Sei canzoni di Neil Diamond
Scelte dal direttore del Post per il suo libro "Playlist", e da riascoltare oggi che Diamond compie 75 anni
Neil Diamond – che si chiama davvero così: non è uno pseudonimo – è un cantautore americano molto noto fra gli anni Sessanta e Ottanta. Oggi, 24 gennaio 2016, compie oggi 75 anni. Nella sua carriera Diamond ha pubblicato 32 dischi in studio e innumerevoli singoli e raccolte: il suo ultimo disco è uscito nel 2014 e si chiama “Melody Road”. Queste sono le sei canzoni di Diamond che Luca Sofri, peraltro direttore del Post, aveva scelto per il suo libro Playlist.
Neil Diamond (1941, Brooklyn, New York)
Mito dell’easy listening e di quello che gli americani chiamano “adult contemporary music” (musica da babbioni, in sostanza), autore di alcune grandi canzoni tuttora adorato nel suo paese e praticamente ignorato in Europa. È nato a Brooklyn e aveva cantato nel coro della scuola con Barbra Streisand, con cui da grande farà sfracelli in un duetto su “You don’t bring me flowers”.
Girl, you’ll be a woman soon
(Just for you, 1967)
È diventata nota anche per quelli sotto i cinquanta dopo la versione degli Urge Overkill – un po’ più tenebrosa – usata in Pulp fiction.
Solitary man
(Just for you, 1967)
Dopo l’hanno cantata in molti, e anche meglio di lui che l’aveva scritta (anche se i fiati qui sono impagabili, se non vi scappa da ridere). In Italia fu tradotta per Gianni Morandi: “Se perdo anche te”.
Sweet Caroline
(Neil Diamond, 1970)
Una delle canzoni più cantate negli stadi americani, altro che “po-po-pò poppo-pò-po”. In particolare, è un’istituzione per i Boston Red Sox di baseball: viene sempre cantata da tutti tra l’ottavo e il nono inning. “Sweet Caroline – bàm-bàm-bàm – good times never seemed so good!”. Nel 2007 Diamond ha rivelato che la Caroline della canzone è Caroline Kennedy, figlia di JFK, di cui vide una foto di bambina su una rivista.
Song sung blue
(Moods, 1972)
Pappappà, pappara-pappara… Canzoncina perfetta, quasi da bambini, con un andamento country e un passaggio che pare “Stand by your man”.
September morn
(September morn, 1979)
Se fanno la gara dei cialtroni, e lui canta questa, stravince. La scrisse assieme a Gilbert Bécaud.
Oh Mary
(12 songs, 2005)
Nel 2005 il produttore Rick Rubin cercò di fare con Neil Diamond quello che gli era riuscito con Johnny Cash: fargli vivere una seconda carriera. Ma Cash aveva quella voce là, e aveva funzionato l’idea delle cover. Con Neil Diamond a rifare il cantautore su arrangiamenti sobrissimi, venne solo un ottimo disco senza il successo e la riscoperta sperati. “Oh Mary” apre languidamente e sofferentemente il disco (ma sono belle anche “Save me a saturday night” e “Delirious love” con Brian Wilson).