Stoccolma come Colonia?
Un giornale svedese ha raccontato come la polizia abbia insabbiato le molte aggressioni contro le donne avvenute durante un festival nel 2014 e nel 2015
Uno dei fatti più rilevanti sulle aggressioni sessuali di Colonia nella notte di Capodanno è che la polizia, i media tedeschi e l’amministrazione della città abbiano sottovalutato quello che stava succedendo o addirittura cercato di minimizzarlo e insabbiarlo per evitare di alimentare una reazione violenta contro i profughi. Gli assalti inizialmente non sono stati segnalati dalla polizia e sono stati in gran parte ignorati dai media tedeschi nei giorni successivi. Il quotidiano svedese Dagens Nyheter ha raccontato che una situazione simile si è verificata anche a Stoccolma nel 2014 e nel 2015 durante uno dei festival giovanili più importanti d’Europa, il “We are Sthlm”. Dopo la notizia e le accuse contro la polizia svedese, il primo ministro Stefan Löfven ha parlato di un «doppio tradimento» verso le donne.
Dagens Nyheter ha ottenuto una serie di resoconti interni della polizia che fanno riferimento alle edizioni del 2014 e del 2015 del festival. I resoconti venivano inviati quotidianamente dagli agenti presenti sul posto ai loro superiori e al comando centrale di Stoccolma. In queste note quotidiane fin dal primo giorno si parla di gruppi di giovani uomini che molestano sessualmente donne e ragazze, approfittando della folla. In una nota del primo agosto 2015 si dice, per esempio: «Il problema di giovani uomini che si strusciano su giovani donne nella folla è riemerso, come negli anni scorsi». Quando però la polizia di Stoccolma ha pubblicato sul sito la relazione finale sulla settimana del festival, ha scritto che c’era stato «un numero di reati e di arresti relativamente contenuto, considerando il numero di partecipanti ai concerti». Il fatto che la maggior parte delle persone aggredite fossero delle donne e che le aggressioni fossero di natura sessuale non veniva specificato.
Dagens Nyheter precisa anche che «le aggressioni non erano inaspettate». Nell’edizione del festival del 2014 un gran numero di rapporti della polizia segnalavano molestie: a una giovane donna era stato infilato un dito nella vagina, cosa che è classificata come stupro. Gli autori erano spesso, secondo le fonti di Dagens Nyheter, giovani uomini stranieri arrivati in Svezia senza i loro genitori. Roger Ticoalu, un organizzatore del festival, ha spiegato al quotidiano che i crimini sessuali si sono sempre verificati ma che nel 2014 erano stati differenti: «Si trattava di gruppi di giovani uomini che intenzionalmente cercavano, circondavano e molestavano giovani donne». Ticoalu ha però specificato che non era possibile stabilire l’etnia degli aggressori.
Peter Ågren, che nel 2014 era incaricato della sicurezza del festival, ha detto che all’epoca la questione era stata discussa dalla polizia ed era stata stabilita una strategia specifica per l’anno successivo. Nel 2015, però, l’intensificazione della sorveglianza si era dimostrata insufficiente. I rapporti interni che Dagens Nyheter ha ricevuto mostrano che gli attacchi sono invece aumentati. La polizia aveva identificato un gruppo composto da una cinquantina di uomini sospettati di essere i responsabili delle molestie e in una nota precisa che si trattava di giovani in prevalenza provenienti dall’Afghanistan. «L’affollamento e il fatto che di conseguenza le ragazze hanno avuto difficoltà a identificare i responsabili», dice un poliziotto citato da Dagens Nyheter, «ha portato a scrivere pochissimi rapporti in relazione al numero dei presunti reati». La strategia principale, a festival in corso, era stata allontanare i sospetti dalla zona: il provvedimento aveva riguardato più di 200 uomini durante gli ultimi cinque giorni di concerti.
Il portavoce della polizia di Stoccolma, Varg Gyllander, non ha spiegato perché nelle relazioni finali non fosse stato scritto e segnalato quanto era accaduto. L’ipotesi di Dagens Nyheter, basata sulle dichiarazioni anonime di altri poliziotti, è che si sia trattato di un’omissione deliberata per evitare strumentalizzazioni politiche. Peter Ågren ha ammesso: «Si tratta di un tasto dolente. A volte non osiamo raccontare le cose come sono per paura di fare il gioco dei Democratici Svedesi», partito populista e di estrema destra che si oppone all’accoglienza dei migranti nel paese. I deputati dei Democratici Svedesi hanno commentato dicendo che la polizia è rimasta «paralizzata dal politicamente corretto». Un gruppo legato allo stesso partito ha sostenuto anche che il giornale Dagens Nyheter avesse ricevuto le notizie delle aggressioni poco dopo la conclusione del festival, ma che avesse scelto di non raccontarle per non favorire i Democratici Svedesi alle elezioni. Il quotidiano ha negato pubblicando una confutazione completa e argomentata sul suo sito.
Susanna Udvardi, che dirige un “Rifugio delle donne” nella Scania, la contea più meridionale della Svezia, e che lavora per l’integrazione dei rifugiati, ha ricordato, come molte altre pensatrici e femministe sui fatti di Colonia, che il sessismo e le violenze sono «ben lontane dall’essere appannaggio degli uomini immigrati dal Medio Oriente. Sono costernata da quanto semplicistico sia diventato il clima del dibattito in Svezia. La maggior parte dei rifugiati ha un enorme rispetto per le donne».