Le novità sulle aggressioni di Colonia
Merkel ha detto che vuole inasprire le leggi per i richiedenti asilo condannati in Germania, il capo della polizia locale è stato costretto al prepensionamento
A più di una settimana di distanza, i giornali tedeschi e internazionali stanno continuando ad occuparsi delle violenze compiute nei pressi della stazione ferroviaria di Colonia, in Germania, fra il 31 dicembre e l’1 gennaio. Quella notte decine di donne sono state molestate e aggredite sessualmente da un numeroso gruppo di uomini descritti come “arabi o nordafricani”, di cui finora ne sono stati identificati 50 (31 dalla polizia federale, 19 da quella di Colonia). Da giorni le circostanze e le cifre dell’accaduto sono sulle prime pagine di tutto il mondo, anche se con diversi fraintendimenti e imprecisioni: intanto sta proseguendo l’indagine della polizia tedesca sugli eventi di quella notte, e la vicenda ha già avuto conseguenze dirette a livello locale e nazionale. Abbiamo messo insieme le novità principali emerse negli ultimi due giorni sulle violenze di Colonia, per fare un po’ d’ordine.
1. L'”esonero” del capo della polizia
La notizia più citata da venerdì sera è quella del pre-pensionamento “forzato” imposto al capo della polizia di Colonia, Wolfgang Albers. La decisione è stata annunciata venerdì sera dal ministro degli Interni della Renania Settentrionale-Vestfalia ma non è ancora stata ufficializzata: il Guardian spiega che il governo regionale del Renania Settentrionale-Vestfalia – dove si trova Colonia – discuterà formalmente la posizione di Albers martedì, ma che Albers lascerà sicuramente il suo incarico.
La condotta della polizia di Colonia nella notte fra il 31 dicembre e l’1 gennaio è sotto accusa da giorni: gli agenti sono stati criticati per non essere riusciti a garantire la sicurezza nella piazza della stazione e soprattutto per aver sottovalutato quello che è successo, nel migliore dei casi, o addirittura per aver cercato di insabbiarlo. Diversi testimoni hanno detto che gli agenti erano presenti ma che non sono riusciti a fermare gli attacchi: sembravano sorpresi e travolti da quello che stava accadendo. Un rapporto della polizia federale tedesca compilato il 4 gennaio e ottenuto da diversi giornali tedeschi spiega che la scala degli eventi e il fatto che siano successi praticamente in contemporanea ha reso quello che stava accadendo difficilissimo da gestire, ma anche che vicino alla stazione c’erano troppi pochi agenti e che quelli presenti «hanno raggiunto il limite delle loro capacità piuttosto rapidamente».
La mattina dell’1 gennaio l’account Twitter della polizia di Colonia ha scritto che nella notte l’atmosfera era stata “rilassata” e che i festeggiamenti erano stati “in larga parte pacifici”. Durante una conferenza stampa, Albers ha ammesso che l’informazione contenuta nel tweet «era falsa», aggiungendo che gli agenti erano venuti a conoscenza delle aggressioni già nella notte ma che al momento non avevano realizzato la dimensione degli eventi.
#polizei #köln #leverkusen Ausgelassene Stimmung – Feiern weitgehend friedlich – Infos unter https://t.co/cCfFlHWmK2
— Polizei NRW K (@polizei_nrw_k) January 1, 2016
2. Le accuse contro i migranti, e qualche cifra aggiornata
Venerdì sera sia la polizia federale sia quella di Colonia – che stanno compiendo due indagini separate sugli avvenimenti della notte di Capodanno – hanno diffuso nuove stime sulle persone identificate e arrestate: la polizia federale ha detto che 31 sospettati sono stati identificati e che 18 di loro sono richiedenti asilo. Nessuno di loro è finora stato formalmente accusato di crimini sessuali. I 31 sospettati – fra cui ci sono 17 fra algerini e marocchini, 3 tedeschi e uno statunitense – non sono stati arrestati, ma solamente interrogati e poi rilasciati. Un portavoce della polizia federale ha detto che 44 sospettati non sono ancora stati identificati.
I 19 sospettati individuati dalla polizia di Colonia sono distinti dai 31 sospettati nell’indagine della polizia federale. Cinque di loro sono tuttora in arresto. Una portavoce della polizia di Colonia non ha risposto alla domanda su quanti di loro siano richiedenti asilo, e ha precisato che finora sono state presentate 170 denunce per i fatti di Capodanno, 120 delle quali sono di natura sessuale.
3. E Merkel?
Ai margini di un convegno del suo partito la cancelliera Angela Merkel ha detto che valuterà delle modifiche alla legge di modo da rendere più facile l’espulsione dei migranti che commettono dei crimini. BBC ha scritto anche che Merkel ha detto che «ci sono segnali che le cose devono cambiare» e che «il ministro degli Interni e della Giustizia stanno pensando a come possiamo migliorare le cose». Secondo Reuters, Merkel ha detto che «il diritto di asilo può essere perso se qualcuno è condannato a scontare un periodo in prigione o in libertà condizionata».
Secondo l’attuale legge tedesca però i richiedenti asilo possono essere espulsi solamente se ricevono una condanna di almeno tre anni, e se viene dimostrato che la loro vita non è in pericolo nel loro paese natale: l’Unione Cristiano-Democratica, il partito di Merkel, ha detto in un comunicato che intende «ridurre gli ostacoli per la deportazione e l’espulsione degli stranieri che commettono dei crimini», cioè di fatto avanzare una proposta per cambiare le leggi esistenti.
Negli ultimi mesi Merkel è stata parecchio attaccata dalla destra tedesca per avere avuto un atteggiamento eccessivamente accogliente nei confronti dei richiedenti asilo. Un portavoce di Merkel ha comunque detto al Wall Street Journal che «per prima cosa, e sopra tutto, questo fatto non riguarda i rifugiati ma la criminalità».
4. Le manifestazioni di ieri
Gli attacchi di Capodanno sono stati usati dai partiti politici tedeschi di estrema destra e dai gruppi contro gli stranieri e contro l’Islam per criticare la politica di Merkel in materia di immigrazione e accoglienza. Per esempio il movimento PEGIDA (Patriotische Europäer gegen die Islamisierung des Abendlandes che significa “Europei patriottici contro l’islamizzazione dell’Occidente”) ha pubblicato su Facebook parecchi commenti molto violenti contro i migranti sugli attacchi di Colonia, e ha organizzato per le 14 una manifestazione di protesta dispersa dalla polizia quando i manifestanti hanno tirato petardi e bottiglie alla polizia. Nello stesso giorno si sono tenute altre due manifestazioni: una manifestazione di protesta contro PEGIDA e un flash mob contro la violenza sulle donne.
At Pegida rally. "Merkel you are incompetent" pic.twitter.com/9Udh5km3xZ
— Emma Graham-Harrison (@_EmmaGH) January 9, 2016
5. La questione dei “1000 stupratori”
Nei giorni scorsi sono comparsi sulla stampa italiana dei titoli molto allarmanti sul caso di Colonia: il Corriere della Sera in un articolo del 5 gennaio ha titolato «Colonia, a capodanno un migliaio di uomini aggredisce decine di donne»: anche il Post aveva segnalato inizialmente in un suo articolo, poi corretto, il coinvolgimento di un migliaio di uomini. Lo stesso giorno il Giornale e Libero hanno utilizzato titoli ancora più imprecisi e mistificatori – rispettivamente: «Stupro di massa in Germania: mille immigrati violentano 80 donne» e «Scena “mostruosa” la notte di Capodanno. Stuprate 80 donne: “da mille nordafricani”».
Già dai primi giorni, però, si era capito che la realtà era un po’ più sfumata. Il 4 gennaio era circolata una stima del capo della polizia di Colonia secondo cui «gli assalti sono arrivati da un gruppo di uomini di massimo mille persone», mentre già il 6 gennaio Associated Press in un suo articolo ha precisato: «la polizia ha detto che un migliaio di uomini si sono radunati [in piazza], e che piccoli gruppetti hanno circondato, molestato e derubato singole donne. La polizia non crede che tutti i mille uomini siano stati coinvolti negli attacchi».
6. Nuovi dettagli su quella sera
Diversi giornali internazionali stanno cercando di ricostruire esattamente cosa sia successo quella sera, consultando testimoni e spulciando il rapporto della polizia federale di cui ampi stralci sono stati pubblicati dalla stampa tedesca. Lo Spiegel ha pubblicato i punti salienti del rapporto assieme ad alcune situazioni molto dettagliate: il rapporto sostiene che a un certo punto alcuni uomini abbiano strappato dei presunti permessi di soggiorno davanti ai poliziotti, spiegando «non potete toccarmi. Domani me ne procurerò un altro», o che ancora un uomo abbia gridato «sono un siriano, dovete trattarmi gentilmente! Sono qui su invito della signora Merkel». Il Guardian invece ha contattato una testimone che sostiene di aver visto tre uomini che parlavano arabo che quella notte «stavano chiaramente dando istruzioni e indirizzando un sacco di altri uomini», suggerendo che le violenze siano state coordinate. Heiko Maas, il ministro della Giustizia tedesco, domenica ha detto alla Bild che «nessuno può dirmi che il fatto non è stato coordinato o preparato».
L’edizione americana di BuzzFeed ha pubblicato una lunga ricostruzione di quella notte, sulla base di diverse testimonianze di donne coinvolte o molestate. Una delle testimonianze più chiare è quella di una donna che ha raccontato che quella sera «tutto a un tratto questi uomini hanno iniziato a palpeggiarci. Ci hanno toccato il sedere e toccato in mezzo alle gambe. Ci hanno toccato ovunque. Ho pensato che se avessimo continuato a stare lì ci avrebbero ucciso, ci avrebbero stuprato e che nessuno l’avrebbe notato. Ho pensato di essere costretta ad accettare questo fatto».