Tre salvataggi di migranti, raccontati in diretta su Twitter da Patrick Kingsley
Che è un giornalista molto bravo del Guardian, da tre giorni a bordo di una barca di MOAS vicino alle coste della Turchia
Patrick Kingsley è un giornalista del Guardian che negli ultimi mesi si è occupato molto di migranti. Questa estate, durante l’improvvisa apertura della cosiddetta “rotta Balcanica”, Kingsley è stato uno dei giornalisti più competenti e affidabili che hanno raccontato storie e contesti dei migranti diretti verso l’Europa (alcune delle sue storie sono state riprese qui sul Post). Da alcuni giorni Kingsley si trova nel Mar Egeo a bordo di una barca dell’associazione no profit MOAS (“Migrant Offshore Aid Station”), che fornisce aiuto e assistenza ai migranti che si muovono per mare. Sul suo sito, MOAS dice di avere “la prima nave privata di salvataggio nel Mediterraneo” e di aver salvato 11.600 migranti fra 2014 e 2015. Kingsley si trova sulla barca del MOAS per scrivere un reportage, ma nel frattempo è molto attivo su Twitter e ha raccontato tre operazioni di salvataggio compiute dal MOAS negli ultimi tre giorni.
Negli ultimi giorni la barca del MOAS era ormeggiata a Gaidaro (Agathonisi, in greco), una piccola isola di 158 abitanti dell’arcipelago del Dodecaneso distante una ventina di chilometri dalle coste turche.
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/685506851019030528
«Siamo ormeggiati vicino Gaidaro. Le barche dei rifugiati tendono a seguire queste due lucine, dato che è l’unica cosa che riescono a vedere dell’isola»
Durante le prime ore del suo terzo giorno sulla barca del MOAS, Kingsley ha raccontato in diretta su Twitter un intervento della barca, descrivendo le reazioni dell’equipaggio e il modo in cui vengono affrontate le situazioni di emergenza.
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/685657708939341824
Ore 4.50 del mattino. Il primo ufficiale avvista due possibili barche di rifugiati.
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/685664744238350336
Ore 5. Una delle due scialuppe della barca, chiamata come il fratello del bambino Alan Kurdi, viene messa in mare per cercare i rifugiati.
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/685665145058672640
Si teme che i rifugiati abbiano finito il carburante e che stiano andando alla deriva verso un gruppo di scogli affilati di un’isola disabitata, rimanendo incagliati.
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/685665896174645249
Sul ponte, il direttore del MOAS Martin Xuereb – ex capo dell’esercito di Malta – informa la guardia costiera e le associazioni di soccorso più importanti. Xuereb: «una barca sta pericolosamente andando alla deriva verso l’isola disabitata di Nera».
Ancora trentacinque minuti dopo, Kingsley scrive che la barca non è stata trovata. A un certo punto, però, viene avvistato un fuoco su una delle isole vicine.
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/685691839475748864
I rifugiati sono stati trovati. Due imbarcazioni, una di gomma e una di legno, sono sbarcate nello stesso luogo.
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/685691983482994688
«State tutti bene?», urla John Hamilton, il capitano della scialuppa. «C’è qualche ferito?». No, rispondono.
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/685710979322220544
Sbarcare in quel punto è difficoltoso, e quindi l’equipaggio della scialuppa rimane a pochi metri dalla riva finché una squadra di Medici Senza Frontiere arriva e li aiuta ad attraccare senza problemi. I rifugiati – perlopiù siriani di Damasco e alcuni iracheni – hanno raggiunto il villaggio principale dell’isola, la cui popolazione è aumentata di recente del 50 per cento.
Poche ore dopo, Kingsley assiste in diretta a un’altra situazione molto pericolosa: la barca del MOAS ha appena avvistato un gommone di migranti che sta affondando. Il racconto di Kingsley si fa più intenso e commosso.
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/685717972430766080
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/685720986323410944
Non sono in grado di descrivere ciò che è successo negli ultimi minuti. Il gommone si stava sgonfiando in fretta, e stava imbarcando acqua. In qualche modo, quelli del MOAS sono riusciti a salvarli. Il caos era totale. Una vera situazione a cavallo fra la vita e la morte. Corpi che vengono portati a forza da una barca all’altra. Un bambino che vomita, un altro che urla per i suoi genitori.
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/685721333259485184
Ma adesso sono salvi. Quelli del MOAS sono dei maledetti eroi. 50 persone salvate dall’annegamento.
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/685721650462068736
Ecco Ripley Davenport, una delle persone che ha compiuto il salvataggio, a bordo di una scialuppa piena. Eroe.
L’ultima operazione di salvataggio raccontata da Kingsley è avvenuta attorno alle 7 di mattina del 10 gennaio. L’atmosfera è più controllata, come se fosse una routine.
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/686065495515226113
Un altro salvataggio in diretta. Al centro, una barca di rifugiati. A sinistra, un motoscafo del MOAS. A destra, la guardia costiera greca.
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/686071098505605120
La guardia costiera ha una barca troppo alta, quindi aspetta l’intervento del MOAS. Per fortuna i migranti sono su una scialuppa di sicurezza che è stabile.
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/686071558712983552
Vengono lanciate le corde. Due membri del MOAS si preparano ad attraccare dal motoscafo. Inizia il salvataggio.
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/686071795426947072
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/686082902501756928
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/686083567928127488
Tutti sono a bordo, sani e salvi. Dietro i medici del Corpo Italiano di soccorso dell’Ordine di Malta c’è una donna incinta di molti mesi. Può camminare appena.
https://twitter.com/PatrickKingsley/status/686087998589513728
Sbarco su Gaidaro, che ha 120 abitanti. Ora ci sono anche 250 rifugiati.