Rane estinte che non lo erano
In India sono state riscoperte due specie identificate per la prima volta quasi 150 anni fa, che si pensava non esistessero più in natura
Due specie di rane arboricole credute estinte in natura sono state riscoperte da un gruppo di ricercatori guidati da Sathyabhama Das Biju, dell’Università di Delhi in India. Gli esemplari sono stati trovati nelle giungle indiane nord-orientali e si ipotizza che ce ne possano essere altri in alcune regioni asiatiche, tra Cina e Thailandia. Secondo i ricercatori, inoltre, le due rane costituiscono un genere – che è stato chiamato Frankixalus – e non semplicemente due specie (il genere è la categoria che raggruppa le specie nella tassonomia). I risultati della nuova ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PLOS ONE e sono il frutto di una collaborazione tra ricercatori di più stati, compresi lo Sri Lanka, il Belgio e gli Stati Uniti.
Le rane sono state riscoperte quasi per caso, spiega il Guardian. Alcuni ricercatori nel 2007 erano al lavoro per cercare altri anfibi nella foresta quando, una notte, sentirono alcuni versi particolari provenire dalle chiome di alcuni alberi. Nei mesi seguenti furono avviate alcune indagini per scoprire la provenienza di quei suoni, con la raccolta di alcuni esemplari e l’osservazione del comportamento delle rane. In seguito, test di laboratorio sul loro DNA hanno confermato l’appartenenza a un nuovo genere e il confronto con esemplari raccolti in passato ha confermato che le rane un tempo erano state date per estinte.
I primi e unici esemplari di questi animali erano stati raccolti nella seconda metà dell’Ottocento da un naturalista britannico, e in seguito conservati presso il Museo di Storia Naturale di Londra, nel Regno Unito. Nei decenni seguenti, le rane furono classificate più volte a causa di alcune divergenze nella valutazione delle loro caratteristiche fisiche.
Secondo Biju nel Novecento queste rane arboricole erano state date per estinte perché è estremamente raro avvistarle, a causa delle loro abitudini: vivono nelle cavità degli alberi spesso a più di 6 metri di altezza dal suolo, a differenza di altre specie simili che trascorrono la loro vita più vicine al suolo. Un’altra spiegazione è che banalmente ci siano pochi ricercatori al lavoro nelle aree dove vivono questi animali, come il sud-est asiatico, a lungo trascurato dalla ricerca. Spesso i ricercatori non hanno risorse a sufficienza per compiere lunghe ricognizioni in quell’area, che è comunque estremamente estesa e con una natura talvolta ostile a causa di parte della fauna e del clima. Secondo diversi biologi, molte specie potrebbero essersi estinte nell’ultimo secolo senza che potessero essere scoperte.
Il genere cui sono state assegnate le rane è stato chiamato Frankixalus in onore dell’erpetologo (l’erpetologia è la scienza che studia i rettili e gli anfibi) Franky Bossuyt, che fu uno dei mentori di Biju quando studiava presso la Vrije Universiteit di Bruxelles, in Belgio. Per ora sono state assegnate solo due specie a questo genere, ma potrebbero aggiungersene altre nei prossimi anni, in seguito a ulteriori verifiche e indagini nel sud-est asiatico.
I ricercatori hanno studiato il comportamento di queste rane arboricole credute estinte in natura, notando alcune cose interessanti. Le future madri depongono le loro uova fecondate nelle cavità degli alberi dove si sono accumulate piccole riserve di acqua, grazie alle piogge. Quando le uova si schiudono, le madri tornano regolarmente sugli alberi per deporre altre uova, questa volta non fecondate, che servono ai girini per nutrirsi nelle prime settimane di vita. In questo stadio della loro esistenza, i girini hanno gli occhi collocati davanti e non ai lati, secondo Biju per vedere meglio le uova e una bocca adatta ad aderire alle loro membrane per succhiarne il contenuto ricco di nutrienti. Una volta cresciute, le rane sono più o meno grandi quanto una pallina da ping-pong e si nutrono principalmente di vegetali, a differenza di altre specie ghiotte soprattutto di larve e insetti.
La notizia della riscoperta è molto importante e conferma quanto sia complicato stabilire con precisione quando una specie può essere definita veramente estinta, ma i ricercatori invitano comunque alla prudenza, dicendo che non c’è da stare molto tranquilli per la sopravvivenza di numerose specie animali. Alcune delle foreste in cui sono state avvistate le rane arboricole tra il 2007 e il 2008 non esistono praticamente più, bruciate e distrutte negli anni seguenti per fare spazio a nuovi campi agricoli, strade e abitazioni. Quello della deforestazione è un problema molto comune nell’area delle foreste tropicali e sta mettendo a rischio migliaia di specie, alcune delle quali probabilmente attendono ancora di essere scoperte.