Le peggiori economie del mondo nel 2016

Secondo le previsioni degli economisti andrà molto male il Venezuela, prevedibilmente, ma anche Svizzera e Finlandia

di Andre Tartar, A Catarina Saraiva, Cynthia Li – Bloomberg

Un supermercato di Caracas, in Venezuela. 13 gennaio 2016.
(FEDERICO PARRA/AFP/Getty Images)
Un supermercato di Caracas, in Venezuela. 13 gennaio 2016. (FEDERICO PARRA/AFP/Getty Images)

Per le peggiori economie del mondo, i buoni propositi dell’anno nuovo non porteranno belle notizie: secondo gli economisti interpellati da Bloomberg, per molti di questi paesi il 2016 sarà ancora più deludente. La previsione peggiore tra i novantatré paesi presi in esame per la nostra analisi va al Venezuela: paese ricco di petrolio che quest’anno vedrà la propria economia contrarsi del 3,3 per cento. Seguono Brasile – i cui titoli di stato sono stati declassati a livello “spazzatura” dalle agenzie di rating – e poi la Grecia (schiacciata dal debito) e la Russia (rimasta a secco di materie prime).

Il club della recessione

In questo club di cui nessuno vorrebbe far parte, ci sono dei membri a sorpresa. Tra i paesi che più rischiano di andare in recessione c’è Taiwan: il suo tasso di crescita annuale è sceso drasticamente, dal 4 per cento del primo trimestre del 2015 al -0,6 per cento nel terzo, a causa della riduzione delle esportazioni verso la Cina. Nonostante una crescita attesa dell’1,2 per cento nel 2016, poi, l’Ucraina – una delle peggiori economie nel 2015 – è ancora a rischio. Gli economisti valutano al 60 per cento la probabilità di recessione nel paese nei prossimi dodici mesi, la terza più alta al pari dell’Argentina.

America Latina

Per il Venezuela – fanalino di coda della classifica – le prospettive sono grigie: tra carenza di beni di base come i farmaci e crollo del prezzo del petrolio – che rappresenta il 95 per cento delle esportazioni del paese – il Venezuela va verso il terzo anno consecutivo di PIL in calo. Il partito di opposizione che ha ottenuto la maggioranza in parlamento per la prima volta da sedici anni, tuttavia, offre agli investitori più audaci uno spiraglio di ottimismo.

La situazione non è migliore in altri paesi del continente: la previsione del PIL del Brasile per il 2016 e il calo registrato l’anno scorso pongono il paese nella peggiore recessione degli ultimi 100 anni. Due importanti agenzie di rating hanno già declassato il debito sovrano del Brasile a livello “spazzatura”. Nella vicina Argentina il neoeletto presidente Mauricio Macri sta cercando di guidare il paese verso una nuova direzione, per scongiurare il disastro economico e un calo del PIL nel 2016. Macri – che ha prestato giuramento il mese scorso – ha già iniziato ad attuare misure per sostenere la crescita e contenere il deficit fiscale del paese.

Europa

La Grecia non è stata cacciata dall’euro ed è riuscita a ricapitalizzare il suo settore bancario in difficoltà; eppure il 2016 rimane un anno disseminato di ostacoli. L’economia del paese dovrebbe scendere dell’1,8 per cento, rendendo molto più difficili da ripagare le centinaia di miliardi di dollari di debito già contratto. Un alleggerimento consistente del debito rimarrà un miraggio. A questo si aggiungono i problemi lungo il confine causati dei migranti in fuga dalla Siria.

I numeri della Russia continueranno a essere negativi, dopo la contrazione economica di circa il 3,6 per cento nei primi nove mesi dello scorso anno. Il paese però risalirà la china, uscendo probabilmente dalla recessione più lunga degli ultimi vent’anni. Le sanzioni imposte da Stati Uniti e Unione Europea e i prezzi del petrolio in calo – che rappresentano il quaranta per cento delle entrate di bilancio del governo – si sono fatti sentire.

Nell’elenco delle dieci peggiori economie previste per il 2016 ci sono anche Finlandia e Svizzera. La prima soffre della vicinanza geografica e della dipendenza economica dalla Russia, mentre la seconda non ha ancora assorbito la decisione della sua banca centrale di abbandonare il tasso di cambio fisso, che danneggiava le esportazioni e il turismo.

Asia

Il Giappone colpito dalla deflazione quest’anno dovrebbe crescere dell’1 per cento, rimanendo staccato da molti dei suoi vicini che sono invece nella lista delle migliori economie previste per il 2016. Il governo giapponese ha recentemente approvato un bilancio da record per il prossimo anno fiscale, scommettendo su stimoli fiscali e una riforma del mercato del lavoro per favorire la crescita.

© Bloomberg 2016