In Italia gli adolescenti sono quelli che leggono di più
Secondo dati Istat i lettori più assidui hanno tra i 15 e 17 anni: l'editoria per ragazzi è infatti l'unica in crescita dal 2014
L’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, ha pubblicato il rapporto del 2015 dedicato alle abitudini di lettura in Italia. Il dato più notevole riguarda la lettura tra gli adolescenti: la fascia d’età tra gli 11 e i 19 anni è l’unica della popolazione italiana in cui i lettori sono più del 52,3 per cento. In particolare la fascia di età in cui si legge di più è quella dei 15-17enni, mentre la media italiana di chi legge almeno un libro all’anno è del 41,4 per cento. Un elemento che condiziona in modo determinante l’esperienza della lettura e il rapporto con i libri è l’ambiente familiare. Stando ai dati, le abitudini di lettura degli adolescenti sono molto condizionate da quelle dei genitori: i figli di genitori che leggono, tra i bambini in età scolare di 6-10 anni (63,7 per cento) e tra i ragazzi di 11-14 anni (66,8 per cento) sono più del doppio rispetto ai figli di genitori non lettori (rispettivamente 26,7 e 30,9 per cento).
Il dato deve essere letto insieme a quello sull’editoria dei ragazzi, che nel 2014 è stato l’unico settore editoriale cresciuto in Italia: è aumentato circa del 2,5 per cento mentre l’industria editoriale è calata del 4,3. Il settore dei libri per ragazzi è il più dinamico anche all’estero. Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna la crescita è stata ancora maggiore, con un aumento del 13 e del 5 per cento. Tra il gennaio 2014 e il settembre 2015 le vendite di libri per bambini e ragazzi sono salite del 12,6 per cento negli Usa, del 28 per cento in Brasile, del 10 per cento in Cina, una percentuale che si prevede crescerà in futuro grazie alla decisione del governo cinese di abolire la legge sulla “politica del figlio unico”. Molti bestseller degli ultimi anni sono stati libri per ragazzi; quest’anno 11 libri su 20 titoli nella lista dei bestseller americani erano proprio per ragazzi, mente il fenomeno letterario più notevole del 2015 – anche in Italia – è stata la saga di romanzi After di Anna Todd, nata come fan fiction su Wattpad, un sito a metà tra un social network e una piattaforma di autopubblicazione gratuita.
È un meccanismo anticiclico, probabilmente favorito dagli adulti, che per senso di colpa verso la carta regalano più libri ai loro figli e nipoti, ma è anche il segno di un atteggiamento nuovo dei ragazzi: i libri di carta non sembrano più vecchi e sorpassati e sono di nuovo visti come qualcosa che può definire l’identità di chi li legge.
Il resto del rapporto conferma in quasi tutti i campi le tendenze degli anni scorsi: il 42 per cento delle persone dai sei anni in su (circa 24 milioni) ha letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l’intervista per motivi non strettamente scolastici o professionali; le donne leggono di più, lo fanno il 48,6 per cento contro il 35 degli uomini. Nel Sud Italia – dove le persone che hanno letto almeno un libro sono il 28,8 per cento – si legge meno che al Nord. Un dato interessante riguarda la spesa sostenuta per i libri dalle famiglie italiane nel 2014: sono circa 3,4 milioni di euro. Tra il 2010 e il 2014 la spesa sostenuta dalle famiglie in libri, giornali e riviste si è contratta del 18 per cento. I cosiddetti “lettori forti”, cioè le persone che leggono in media almeno un libro al mese, sono il 13,7 per cento del totale mentre quasi un lettore su due (il 45,5 per cento) si conferma “lettore debole”, avendo letto non più di tre libri in un anno. Anche il dato sugli ebook è in linea con quello dello scorso anno: l’8,2 per cento della popolazione complessiva ha letto o scaricato libri online o e-book negli ultimi tre mesi.