Il progetto TIM per le “torri Ligini”
Un importante complesso architettonico degli anni Cinquanta, da tempo abbandonato, sarà la nuova sede romana dell'azienda
Il 13 gennaio l’amministratore delegato di TIM, Marco Patuano, ha presentato al pubblico l’ambizioso progetto per la nuova sede della società, che occuperà le cosiddette “torri Ligini” nel quartiere EUR a Roma: ovvero un complesso di quattro edifici costruiti negli anni Cinquanta e che, nonostante il loro valore architettonico, sono state abbandonate negli ultimi anni dopo essere state per lungo tempo la sede del ministero delle Finanze.
Le “torri Ligini” (chiamate anche “torri di Ligini”, comunque dal nome del loro progettista) erano state disegnate e costruite negli anni Cinquanta come parte del progetto di decentralizzazione di molti edifici governativi attuato in quegli anni. All’EUR, il quartiere di Roma nato negli anni Trenta per ospitare un’esposizione universale che poi non si fece – e a cui appartengono alcune delle più interessanti e ammirate architetture di quegli anni – furono costruite le nuove sedi per diversi ministeri; all’architetto romano Cesare Ligini (1913-1988) fu affidata la supervisione del progetto per la nuova sede del ministero delle Finanze. Ligini si occupò della definizione dei tratti fondamentali del progetto, tra cui la pianta e la volumetria degli edifici, che poi fu curato da lui stesso e altri tre architetti. Il complesso è composto da cinque diversi edifici, due più bassi e tre più alti (le cosiddette torri, di 17 piani) e occupa una superficie di 65mila metri quadri.
Nei primi anni 2000, dopo che il ministero cambiò sede, le torri rimasero vuote e ne fu disposta la vendita: furono comprate per circa 500 milioni di euro da una società partecipata al 50 per cento dal ministero dell’Economia e da Alfiere SPA, una società che raccoglieva diversi imprenditori e costruttori. Per molto tempo, dopo la vendita delle torri, si era parlato di una loro possibile demolizione e della costruzione di nuovi edifici residenziali progettati da Renzo Piano. Del progetto non si fece poi nulla, per problemi legati ai vincoli architettonici posti sugli edifici e alla crisi del mercato immobiliare, ma nel 2007 le “torri Ligini” furono parzialmente smantellate: in particolare fu smontata la facciata delle torri, da molti considerata uno dei suoi tratti di maggior pregio dal punto di vista architettonico. Secondo Roma Today l’intervento distruttivo del 2007 fu fatto per evitare che, trascorsi 50 anni di tempo dalla costruzione, sull’edificio fossero posti nuovi vincoli che ne avrebbero compromesso l’eventuale demolizione e ricostruzione.
Il progetto di TIM – che da gennaio 2016 è il nuovo nome di tutte le operazioni commerciali di Telecom Italia – prevede la riqualificazione dei cinque edifici del complesso, che una volta finiti i lavori dovrebbe ospitare circa 5.000 dipendenti e gli uffici commerciali di TIM. Il progetto è stato assegnato nel maggio 2015 allo studio milanese di architettura UNO-A, dopo un bando a cui hanno potuto partecipare solo studi italiani che avessero tra i loro soci architetti con meno di 40 anni. Tra gli obiettivi della riqualificazione, che fa parte di un più ampio progetto di investimenti immobiliari di TIM, c’è anche quello di non stravolgere l’impianto architettonico di Cesare Ligini e rendere le nuove Torri TIM all’avanguardia dal punto di vista dell’impatto ambientale. Le Torri TIM dovrebbero essere completate entro i primi sei mesi del 2017.
I rendering del progetto:
Le foto del plastico del progetto: