La prima collezione di Dolce & Gabbana per le donne musulmane
Veli e tuniche incrostati di pietre preziose, pizzi, ricami e stampe floreali
Dolce & Gabbana ha realizzato Abaya, la sua prima linea di abiti e indumenti dedicata alle donne musulmane: si tratta di hijab (il velo per coprirsi il capo) e abaya (una veste, solitamente nera, che copre tutto il corpo tranne il volto, i piedi e le mani). La collezione è stata presentata su Style.com/Arabia, che si occupa di moda in Medio Oriente, e da Stefano Gabbana su Instagram, e i capi, che sono portati dalle donne in segno di modestia, sono realizzati in tessuti leggeri e colori neutri, beige e nero, ma presentano gli elementi tipici della casa di moda italiana: pietre preziose incrostate, pizzi, decorazioni floreali, ricami, e stampe di limoni e margherite che richiamano la collezione per la primavera 2016. Le modelle li portano con gioielli vistosi, occhialoni da sole e borsette pitonate o ricoperte di paillette.
Dolce & Gabbana non è la prima casa di moda occidentale che recentemente si è rivolta al mercato musulmano, un mercato giovane, in espansione, desideroso di beni di lusso: secondo un rapporto di Thomas Reuters, nel 2013 i paesi musulmani hanno speso 366 miliardi di dollari (circa 340 miliardi di euro) in vestiti e calzature, che stando alle proiezioni diventeranno 484 (circa 450 miliardi di euro) nel 2019. Nel 2014 DKNY e Tommy Hilfiger hanno lanciato capsule collection – cioè una collezione con una quantità di capi limitata – per il Ramadan, il periodo delle feste; Monique Lhuillier ha realizzato una linea di caftani per Moda Operandi, e Net-a-Porter una campagna acquisti sempre per il Ramadan.
Anche marchi low-cost hanno seguito l’esempio: Uniqlo ha incaricato la stilista Hana Tajima di disegnare una linea di hijab e capi per le donne musulmane in vendita online e nei negozi di Singapore, a settembre H&M ha realizzato la prima pubblicità con una modella con l’hijab, la 23enne Mariah Idrissi, e anche Mango e Zara hanno messo in vendita una linea apposita per le feste; un rappresentante di Mango ha detto che è andata molto bene e che l’anno scorso il 5 per cento delle vendite dell’azienda è avvenuto in paesi musulmani.
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— Style.com/Arabia (@StyleArabia) January 6, 2016