutto più complicato perché le combinazioni sono talmente tante da non potere essere calcolate tutte ogni volta in tempi accettabili mentre si disputa una partita, ha spiegato Demis Hassabis, il CEO di Google DeepMind. L’unica soluzione è quindi insegnare a un computer a imitare il modo in cui ragiona un essere umano, aggiungendo quindi qualche livello di incertezza e di istinto ai suoi algoritmi.
Hassabis dice che nei giochi come il go, i partecipanti spesso fanno una mossa semplicemente perché “sentono” che sia quella giusta, cosa che normalmente un computer non fa. I ricercatori di Google DeepMind hanno quindi realizzato due reti neurali, cioè due sistemi informatici modellati sui meccanismi di funzionamento della mente umana, in modo da effettuare certi compiti sulla base dell’esperienza acquisita. Le due reti dialogano tra loro: una è dedicata a valutare la posizione delle pedine sulla griglia, mentre l’altra si occupa delle mosse da compiere. Non potendo valutare tutte le mosse possibili, la seconda valuta un set ristretto di opzioni, ritenute più sensate sulla base delle informazioni che riceve dalla prima.
Realizzato il loro giocatore artificiale, quelli di Google DeepMind hanno invitato il campione europeo di go, Fan Hui, per una sfida. Il computer – che è stato chiamato AlphaGo – ha battuto per cinque volte di fila il suo avversario, analizzando una quantità di opzioni “migliaia di volte inferiori” rispetto a quelle che calcolava lo stesso Deep Blue prima di fare una mossa a scacchi. Non è un dettaglio da poco: significa che AlphaGo in un certo senso è più intelligente, in termini umani e di capacità di ragionamento.
AlphaGo è stato sperimentato contro altri sistemi informatici creati negli ultimi tempi per vincere a giochi come go. Nello studio pubblicato su Nature si dice che l’intelligenza artificiale nel 99,8 per cento dei casi ha battuto tutti gli avversari e che potrebbe migliorare ancora, perché i suoi algoritmi sono fatti in modo da imparare dagli errori per migliorare la strategia di gioco. A differenza degli esseri umani, che si stancano dopo qualche partita e perdono la concentrazione, AlphaGo è inarrestabile e può giocare milioni di partite ogni giorno, imparando ogni volta nuove cose, ha detto Hassabis. Senza fare i guastafeste, è bene ricordare che per ora AlphaGo ha battuto un solo essere umano, l’unico contro cui ha giocato, e per sole cinque volte consecutive: un risultato notevole, ma non sufficiente per dichiarare vittoria su uno dei giochi da tavolo più complessi al mondo.
Lo scopo di Google DeepMind non è naturalmente creare un supercampione di go, ma sperimentare nuovi sistemi e tecniche per migliorare i sistemi di intelligenza artificiale, in modo che possano un giorno svolgere compiti diversi da quelli di vincere una partita ed essere impiegati per migliorare gli assistenti automatici personali, o per prevedere le necessità degli utenti e anticiparli. Google non è l’unica azienda informatica interessata a questo tipo di cose. Proprio ieri il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, ha pubblicato sul suo social network un post sul sistema ideato dal gruppo di ricerca in intelligenza artificiale di Facebook per vincere una partita a go. AlphaGo, nel frattempo, continua a sperimentare la sua rete neurale in vista del prossimo marzo, quando sfiderà per la prima volta il campione mondiale di go. Secondo i suoi sviluppatori, nel caso di vittoria sarà dimostrato che manca ormai poco per creare un’intelligenza artificiale completa vera e propria.