La famiglia di un guerrigliero angolano contro Activision
I figli del ribelle Jonas Malheiro Savimbi, protagonista della guerra civile in Angola, dicono che è stato rappresentato "come un barbaro" nel videogioco "Call of Duty"
I familiari del politico e guerrigliero angolano Jonas Malheiro Savimbi hanno fatto causa alla casa di videogiochi Activision, accusandola di avere inserito nel proprio videogioco Call of Duty: Black Ops II Savimbi, nonostante si fossero opposti a questa decisione. L’iniziativa legale è stata avviata da tre figli del guerrigliero, secondo i quali Savimbi sarebbe rappresentato come “un barbaro” nel videogioco. Ad Activision hanno chiesto 1 milione di euro di risarcimento.
Negli anni Sessanta, Savimbi divenne membro del movimento di guerriglia angolano UPA di opposizione all’élite urbana, dopo l’indipendenza dell’Angola a metà anni Settanta, si alleò con il Fronte Nazionale di Liberazione dell’Angola contro il Movimento Popolare di Libertà dell’Angola (MPLA). Fu ucciso in una battaglia contro le forze governative nel 2002 nell’ambito della lunga guerra civile angolana durata quasi 30 anni. Ancora oggi il ruolo di Savimbi è molto discusso dagli storici, per alcuni fu un eroe, per altri contribuì a fare durare a lungo la guerra civile nella quale morirono circa 500mila persone.
In una delle campagne di Call of Duty: Black Ops II, ai giocatori viene chiesto di aiutare Savimbi in una delle battaglie contro i miliziani del MPLA. Il suo aspetto è stato riprodotto molto fedelmente e durante il gioco invita i suoi soldati a combattere e viene anche mostrato mentre impugna un’arma. Secondo i legali della famiglia, Savimbi viene mostrato come “un gran deficiente che vuole uccidere tutti”, invece di essergli riconosciuto il suo ruolo di leader e stratega. Activision ha respinto le accuse dicendo che Savimbi viene mostrato come un “personaggio positivo”, rivendicando di avere seguito ciò che dicono gli storici sulla guerra civile angolana.