L’università di Garissa, in Kenya, ha riaperto ieri dopo nove mesi dalla strage in cui 147 persone furono uccise dai militanti di al Shabaab
Lunedì 4 gennaio, con una piccola cerimonia a cui hanno partecipato studenti e membri dello staff, ha riaperto ufficialmente l’università di Garissa, in Kenya: quella dove nell’aprile del 2015 un gruppo di miliziani islamisti legati all’organizzazione terroristica somala al Shabaab uccisero 147 persone, per lo più studenti.
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Il 2 aprile del 2015, stando alle ricostruzioni fornite allora dalle autorità locali, quattro miliziani entrarono in uno degli edifici del college, uccisero le due guardie all’ingresso e poi si misero a sparare indiscriminatamente uccidendo decine di studenti in pochi minuti. Circa 500 studenti riuscirono a scappare, 79 dei quali feriti nella sparatoria. Gli assalitori furono in seguito isolati dalle forze di sicurezza in un dormitorio, dove si fecero esplodere. L’università di Garissa, spiega Quartz, è una delle più importanti attività economiche della città e c’era molta pressione sul governo affinché fosse riaperta. Della strage all’università di Garissa si era molto parlato dopo gli attentati di novembre a Parigi, quando in molti pubblicarono sui social network link che parlavano della strage come se fosse appena avvenuta e indignandosi perché si parlava invece solo di Parigi.