Smettere di bere grazie a internet
Un gruppo di Reddit per chi ha problemi di alcolismo sta avendo un successo notevole, ed è apprezzato anche da molti esperti che giudicano superati gli Alcolisti Anonimi
di Caitlin Dewey - Washington Post
Quando si bevono molti alcolici e per molto tempo, e soprattutto non si riesce a smettere, le alternative non sono molte: consultare un medico, o uno psicologo, o un centro degli Alcolisti Anonimi – l’associazione internazionale fondata nel 1935 negli Stati Uniti, due anni dopo la fine del proibizionismo – oppure tutte e tre le cose. Alcuni utenti di Reddit (più di 30mila, per essere precisi) hanno trovato un’alternativa: un subreddit – cioè uno dei moltissimi forum tematici in cui è diviso Reddit – chiamato StopDrinking che è, in poche parole, l’improbabile risposta di internet alle terapie tradizionali per smettere di bere.
Cake_Or_Radish, uno degli utenti che partecipano al “gruppo” StopDrinking e che è sobrio da più di 560 giorni, ha detto: «Le ho provate tutte. Il supporto che ho trovato fin dal primo giorno in StopDrinking non è paragonabile a quello che ho trovato negli Alcolisti Anonimi». StopDrinking è qualcosa di affascinante, sia in quanto comunità online sia come possibile nuovo canale per curare la dipendenza. È tutto gestito da volontari, la maggior parte dei quali sono ex alcolisti, e agli oltre 30mila utenti registrati vanno aggiunti tutti quelli che leggono le discussioni del gruppo ma non sono iscritti e non commentano. Tra gli utenti iscritti a StopDrinking, uno su cinque dice che è l’unico gruppo di supporto di cui fa parte: per la maggior parte degli iscritti il gruppo di Reddit non è quindi l’unica via scelta per provare a smettere di bere, ma è comunque la più utile, scrivono in molti. Anche altri gruppi simili di Reddit stanno avendo un simile successo: per esempio “LoseIt” per chi vuole perdere peso.
Sono d’accordo anche gli esperti: StopDrinking non ha un librone di riferimento, un programma step-by-step o una filosofia nei confronti della dipendenza e della guarigione, ma ha comunque – seppur il modo implicito – tutti i segni caratteristici di un efficace programma di supporto “tra pari”. John Kelly, ricercatore sulle dipendenze all’Harvard Medical School, ha detto che gruppi come StopDrinking «sono efficaci grazie al fattore amicizia: c’è il senso di responsabilità e c’è il controllo nel tempo. C’è un supporto 24 ore al giorno, sette giorni su sette, c’è la sensazione di far parte di una squadra con un obiettivo comune. È qualcosa che ha un altissimo valore, soprattutto all’inizio». Sotto molti punti di vista StopDrinking funziona in realtà come un gruppo di supporto convenzionale. C’è il controllo quotidiano, quello in cui i membri riaffermano la loro sobrietà. Ci sono dei badge, dei “distintivi” che sono assegnati – insieme con un messaggio di congratulazioni – a ciascuno degli iscritti da uno dei sei moderatori del gruppo, che premiano i giorni o le settimane passate senza bere. C’è una chat sempre aperta dove i membri del gruppo si trovano per fare quattro chiacchiere ma anche per casi d’emergenza. Un club dei lettori virtuale e una serata-cinema hanno aiutato i membri a occupare le loro giornate con qualche attività che non prevedesse l’alcol. Nel forum principale (il gruppo è diviso in vari sotto-forum) decine di persone condividono ogni giorno gioie, dolori e domande di ogni tipo.
Durante le vacanze di Natale – un periodo particolarmente difficile per chi sta cercando di smettere di bere – il gruppo si è animato di consigli per sopravvivere sobri al Natale con i suoceri e suggerimenti per sostituire l’alcol con altre bevande (su tutti vince il succo di melagrana mischiato con sidro frizzante). Nella notte di Capodanno centinaia di persone hanno firmato impegnandosi a non bere. In un’altra vita avrebbero forse passato la notte vagando da un pub all’altro per i brindisi: ora hanno invece potuto mettersi comodi sul divano e bere una gazzosa, con il computer sulle ginocchia. Un’iscritta a Reddit ha spiegato di usare StopDrinking soprattutto durante le vacanze o quando viaggia. È una donna single con un importante lavoro a Washington e ha iniziato a bere un po’ dopo i trent’anni, dicendo però di essere comunque capace di condurre una vita normale, nonostante la sua dipendenza. Erano in pochi, tra i suoi amici e i suoi familiari, a sapere quanto beveva, e lei non parlava con loro di ogni sua ricaduta o di ogni suo traguardo da sobria. Su StopDrinking c’erano invece migliaia di persone a vedere i progressi nei suoi tentativi di restare sobria, con il livello del suo badge che saliva e che ogni tanto si resettava: sette giorni, quattordici giorni, zero giorni, sette giorni, due mesi, zero giorni. «All’inizio il gruppo era fondamentale per restare sobria, mi sentivo tenuta a rispondere a me stessa, ma anche a migliaia di sconosciuti», ha detto la donna.
Non è nemmeno un caso che StopDrinking sia arrivato proprio mentre i ricercatori e i medici che si occupano di alcolismo hanno iniziato a ripensare in modo in cui l’alcolismo deve essere trattato. In una brochure distribuita lo scorso anno il National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism (NIAA), un centro che fa parte degli Istituti Nazionali di Sanità degli Stati Uniti, ha suggerito nuovi trattamenti medici e terapie cognitivo-comportamentali da sperimentare insieme ai tradizionali programmi di riabilitazione. Nel frattempo una serie di studi ha smentito l’efficacia degli Alcolisti Anonimi, in particolare sul lungo periodo.
Kelly e altri ricercatori hanno sostenuto che la cosa che funziona di StopDrinking è la solidarietà tra pari, diversa da tutti gli altri riti, libri e toni che si usano nei normali gruppi di supporto. Una buona terapia di gruppo dovrebbe fare tre cose per aiutare a guarire da una dipendenza, ha detto Kelly. Primo: insegnare a cavarsela con problemi cognitivi e comportamentali, sviluppando ad esempio la capacità di gestire attacchi di depressione e rabbia e di avere fiducia nella propria capacità di resistere allo stress e alle tentazioni. Secondo: cambiare il gruppo di persone che si frequentava quando si era dipendenti, così da cambiare stile di vita e avere meno pretesti per bere. Terzo: motivare chi era dipendente dall’alcol ricordandogli quanto male si sentisse prima di smettere.
I programmi step-by-step (sono 12, di solito) fanno tutte e tre le cose, ma non vanno bene per tutti: in particolare funzionano poco con le persone che vivono in aree rurali, quelle che si sentono a disagio in contesti affollati, quelle a cui non piace parlare in pubblico e quelle che hanno timore a rivelare la propria dipendenza senza restare anonimi. Secondo George Koob, direttore del NIAA «la dipendenza è ancora vista come un problema morale o motivazionale, e questo rende difficile ammettere di avere un problema. Soprattutto per certi uomini, che si sentono figure autorevoli».
Gruppi come StopDrinking aggirano il problema e permettono alle persone un totale anonimato. Ciononostante i gruppi tradizionali come gli Alcolisti Anonimi hanno fatto poco per aumentare la loro presenza online e i portavoce dell’associazione si sono rifiutati di commentare la questione. Il primo workshop degli Alcolisti Anonimi riguardo a internet è stato l’anno scorso, e le linee guida dell’associazione suggeriscono estrema cautela nell’uso dei social network. Questo atteggiamento non convince Victoria Purdy, una delle moderatrici di StopDrinking e consulente in un centro sulle dipendenze di Oshawa, in Canada. Secondo Purdy una cura deve «incontrare le persone proprio dove si trovano». Purdy ha frequentato gli alcolisti anonimi per due anni, ma quando arrivano dei nuovi utenti su StopDrinking lei ricorda loro che hanno molte più opzioni rispetto ai metodi tradizionali di cui hanno sentito parlare. «Tutti pensano che si debba per forza andare agli Alcolisti Anonimi, e gli Alcolisti Anonimi hanno rafforzato quest’idea. In realtà ci sono anche altri modi per restare sobrio. E per me, Reddit è stato uno strumento utilissimo».
© Washington Post 2016