Ettore Scola, regista di mezza storia d’Italia
È morto martedì a 84 anni: aveva fatto "C'eravamo tanto amati", "Una giornata particolare" e "La famiglia", a dirne solo tre
Ettore Scola è morto martedì 19 gennaio a Roma, a 84 anni. Era uno dei più importanti e ammirati registi e sceneggiatori italiani, da domenica sera era ricoverato in coma al Policlinico di Roma. Scola era nato a Trevico, in provincia di Avellino, il 10 maggio del 1931, ma si era trasferito da subito con la famiglia a Roma, dov’è cresciuto. Tra i suoi film più famosi ci sono C’eravamo tanto amati del 1974 con Stefania Sandrelli, Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Aldo Fabrizi, Una giornata particolare (1977) con Sophia Loren e Marcello Mastroianni, e La famiglia (1987) con Vittorio Gassman. L’ultimo film che ha diretto è Che strano chiamarsi Federico, del 2013, dedicato a Federico Fellini.
Scola è considerato tra i maestri della commedia all’italiana, che ha nobilitato e fatto conoscere anche all’estero dove, soprattutto in Francia, i suoi film sono particolarmente apprezzati. Aveva iniziato la carriera scrivendo le battute per Totò e come sceneggiatore; fu poi Vittorio Gassman, con cui lavorò in moltissimi film, a convincerlo a lavorare come regista, cosa che accadde nel 1964 con Se permettete parliamo di donne.
Scola continuò a scrivere la sceneggiatura di moltissimi film, collaborando soprattutto con Ruggero Maccari. Recitarono per lui i più importanti attori dagli anni Cinquanta in poi: Sophia Loren, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Stefania Sandrelli, Massimo Troisi e Alberto Sordi. Ha vinto sei David di Donatello, tra cui quello alla carriera per i suoi ottant’anni, ed è stato candidato quattro volte ai premi Oscar per il miglior film straniero: nel 1977 per Una giornata particolare, nel 1978 per I nuovi mostri, nel 1983 per Ballando ballando e nel 1987 per La famiglia.
La scena iniziale di Una giornata particolare
L’inizio di La famiglia