C’e stata una nuova morte per Ebola, in Sierra Leone
È successo poche ore dopo che l'OMS aveva detto che il virus era stato eliminato del tutto dall'Africa occidentale
Aggiornamento del 15 gennaio: BBC dice che funzionari medici del Sierra Leone hanno confermato una nuova morte causata dal virus Ebola, poche ore dopo che l’Organizzazione mondiale della Sanità aveva dichiarato completamente finita l’epidemia iniziata nel 2014. L’ultimo caso di Ebola riconosciuto in Sierra Leone era stato a ottobre e a novembre l’epidemia era stata dichiarata finita nel paese. I test che hanno confermato le cause della nuova morte sono stati fatti in un centro specializzato e la loro validità è stata confermata a BBC da due medici britannici che lavorano al centro. Adesso, spiega BBC, le autorità sanitarie del Sierra Leone stanno cercando le persone che potrebbero essere entrate in contatto con l’ultimo malato di Ebola.
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L’Organizzazione mondiale della Sanità ha fatto sapere che in Liberia è terminata l’epidemia di ebola, il virus che ha avuto una diffusione improvvisa e gravissima a fine 2014, e che pertanto tutta l’Africa occidentale è stata liberata dal virus. La Liberia era già stata dichiarata libera da ebola nel maggio e nel settembre del 2015, ma da allora c’erano stati altri isolati focolai della malattia. Mesi fa la stessa epidemia era stata dichiarata conclusa in altri paesi africani molto colpiti fra cui Guinea e Sierra Leone. L’OMS dice che «l’annuncio di oggi arriva 42 giorni dopo che l’ultimo paziente noto di ebola è risultato negativo a nuovi esami». 42 giorni è il doppio del ciclo di incubazione del virus. L’ultimo paese in cui ebola era considerata una minaccia, la Guinea, è stata dichiarata libera da ebola circa tre settimane fa. In totale, secondo gli ultimi dati, l’epidemia di ebola iniziata circa due anni fa ha causato la morte di più di 11.300 persone sulle più di 28mila contagiate, concentrate soprattutto negli ultimi mesi del 2014.
L’OMS, che nei primi mesi dell’epidemia fu criticata per aver preso delle contromisure troppo lentamente, ha detto che la liberazione da ebola «è stata ottenuta grazie ai governi dei singoli paesi, a eroici operatori sanitari, membri della società civile, organizzazioni locali e internazionali e generosi finanziatori» ma che «è necessario stare attenti per prevenire nuove epidemie».
Il Guardian ad esempio scrive che è stato scoperto che il virus può rimanere in corpo per circa un anno nei maschi che l’hanno contratto e sono sopravvissuti, e che di conseguenza può essere trasmissibile per via sessuale. Aggiunge il Guardian: «I virologi l’anno scorso hanno anche scoperto che il virus può sopravvivere nel liquido spinale, dopo che un’infermiera scozzese che era guarita da ebola ha contratto la meningite. Il caso del medico americano Ian Crozier dimostra inoltre che il virus può rimanere nell’umor acqueo, il liquido che sta nell’occhio tra cornea e cristallino. L’OMS fa notare che Guinea, Liberia e Sierra Leone rimangono comunque “ad alto rischio” di nuove infezioni: ad oggi, aggiunge l’OMS, sono già stati individuati 10 focolai che non facevano parte dell’epidemia originaria.
Ebola fu identificato per la prima volta nella Repubblica Democratica del Congo nel 1976. Il virus causa febbre, vomito, disturbi intestinali con forte disidratazione ed emorragie interne, che possono causare la morte. Ancora oggi non esiste un vaccino per evitare di ammalarsi. Di solito quando viene diagnosticata la malattia si viene ricoverati e messi in isolamento, per evitare il contagio di altre persone. Dopodiché vengono avviate terapie per ridurre il più possibile la febbre, mantenere idratati i pazienti e tenere sotto controllo il decorso della malattia. Chi guarisce lo deve principalmente al proprio sistema immunitario, che riesce a superare l’infezione e a rendere innocuo il virus. In seguito all’epidemia l’ONU ha nominato un comitato di cinque esperti per stabilire come si possono migliorare le contromisure verso questo tipo di epidemie, mentre l’OMS sta continuando a difendere il proprio operato durante l’epidemia di ebola.