Questo articolo contiene SPOILER su Star Wars: il Risveglio della Forza: siete avvisati, anche se molto probabilmente a questo punto o l’avete visto o non vi interessa rovinarvi il finale.
L’ultimissima scena di Star Wars: Il Risveglio della Forza è ambientata in uno spettacolare arcipelago remoto su un pianeta che non viene nominato ma che, a quanto hanno detto quelli che hanno letto la sceneggiatura del film, si chiama Ahch-To. La protagonista del film Rey e il wookie Chewbacca raggiungono il pianeta sull’astronave Millennium Falcon perché, grazie a una mappa recuperata in maniera molto rocambolesca, scoprono che lì si nasconde da molti anni Luke Skywalker, il leggendario cavaliere jedi protagonista della trilogia originale. Nell’ultima sequenza del film Rey arriva in cima a una specie di colle e vede Luke di spalle, incappucciato: lui si gira e si toglie il cappuccio, mentre lei gli porge la sua vecchia spada laser, nel tentativo di convincerlo a tornare nella civiltà e aiutare la Resistenza.
La scena è una delle più emozionanti del film per gli appassionati della saga, perché mostra dopo oltre due ore di attesa uno dei personaggi centrali della storia, e che viene continuamente citato nel corso del film. Ma è anche una bella scena dal punto di vista cinematografico: Luke e Rey vengono mostrati attraverso una spettacolare ripresa aerea che li inquadra dall’alto. Il posto dove è stata girata la scena sono le isole Skellig, due piccoli isolotti rocciosi nel sud-ovest dell’Irlanda, che spera che il film aiuti ad aumentare il turismo nella regione. L’account YouTube di Tourism Ireland, un’agenzia che si occupa di promuovere il turismo nel paese, ha diffuso un video che racconta come il regista J.J. Abrams ha scelto le isole Skellig per ambientare l’ultima scena di Star Wars: Il Risveglio della Forza, e che ne mostra alcune immagini.
Le isole Skellig, il cui nome in gaelico è Na Scealaga, si trovano a circa 12 chilometri dalla terraferma, e si raggiungono in nave partendo da Portmagee, da Valentia o da Ballingskelligs, dei piccoli villaggi costieri nella contea di Kerry. Sono solo da due isole: la più grande si chiama Skellig Michael, ha una superficie di circa 21 ettari e raggiunge un’altezza massima di 218 metri sul livello del mare. L’isola viene menzionata in diverse leggende irlandesi e le prime testimonianze che ne parlano risalgono al 1400 a.C., ma rimase disabitata per molti secoli. Secondo alcune leggende vi venne sepolto Ir, il figlio di Míl Espáine, considerato il capostipite del popolo irlandese. A partire dal sesto secolo d.C. vi si stabilì una comunità monastica, che costruì un monastero, del quale sono sopravvissute molte strutture, e visse sull’isola fino al tredicesimo secolo, quando se ne andò, si pensa, a causa del peggiorare delle condizioni climatiche.
Una delle costruzioni di antiche costruzioni monastiche rimaste sull’isola sono gli oltre seicento gradini che portano in cima all’isola, e che nel film Rey sale per raggiungere Luke. Rimase meta di pellegrinaggi fino al diciottesimo secolo, e nel 1880 le isole vennero poste sotto la tutela dell’agenzia statale irlandese che si occupa di Lavori Pubblici, che ristrutturò e conservò le strutture monastiche presenti. Nel 1989 furono definitivamente acquistate dallo stato, e nel 1996 Skellig Michael venne inserita nei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. L’isola più piccola delle Skellig, chiamata Little Skellig, è chiusa al pubblico, e ospita una delle più grandi colonie al mondo di sule bassane, un uccello marino.
Per l’ultimo film della saga di Star Wars, il regista J.J. Abrams ha scelto di utilizzare gli effetti speciali digitali il meno possibile: una delle principali critiche mosse alla poco apprezzata seconda trilogia di Star Wars, diretta da George Lucas, era stata proprio di aver abusato della computer grafica, e Abrams ha preferito perciò ricorrere, quando possibile, a effetti speciali “fisici”. All’inizio del video diffuso da discoverireland Abrams e i suoi collaboratori spiegano proprio come per le ambientazioni di Star Wars abbiano voluto trovare posti che apparissero reali e autentici: quando Abrams vide per la prima volta le isole Skellig, viene detto nel video, capì immediatamente che erano il posto giusto.
Inizialmente, quando si seppe che alcune scene di Star Wars sarebbero state girate sull’isola, qualcuno si era preoccupato che le riprese potessero danneggiare irreversibilmente l’ambiente: c’erano state critiche e pressioni perché il Ministero per le Arti, il Patrimonio e il Gaeltacht (l’insieme delle zone dell’Irlanda dove viene ancora parlato il gaelico al posto dell’inglese) non concedesse i permessi necessari. I permessi però vennero concessi, e il governo irlandese ha detto che non ci sono stati danni irreversibili dovuti alle riprese del film, alle quali sono stati fatti seguire dei normali e già previsti lavori di manutenzione periodica, senza costi aggiuntivi.
Il ministro Heather Humphreys si era difeso spiegando che nei quattro mesi all’anno in cui l’isola è aperta al pubblico, accoglie circa 180 visitatori al giorno. Il ministro irlandese per il turismo Paschal Donohoe ha detto che il fatto che le isole Skellig – che peraltro compaiono anche alla fine di Cuore di vetro, un film del 1976 di Werner Herzog – siano visibili in Star Wars le apre a un pubblico potenziale di centinaia di milioni di persone, e il video che le promuove sarà diffuso in 14 diversi paesi. Gerard Kennedy, il proprietario di un albergo di Portmagee, ha spiegato che già prima di Star Wars in certi giorni c’erano lunghe code per salire sui battelli che portavano alle Skellig, ma che ci si aspetta un grande aumento del turismo dopo il film, e che verranno proposti pacchetti-viaggio a tema. Le isole Skellig compariranno anche tra le ambientazioni dell’ottavo film di Star Wars.