Si scrive per lo stesso motivo per cui si corre, dice Murakami
La motivazione è la stessa ma una serve a eliminare il dolore che provoca l'altra
«Scrivere un libro è un po’ come correre una maratona, la motivazione in sostanza è della stessa natura: uno stimolo interiore silenzioso e preciso, che non cerca conferma in un giudizio esterno»
L’arte di correre di Haruki Murakami nella traduzione di Antonietta Pastore per Einaudi
Haruki Murakami è lo scrittore giapponese più famoso al mondo, è nato il 12 gennaio del 1949 a Kyoto. Ha pubblicato 15 romanzi, 4 raccolte di racconti e 7 saggi, i suoi romanzi più famosi sono Norvegian Wood e 1Q84, pubblicati in Italia da Einaudi. Murakami (a volte citato come “Murakami Haruki”, rispettando l’ordine giapponese di cognome e nome) ha anche tradotto molti autori americani tra cui Raymond Carver, J.D. Salinger e Francis Scott Fitzgerald Fitzgeral. In L’arte di correre racconta la sua esperienza personale: quando smise di fumare, iniziò a correre 10 km al giorno e poi si appassionò fino a partecipare a una maratona per la prima volta durante un viaggio in Grecia. Il libro è una riflessione sul rapporto tra corsa e scrittura: la prima serve a eliminare la fatica e il dolore che provoca la seconda.