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<p>Le fiabe che raccontiamo oggi – comprese quelle dei cartoni animati – sono molto più antiche di quanto fino a oggi si è creduto. Alcune, anche di quelle famosissime, sono narrate da migliaia e migliaia di anni, molto prima che la scrittura potesse tramandarle. Altre risalgono a tempi in cui le lingue che usiamo oggi non si erano ancora formate.</p>
<p>Una ricerca accademica – <a href="http://rsos.royalsocietypublishing.org/content/3/1/150645#abstract-1">pubblicata</a> sul <em>Royal Society Open Journal</em> e firmata dall&#8217;antropologo Jamshid Tehrani dell&#8217;università di Durham, nel Regno Unito, e dalla studiosa di folklore Sara Graça da Silva, dell&#8217;Università di Lisbona – ha messo a confronto 275 fiabe provenienti da tutto il mondo e ne ha tracciato gli schemi ricorrenti nelle varie lingue e culture. Scrivono gli autori: «Abbiamo mostrato che queste tradizioni orali probabilmente ebbero origine molto prima della scrittura, e abbiamo provato che una fiaba (&#8220;Il fabbro e il diavolo&#8221;) può essere rintracciata fino all&#8217;Età del Bronzo», che si situa tra il 3500 e il 1200 a.C. Tehrani e da Silva hanno utilizzato il metodo filogenetico, normalmente utilizzato in biologia, hanno cioè seguito il ramificarsi nelle lingue dei vari tipi di fiaba, così come sono elencati e categorizzati nell&#8217;<a href="http://www.mftd.org/index.php?action=atu">indice di Aarne-Thompson-Uther</a>, il sistema di classificazione delle fiabe pubblicato per la prima volta nel 1910 e aggiornato nel 2004.</p>
<p style="text-align: left;"><small>L&#8217;immagine si ingrandisce con un clic</small></p>
<div id="attachment_1291071" class="wp-caption aligncenter" ><a href="https://www.ilpost.it/2016/01/22/fiabe-antiche/f4-large/" rel="attachment wp-att-1291071"><img loading="lazy" class="size-full wp-image-1291071" src="https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2016/01/F4.large_.jpg" alt="A ogni numero è associato uno schema di fiaba dell'indice di Aarne Thompson. Come si nota, nell'indoeuropeo erano già presenti, le fiabe 328 («ragazzo ruba tesoro dell'Orco», cioè Giacomino e il fagiolo magico), 330 («il fabbro e il diavolo», dove si racconta di chi vende la propria anima), 402 («la sposa animale», la Bella e la bestia e altre fiabe sul tema) e 554 («Gli animali grati», il leone e la spina e varianti)." width="800" height="976" srcset="https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2016/01/F4.large_.jpg 800w, https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2016/01/F4.large_-400x488.jpg 400w, https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2016/01/F4.large_-680x830.jpg 680w" sizes="(max-width: 800px) 100vw, 800px" /></a><p class="wp-caption-text"style="--width: 100%">A ogni numero è associato uno schema di fiaba dell&#8217;indice di Aarne Thompson. Come si nota, nell&#8217;indoeuropeo erano già presenti le fiabe 328 («ragazzo ruba tesoro dell&#8217;Orco», cioè Giacomino e il fagiolo magico), 330 («il fabbro e il diavolo», dove si racconta di chi vende la propria anima), 402 («la sposa animale», la bella e la bestia e altre fiabe sul tema) e 554 («Gli animali grati», il leone e la spina e varianti).</p></div>
<p>«Riteniamo molto interessante che queste storie siano sopravvissute senza essere state scritte», ha detto Tehrani al <a href="http://www.theguardian.com/books/2016/jan/20/fairytales-much-older-than-previously-thought-say-researchers?CMP=share_btn_tw">Guardian</a> «Sono state raccontate molto prima che esistessero l&#8217;inglese, il francese o l&#8217;italiano. Probabilmente erano narrate in una lingua indoeuropea oggi estinta». Secondo Teheran e da Silva, una fiaba come <em>Giacomino e il fagiolo magico</em>, presente con mille nomi diversi in ogni regione italiana e in quasi tutti i paesi europei, risalirebbe al momento in cui – circa 5 mila anni fa – le lingue indoeuropee si separarono in proto-indio-iraniane e proto-occidentali. <em>La bella e la bestia</em> e <em>Raperonzolo</em> sarebbero, invece, più giovani di circa un millennio. La fiaba più antica, databile a oltre 6mila anni fa, è quella classificata come <em>The Smith and the devil</em>, <em>Il fabbro e il diavolo</em> – dove il Diavolo in alcune varianti si trasforma nella Morte, e perfino in San Pietro e Gesù – che è all&#8217;origine per esempio del <em>Faust</em> di Wolfgang Goethe.</p>

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<p>Lo studio rappresenta contemporaneamente una conferma e una confutazione delle teorie dei fratelli Grimm, Jakob e Wilhelm, che all&#8217;inizio dell&#8217;Ottocento raccolsero le fiabe della tradizione tedesca in <em>Fiabe del focolare</em> (<em>Kinder-und Hausmärchen</em>, 1812-1822) e <em>Saghe germaniche</em> (<em>Deutsche Sagen</em>, 1816-1818), libri considerati fondamentali per l&#8217;emergere del movimento romantico per l&#8217;enfasi sulla cultura nordica che nel secolo successivo sarebbe stato fatto proprio dal nazionalsocialismo. La studio dimostra – come volevano i Grimm – l&#8217;origine orale delle fiabe, e più in generale il fatto che la cultura, anche la nostra, ha radici che affondano in epoche di cui si è persa ogni traccia e ricordo. Ma lo studio confuta anche, una volta per tutte, l&#8217;idea che esistano tradizioni nazionali e, quindi, che le culture possano essere recintate nei confini degli Stati o delle lingue. Alcune fiabe dei Grimm, infatti, erano già presenti in <em>Lo cunto de li cunti</em> di Giambattista Basile (1634), nei <em>Racconti di mamma Oca</em> di Charles Perrault (<em>Contes de ma mère l&#8217;Oye</em>, 1697), o riprendevano temi e schemi già apparsi nelle <em>Mille e una notte</em>, in Esopo e Fedro, o addirittura nei miti greci e latini. Le fiabe sono gli schemi-base di ogni racconto e precedono ogni storia. Non è un caso che inizino con c&#8217;era una volta.</p>
<p>In Italia il lavoro maggiore di raccolta e censimento delle fiabe è quello fatto da Italo Calvino in <em><a href="https://www.bookrepublic.it/affiliazione/ref/q3ICOVkFwE6MVmLGTbpOT729McTZGxNrej2tyvv0/">Fiabe italiane</a></em>, pubblicato da Einaudi nel 1956, e oggi da Mondadori negli <a href="http://www.amazon.it/gp/product/8804398698/ref=as_li_qf_sp_asin_il_tl?ie=UTF8&amp;camp=3370&amp;creative=23322&amp;creativeASIN=8804398698&amp;linkCode=as2&amp;tag=ilpo-21">Oscar</a> e nei <a href="http://www.amazon.it/gp/product/8804373504/ref=as_li_qf_sp_asin_il_tl?ie=UTF8&amp;camp=3370&amp;creative=23322&amp;creativeASIN=8804373504&amp;linkCode=as2&amp;tag=ilpo-21">Meridiani</a>. Per seguire il passaggio dall&#8217;oralità alla letteratura, va citato <em><a href="http://www.amazon.it/gp/product/8804573880/ref=as_li_qf_sp_asin_il_tl?ie=UTF8&amp;camp=3370&amp;creative=23322&amp;creativeASIN=8804573880&amp;linkCode=as2&amp;tag=ilpo-21">Racconti di orchi, di fate e di streghe</a></em> che Mario Lavagetto ha curato sempre per la collana dei Meridiani.</p>

Cultura

Libri

basile

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esopo

fiabe

grimm

i racconti di mamma oca

infanzia

Jamie Teherani

perrault

Sara Graça da Silva

"Cappuccetto Rosso", 1812. 
(Hulton Archive/Getty Images)

Fiabe

<p>Un'illustrazione della favola di "Biancaneve" dei fratelli Grimm.<br />
(Hulton Archive/Getty Images)</p>


<p>"Cappuccetto Rosso", 1812.<br />
(Hulton Archive/Getty Images)</p>


<p>"La Bella addormentata", 1812.<br />
(Hulton Archive/Getty Images)</p>


<p>Un'illustrazione del 1750 di "La bella Richilde", di Johann Karl August Musaus, poi trasformata in "Biancaneve" dai fratelli Grimm (Richilde era la mamma di Biancaneve).<br />
(Hulton Archive/Getty Images)</p>


<p>"La principessa e il ranocchio" dei fratelli Grimm, 1812.<br />
(Hulton Archive/Getty Images)</p>


<p>Una cartolina con la favola dei fratelli Grimm "Hansel e Gretel" del 1870.<br />
(Hulton Archive/Getty Images)</p>


<p>Un'illustrazione della "Bella addormentata" dei fratelli Grimm, 1812.<br />
(Hulton Archive/Getty Images)</p>


<p>Una cartolina illustrata dell'"Oca d'oro" dei fratelli Grimm, 1812.<br />
(Hulton Archive/Getty Images)</p>


<p>"Biancaneve", 1812.<br />
(Hulton Archive/Getty Images)</p>


<p>Una favola illustrata per un libro pubblicato nel 1867.<br />
(Illustrated London News/Getty Images)</p>


<p>Una cartolina illustrata di "Cappuccetto Rosso", 1812.<br />
(Hulton Archive/Getty Images)</p>


Uno studio mostra che storie come "La bella e la bestia" o "Raperonzolo" risalgono a epoche che precedono la scrittura e la nascita delle lingue europee

Le fiabe sono più antiche di quanto pensiamo

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